Frank Ocean è il nuovo volto di Prada
“Programming Rhythms And Dancing Again”
09 Gennaio 2020
Era bastato un anorak nero di Prada a Frank Ocean per rubare la scena al Met Gala 2019 - il cui tema, il “camp”, pareva in netto contrasto con la scelta minimal e normcore del proprio outfit. La jacket di Prada, diventata immediatamente un oggetto di culto per i fan dell’artista, era stata abbinata a camicia e cravatta nera, seguendo un trend - quello del suit&tie - che lo stesso Ocean ha portato avanti per buona parte del 2019, comprese le varianti business casual con cui aveva lanciato le Cactus Plant Flea Market VaporMax a maggio. La capacità di Frank Ocean di riuscire a creare attorno a se stesso un immaginario estetico così ben definito, e farlo in quelle che - per gli standard degli anni ‘10 - sono apparizioni pubbliche davvero sporadiche, raccontano della capacità di Ocean di influenzare non solo il mondo della musica, ma anche quello della moda.
«Ognuno incarna una singola identità dell'uomo Prada, un aspetto, una prospettiva, moltiplicato per ogni immagine, ogni definizione».
Frank Ocean ad esempio è stato in grado, fin dal suo esordio ufficiale in “Channel Orange”, di riscrivere completamente i canoni della mascolinità nera, ergendosi a simbolo di un nuovo modo di intenderla, lontana dagli stereotipi a cui i protagonisti delle declinazioni più moderne di black music erano stati associati. Insieme a lui, anche ASAP Rocky, Young Thug e, più tardi, Tyler The Creator erano stati capaci, soprattutto attraverso la moda, di sfidare alcuni degli storici taboo imposti all’estetica nera, puntando forte su di un immaginario più androgino, femminile e curato. Quanto fatto da Frank Ocean però, è stato leggermente eppur fondamentalmente diverso. Come ha scritto Pryia Elan nel 2016 sul Guardian:
«Musicalmente e stilisticamente, Ocean sovverte aspettative e norme. Non è un cantante R&B e non si veste come Kanye West. Come persona di colore, la sua immagine anti-pavone reimposta il sottotesto su come vestiranno celebrità e cantanti neri».
La maturazione dell’estetica di Frank Ocean, passata da quella skating di Los Angeles, fatta di Vans e Supreme, al business casual più newyorkese era già stata evidente negli anni passati, dalle collaborazioni con Calvin Klein e Band of Outsiders, oltre che dagli outfit Dior o Raf Simons e, ovviamente, l’Anorak in color blocking indossato nello shooting con W Magazine.