Il front-row sott'acqua nell'ultima sfilata di Balenciaga
La passerella della show era allagata, così come le prime due file di posti
02 Marzo 2020
Quello della moda è un sistema che possiede i propri simboli e i propri miti. Uno dei più longevi, oltre che uno dei più importanti, è quello del front row: fin da sempre, chi è seduto in prima fila è più rilevante di chi viene fatto accomodare nella seconda. Ma quest’anno Balenciaga ha decostruito questo mito. Il set dello show creato da Nicke Bildstein-Zaar presentava infatti una passerella completamente allagata, con il livello dell’acqua che ricopriva le prime due file di posti – un un potente messaggio politico sulla sostenibilità e sul riscaldamento globale i cui toni apocalittici erano rinforzati dallo schermo a led sospeso sulla passerella che riproduceva immagini di fiamme e nuvole minacciose. Ma oltre che uno statement relativo al fenomeno del cambiamento climatico, rendere inutilizzabili le prime file della sfilata, con gli ospiti più vicini alla passerella che rischiavano di essere spruzzati d’acqua a ogni passo fatto dai modelli, rappresenta una critica al “mito” della prima fila e del suo tradizionale simbolo di status.
Lo statement nei confronti del fashion system è molto deciso: gli ospiti più importanti e più vicini alla passerella erano anche i più vicini al minaccioso livello dell’acqua, quasi a voler sottolineare che quanto si è più importanti all’interno del fashion system tanto più ci si deve ritenere responsabili per il danno che l’industria della moda arreca al pianeta. Questo show è il punto di arrivo delle precedenti riflessioni sul tema della sostenibilità e della società moderna portate avanti da Balenciaga e iniziate idealmente con il divano imbottito di scarti di fabbrica portato da Harry Nuriev all’Art Basel di Miami e proseguite prima con lo show SS20 del brand ambientato in una sala che ricordava il Parlamento Europeo e infine con la recente campagna-telegiornale in cui appariva la domanda “Where is the water going?” Lo show di ieri ha risposto riallacciandosi al tema dell'acqua e mettendo i fashion insiders non più di fronte ma dentro il problema facendo loro considerare come, davanti alla minaccia di un disastro ambientale, i concetti del glamour e dello status sociale sarebbero i primi ad “affondare”.
Balenciaga sarà stato il brand più esplicito nell’affrontare questo tema, ma non è stato l’unico. Nella sfilata di Kenzo dello scorso mercoledì, infatti, il tema della front row e della sostenibilità sono stati toccati da un punto di vista diverso. Il set design della sfilata è stata infatti una struttura modulare che verrà riutilizzata nelle successive sfilate del brand proprio per limitare il loro impatto ambientale, sottolineando l’importanza del problema della sostenibilità e provando a elaborare una possibile soluzione. Questa stessa struttura, inoltre, eliminava seconde e terze file: tutti gli ospiti erano seduti alla stessa distanza dalla passerella, senza alcune differenze. Fendi e Gucci, rispettivamente nelle sfilate SS20 e Cruise 2020, avevano fatto qualcosa di simile, anche se in quel caso la mancanza di seconde o terze file era dovuta più a un adattamento al particolare setting delle sfilate che a un preciso statement politico, mentre negli ultimi due show dedicati al menswear di Marni l’audience era stata lasciata in piedi.
La differenza fondamentale fra le due sfilate con i loro rispettivi significati sta nel fatto che, se da Kenzo la prima fila era per tutti, da Balenciaga la prima fila era stata metaforicamente distrutta e resa inservibile in uno scenario di calamità naturale. Dunque il messaggio comunicato attraverso il set design di Bildsten-Zaar non riguardava un livellamento della piramide sociale, con tutti gli ospiti sullo stesso piano, ma una diretta ed esplicita minaccia a chi si trova in cima a quella stessa piramide. Gvasalia stesso, però, ha smorzato i toni dopo lo show dicendo:
“L’apocalisse? No, è stata una celebrazione della moda”.
Va anche detto che lo show non è stato privo di una certa ironia, veicolata dalla presenza di mute da sub e dalla calcolata noncuranza con cui borse, scarpe e cappotti di lusso sono stati impietosamente bagnati mentre i modelli che li indossavano camminavano nell’acqua fino alle caviglie.
Insieme all’ultimo show di Gucci e alla presentazione del progetto Moncler Genius tenutisi a Milano, anche lo show di Balenciaga è stato uno di quelli in cui il set design sovrasta la collezione, quasi superandola per importanza, e portando il concetto di fashion show più vicino alla performance art che alla presentazione commerciale di una linea di abbigliamento di lusso.