Cosa dobbiamo aspettarci dalla Milano Men's Fashion Week FW20?
L'inedito asse Londra-Milano e gli show più attesi
10 Gennaio 2020
Laurent Bentil
Si apre ufficialmente oggi la Settimana della Moda di Milano dedicata alle collezioni uomo, un'edizione che già alla vigilia promette di essere diversa dalle precedenti.
La novità più sostanziale consiste nella collaborazione tra la Camera Nazionale della Moda Italiana e il suo gemello inglese, il British Fashion Council. Per la prima volta infatti il BFC porterà i suoi London Fashion Rooms a Milano, come aveva già fatto a Parigi nel 2008 e come si propone di fare anche questa stagione nella capitale francese. Il progetto consiste nel portare diversi designer inglesi e italiani di base a Londra o con un particolare legame con la capitale inglese nella città italiana. Le loro proposte saranno presentate negli spazi di Spazio Savona 56, riportando quindi addetti ai lavori e buyer in un quartiere - quello di Tortona - che durante la scorsa FW era stato pressoché ignorato, come vi avevamo raccontato qui. Il nome di maggior spicco parte di questo progetto è sicuramente A-COLD-WALL*, il brand fondato nel 2015 dal designer inglese Samuel Ross- è una delle label più amate dagli hypebeast e sneakerhead italiani, che dopo un successo strabiliante nei primi anni di vita, oggi sta cercando il modo di rilanciarsi e non perdere il treno del Nuovo Lusso.
L’asse creatosi tra Londra e Milano riflette intenzioni molteplici. La notizia era stata annunciata prima che si conoscesse con certezza l'esito del voto inglese e di conseguenza di Brexit, oggi chiara dopo la vittoria di Boris Johnson. L’unione tra la Camera della Moda Italiana e BFC offre ai marchi e agli stilisti britannici una piattaforma politica nel quale esprimere la propria opinione, come ha fatto Balenciaga con la sfilata dedicata al Potere nell'Unione Europea e Gucci nella discussa sfilata della scorsa stagione. La Milano Fashion Week ha la possibilità di allargare la propria sfera di influenza fuori dall'industria della moda e entrare nel dibattito pubblico mainstream mondiale.
Al di là di mere speculazioni sul suo futuro, la MFW si apre in sordina, con una programmazione focalizzata su domenica e pochi eventi al di là di show e presentazioni. Oltre a Prada, Giorgio Armani, Fendi, Gucci, ancora una volta in chiusura, occhi puntati su United Standard, Sunnei, Neil Barrett e Danilo Paura, vista la qualità e l'accoglienza ricevute della scorsa stagione, oltre ovviamente a A-COLD-WALL*. nss magazine, all'indomani dell'ultima FW, aveva sottolineato l'incapacità della moda ad uscire dai suoi "safe space" e di allontanarsi dalle location che la contraddistinguono da anni, e l'impressione è che anche in questa edizione le cose non andranno molto diversamente, ad eccezione della felice scelta di United Standard di presentare la sua collezione all'interno di Spazio Maiocchi, una decisione emblematica e intelligente.
Il dibattito delle ultime stagioni sembra essersi concentrato soprattutto sul rapporto tra la Fashion Week e la città di Milano, e su quanto un appuntamento di questa caratura debba restituire e valorizzare i luoghi che la ospitano. Restano per ora degli esempi isolati le iniziative di Moncler e Sunnei, che rispettivamente hanno restituito nuova linfa ai Magazzini Raccordati e a Parco dell’Acqua, nel quartiere Rubattino, stabilendo un rapporto diretto e proficuo con la città.
Dal punto di vista delle collezioni sarà interessante scoprire se i brand avranno investito creatività e risorse sui temi caldi dell'industria, primo fra tutti quello della sostenibilità, riuscendo a bilanciare estetica ed etica, o se invece memori della lezione di Versace durante l'ultima FW, i momenti ultra-instagrammabili avranno la meglio sulle collezioni.