Tutte le ispirazioni dietro il primo show di Dior a Miami
Genalogia di uno stile
05 Dicembre 2019
Lo show di Dior Pre-Fall 2020 tenutosi a Miami è stato uno dei più attesi, ammirati e discussi dell’anno. Le due principali forze trainanti del buzz culturale che ha circondato il debutto della collezione disegnata da Kim Jones sono state le attesissime collaborazioni con Jordan e Shawn Stussy. Ma l’intera sfilata è stata, come capita sempre quando Jones è coinvolto, un’esperienza estetica a tutto tondo che ha mescolato una serie di influenze e ispirazioni diverse per creare un mood unico e a sé stante.
Uno dei suoi tratti distintivi dello stile di Jones è la la contaminazione di stili. Come avvenuto in passato con l’ironica pop art di Kaws e con le fantasie cromate di Sorayama, lo stile “basso” con cui contaminare il patrimonio “alto” di Dior è stato quello di Shawn Stussy. E non si può parlare dello stile di Stussy senza parlare della surf culture californiana, della sua psichedelia e del suo immaginario tropicale. Il surf è stato il fondale stilistico dello show. La venue che ha ospitato l’evento aveva un soffitto curvo che mimava il movimento di un’onda, la “wavy print” disegnata da Stussy ricopriva muri e pavimenti oltre che a dominare l’apparato grafico dei look stessi. Il mondo tropicale e marino dei surfer è stato inserito anche nella palette di colori: il blu dell’oceano, il rosso e il giallo della flora esotica, il verde acqua del fondale marino e il color cammello della sabbia. Persino la seta plissettata di alcuni capi era un richiamo al corduroy popolare fra i surfer degli anni ’70. In un’intervista Jones ha detto:
“Mi piace quella frase di Diana Vreeland sui surfer e gli skater, che l’acqua è un elemento tranquillante e i surfer sono la cosa migliore del mondo perché la cavalcano e la vivono”.
Ispirazione “gemella” a quella dei surfer californiani della West Coast, è stata quella che richiama l’estetica variopinta ed edonista della Florida. Miami è la città dello Spring Break, dell’opulenza decadente anni ’80, delle influenze cubane, dell’indimenticabile Miami Vice con le sue atmosfere ovattate e gli scenari oceanici. Tutti elementi evocati dalla fila di automobili vintage all’ingresso della venue e dai riferimenti floreali alle plumerie e agli ibischi, sia stampati o ricamati per maglieria e camicie, sia trasformati nei boquet artificiali su giacche e cappelli realizzati da Stephen Jones. Altro riferimento agli eccessi della nightlife di Miami sono stati materiali come le sete, le eco-pelli pitonate, presentate in particolari sulla saddle bag e su un paio di pantaloni, e i dettagli cromati e metallici. Sulla stessa tendenza anche le scarpe, a partire dalla Dior x Nike Air Jordan 1, tutte più orientate al leisurewear e allo sportswear che al mondo sartoriale, come del resto l’intera collezione. Dai leak fotografici della sfilata, sono anche emerse le prime foto in chiaro di una versione delle sneaker B23 decorata con gli artwork di Stussy,
Tra citazione e decostruzione, lo show Pre-Fall 2020 di Dior è stato uno dei migliori di quest’anno. Un tour de force di stili e di estetiche diverse che hanno portato avanti il linguaggio del brand, mescolando ispirazioni pop e haute couture e generando nel pubblico e nei media il tipo di attenzione frenetica che solo i grandi eventi sanno suscitare.