Il ministro della moda non ufficiale della Francia
La storia di Brune Poirson e la battaglia per rendere l'industria della moda francese più sostenibile
24 Gennaio 2020
Lo scorso agosto, durante il G7 di Biarritz, trentadue luxury brand, compresi adidas e Prada, hanno sottoscritto il Fashion Pact, un documento con il quale si impegnano a fare uno sforzo collettivo su temi ambientali, clima, difesa degli oceani e salvaguardia della biodiversità. Oltre a Emmanuel Macron e François-Henri Pinault, tra i maggiori promotori dell’iniziativa c’era Brune Poirson, vice ministro francese della Transizione ecologica e solidale.
Nel governo francese, quando si parla di lottare contro sprechi, di come riciclare o smaltire i rifiuti, trasformare le abitudini di consumo, Poirson è la figura di riferimento.
Nata a Washington DC nel 1982 da un padre consulente in materia di sviluppo sostenibile alla Banca Mondiale e da una madre che restaurava dipinti, Brune è cresciuta ad Apt, Vaucluse in Francia. Dopo gli studi all Sciences-Po Aix di Parigi e alla School of Economics di Harvard, si è candidata alle elezioni legislative del 2017 nel Cantone di Marion Maréchal-Le Pen vincendo di stretta misura sulla candidata del Fronte nazionale. Poco dopo il suo ingresso in parlamento è stata eletta Segretario di Stato al Ministro della Transizione Ecologica e Solidale.
Sebbene il suo ruolo attuale non sia prettamente incentrato sulla moda, nei tre anni trascorsi dalla sua nomina, la politica ha redatto una legge sullo zero rifiuti che, fra i tanti provvedimenti, rende obbligatorio l'uso di filtri per lavatrice che impediscono alle microplastiche di fuoriuscire dai vestiti e finire nel flusso d'acqua, ma, soprattutto ha imposto una normativa che rende illegale la pratica di bruciare o distruggere in altro modo i prodotti invenduti (ricordate lo scandalo del 2018, quando Burberry dichiarò di aver bruciato merce in eccesso per oltre 32 milioni di euro?).
Il suo attivismo legato anche alla sua passione per la moda non le ha reso la vita pubblica facile come ha raccontato in un’intervista:
Quando sei una giovane donna al governo - o in generale, nella vita - e decidi di affrontare un argomento come la moda, tutti ti danno la caccia. È quasi la fine della tua reputazione. Se fossi stata davvero un politico, avrei preso l'energia nucleare o qualcosa del genere". Ma credo che ci sia ancora molto da fare nel campo della moda. So che dobbiamo fare qualcosa.
L’impegno di Poirson nel regolamentare l’impatto ambientale del settore (che solo in Francia il secondo più redditizio della nazione dopo l'aeronautica), le è valso il soprannome di "ministro della moda non ufficiale della Francia". La definizione data da Il New York Times ha fatto interrogare molti sulla necessità di avere una figura reale che ricopra quel ruolo e agisca all’interno del governo.