Le magliette Nike e adidas taggate da Banksy
Il bootleg dell'artista è una polemica sul copyright nel mondo dell'arte e della moda
18 Ottobre 2019
Questa settimana Banksy ci ha sorpreso - ancora una volta - aprendo Gross Domestic Product, il suo primo store online in cui sono in vendita "arte, oggetti per la casa e delusioni". Tra i prodotti in vendita, realizzati come oggetti d'arte e in quantità limitata c'è anche una collezione di T-shirt, una nuova opera contro la mercificazione del lavoro e della figura dell'artista.
Il messaggio delle T-shirt questa volta coinvolge alcuni brand di moda come Nike e adidas, con una serie di tee nelle quali il tag dell'artista vandalizza i loghi dei due brand.
All'interno dello shop si legge che l'opera è "un tentativo di soddisfare il requisito dei marchi di vendere abbigliamento grazie al nome dell'artista".
Le maglie sono un attacco non solo all'industria della moda e ad altre icone pop largamente utilizzate per l'abbigliamento - è presente nella collezione anche una maglia con la S di Superman - ma anche all'azienda di biglietti di auguri che da tempo sta utilizzando il marchio Banksy, non registrato e quindi non tutelabile legalmente. Il messaggio polemico arriva anche dalla scelta delle magliette, realizzate da un negozio di beneficenza.
La firma che copre lo swoosh di Nike e i due loghi adidas (trifoglio e Three Stripes) è stata realizzata fisicamente dall'artista con spray a olio, una pittura non indelebile e che potrebbe macchiare altri capi nel caso di contatto. Le tee di Banksy sono immediate, si dissolvono e lanciano messaggi mirati, tutto quello che identifica la sua street art.
Per acquistare le T-shirt vale lo stesso procedimento utilizzato per gli altri prodotti di Gross Domestic Product, che consiste nel rispondere sul sito alla domanda "L'arte è importante?", aspettando il giudizio del comico Adam Bloom che estrarrà il vincitore in maniera del tutto arbitraria. Non sarà un COP facile.