Come stanno cambiando le sneaker?
Il mercato delle sneaker sta iniziando a migrare verso il formal, oggi però siamo ancora in una fase di transizione
12 Aprile 2020
Dall’inzio del 2020 si sono fatti più insistenti i rumors sul ridimensionamento dello streetwear a favore di un ritorno di un’estetica formale e sartoriale ma dai toni più fantasiosi e rilassati.
Il fulcro di questo giro di boa sono state le sneakers, principale vettore dell’impennata dello streetwear, che nelle collezioni 2020 sono tornate a essere più discrete, minimali e, soprattutto, meno presenti sulle passerelle. Negli ultimi anni un prodotto in particolare ha cominciato ad apparire, che in un precedente articolo, nss magazine aveva definito “sneafers”, metà sneaker e metà loafer – un tipo di footwear ibrido difficile da collocare che da un lato sfrutta la classicità della scarpa formale in pelle mentre dall’altro la arricchisce con i volumi e silhouette di una suola da sneaker. L’apparizione di queste scarpe si verificava di tanto in tanto in passato (due esempi possibili sono la Derby Shoe Black/Camouflage della FW13 di Dries Van Noten o il Lace-Up Boot della FW16 di Undercover) ma negli ultimi due anni queste sono apparse con frequenza sempre maggiore prodotte soprattutto da Prada, Alyx e Maison Margiela ma anche da Rick Owens, Louis Vuitton, Raf Simons, Thom Browne, Jil Sander e Comme des Garçons fra gli altri. La più recente incarnazione del trend è infine la Black BDSM Straps Leather Derby Shoes di Versace ma non sarà certo l’ultima.
I motivi delle frequenti apparizioni di queste “sneafers” sono in parte gli stessi che si nascondono dietro il recente ritorno del trend delle formal shoes. Sebbene il fenomeno streetwear sia esploso tramite i social media negli ultimi dieci anni, infatti, la piattaforma che ne ha decretato il successo è stato quel vasto pubblico di adolescenti che a partire dagli anni ’80 ha fatto della sneaker un simbolo culturale e generazionale. Prima che il concetto stesso di hype esistesse, c’era una larga, organica platea di giovani che ha diffuso e consolidato il mito della sneaker. Nel 2020, i membri di quella platea non sono più tanto giovani, chi aveva quindici anni all’uscita della prima Air Jordan 1 ora ne ha cinquanta e probabilmente lavora da vent’anni per mantenere una famiglia. I gusti di quella platea originaria, insomma, hanno cominciato a spostarsi verso soluzioni più formali e la retrocessione del fenomeno streetwear (definito più volte dagli insider del settore come una “bolla”) ha riportato la scarpa formale sotto l’attenzione del pubblico. Ma le sneaker, oltre che a rimanere un caposaldo del menswear mondiale, hanno comunque lasciato un profondo segno nella cultura. Parlando con Highsnobiety del concetto di "post-sneaker world", i radio host James Harris e Lawrence Schlossman hanno detto:
"C'è troppa roba e tutto è mediocre. Ci sono nuove collabo ogni singolo fottuto giorno fatte da persone che non dovrebbero lavorare insieme. Questa merda è impossibile da acquistare al dettaglio, e i prezzi di rivendita sono fuori controllo. Ci sono tutti questi ragazzi che pensano di essere venditori porta a porta. La scena si è imbastardita. [...] Forse siamo troppo vecchi - siamo sulla trentina - e veniamo da un'epoca in cui le sneaker e lo streetwear non erano le sole cose interessanti. [...] Io e James stiamo spingendo questa narrativa e vogliamo portare con noi una generazione più giovane in quel mondo post-sneaker."
Si potrebbe allora supporre che stilisti come John Galliano, Miuccia Prada, Matthew Williams, Rick Owens o Jun Takahashi abbiano cercato di trovare con le “sneafers” una soluzione di compromesso: da un lato svecchiare i codici della scarpa formale con gli elementi tech e sovversivi delle sneaker, dall’altro uscire da quel forzato giovanilismo a cui l’onnipresenza della sneaker li costringeva. È noto infatti quanto la simbiosi fra moda e gioventù sia problematica sotto numerosi punti di vista, non ultimi quelli commerciali. La “sneafer” allora può diventare se non un trend vero e proprio un passo che aiuti a portare la cultura collettiva della moda più vicina al superamento del concetto di sneaker come lo conosciamo.