La storia delle Nike Huarache
Una delle sneaker più iconiche e longeve di Nike nata nel 1991 dal genio di Tinker Hatfield
13 Settembre 2019
Oggi 13 settembre arriva nei negozi la nuova Nike Adapt Huarache. La scarpa è dotata della tecnologia FitAdapt che, tramite un’applicazione sullo smartphone, consente la regolazione elettronica dei lacci e sistema la pressione in base alla conformazione del piede. Basterà chiedere all’iPhone di allacciare o slacciare le scarpe e il sistema di motori integrato nell’intersuola si regolerà automaticamente in base alle nostre preferenze. Inoltre, sarà possibile personalizzare il colore dei led presenti sulla suola.
Si tratta solo dell’ultima di una lunga lista di versioni della Huarache realizzate nel corso degli anni che hanno contribuito a rendere la scarpa uno tra i prodotti più iconici di Nike. Un destino strano se pensiamo che il suo esordio fallimentare rischiò di non farle nemmeno vedere la luce.
Torniamo indietro nel 1991. Da un po’ di tempo in azienda si parla della possibilità di realizzare una sneaker dal design più minimale, "spogliata dello stretto necessario". L’idea giusta arriva a Tinker Hatfield (già autore di icone come Air Max 1, Air Max 90 e Jordan III) mentre sta facendo sci d’acqua quando, dopo una caduta, nota come il calzino di neoprene che indossa si adatti particolarmente bene al suo piede. Tornato in studio inizia a sviluppare il progetto di una sneaker inusuale, composta da una sorta di stivaletto coperto da un esoscheletro e privo di contrafforte del tallone, ma con, al posto del solido supporto un cinturino simile ad un sandalo. Entusiasta, l’uomo fa vedere i suoi schizzi al suo collega Sandy Bodecker che commenta il lavoro di Tinker scrivendo sui fogli la frase “Sneaker of the Gods”, spiegando che gli ricordano le scarpe indossate dalle divinità greche. Ispirato, Hatfield decide di chiamare la sua creazione con il nome del più celebre sandalo messicano: Harrachi (poi adattato in Huarache).
Nonostante il nuovo modello piaccia al team Nike, non riscuote lo stesso successo tra i buyer. Gli ordini non superano le 50 paia e tutto il lavoro di Tinker rischia di finire nel dimenticatoio. Fortunatamente per Nike, un product manager, Tom Hartge, ignorando le direttive, compila un finto ordine per cinquemila paia. Il lungimirante dipendente le porta alla maratona di New York, all’interno di un padiglione espositivo vicino a Times Square, e riesce a venderle tutte in soli tre giorni. Il successo è sorprendente: in un mese Nike passa da zero ad ordini per mezzo milione di paia. Presto tutti conoscono la sneaker caratterizzata da un'insolita tomaia realizzata con parti in neoprene, doppia fila di passalacci e unità esterna in materiale termoplastico. Nonostante l'assenza del logo Swoosh, diventa un item inconfondibile e, anche grazie ad un’accattivante campagna pubblicitaria con lo slogan “Have You Hugged Your Foot Today?” si inizia a parlare di "Huarache fit". Passa alla storia lo scatto del runner Derek Redmond portato al traguardo da suo padre con indosso una t-shirt con questa frase durante le Olimpiadi di Barcellona del 1992.
Apprezzata per prima dai runner, la sneaker si diffonde rapidamente in altri settori. Se in tv le indossano Jerry Seinfeld e Will Smith aka The Fresh Prince of Bel Air (Season 02 Episode 20), è il mondo del basket a consacrarle must have. Per primi Huarache seduce i "Fab Five", i giocatori della squadra universitaria del Michigan: Jalen Rose, Juwan Howard, Jimmy King, Ray Jackson e il loro leader Chris Webber. Poi arriva il turno di Reggie Miller, Scottie Pippen, Kobe Bryant (la Huarache 2k4 è considerata una delle sue prime sneaker "firma") e Michael Johnson che è protagonista di uno spot pubblicitario tv della scarpa.
Nel frattempo Nike inizia a sfornare sneaker sempre più contemporanee ed accattivanti che relegano la creazione di Hatfield in angolo. Riapparirà solo 2000 quando viene rielaborata per una speciale collaborazione tra il colosso sportswear e Stüssy.
Iniziano, così, a spuntare nuove varianti della scarpa. Qualcuno ha calcolato che dal 1991 al 2012 siano state rilasciate 43 diverse colorway più 8 sample, anche se per vedere la runner tornare in auge bisogna aspettare tempi più recenti. Complice la passione nostalgica dei Millenials per kicks anni ’80 e ’90 e per le sneaker chunky, nel 2013 viene ristampato il modello nelle sue colorazioni OG. Da lì in poi le declinazioni di Huarache si moltiplicano, così come le immagini di streetstyle in cui le celebrities le sfoggiano.
Difficile scegliere la versione di Huarache, oltre a quella OG del ’91, più riuscita, ma nss ha provato a selezionare le top 5.
Nike Air Flight Huarache Ultra (2017)
Le Nike Air Flight diventano ancora più comode e leggere. Resta l’aspetto futuristico. Le caratteristiche? Oltre al classico rinforzo sul tallone, tomaia in neoprene con inserto traspirante knit sulla punta e rinforzo in nabuk attorno alla caviglia, sistema di ammortizzazione Nike Air, sistema di allacciatura con clip e suola multicolor.
Nike Air Huarache Run Ultra (2015)
Le Nike Air Huarache tornano nella versione Run Ultra: tomaia in mesh con scritta Nike sul retro, sistema di allacciatura Dynamic Flywire, intersuola in phylon e suola in gomma.
Nike Air Huarache Drift Premium (2017)
Nike Huarache Free 2012 (2011)
Si ispira a una leggendaria squadra di basket del college dei primi anni ’90 e combina una tomaia a basso profilo per il campo da basket con una suola progettata per la corsa. La tomaia è realizzata in pelle sintetica con inserto in mesh e dettagli traforati con intersuola e suola in Phylon.
Nike Huarache E.D.G.E (2018)
Nuovo look per la famiglia Nike. L’Huarache E.D.G.G.E. vanta dettagli in gomma trasparente, pannelli in 3M e super pull-tab. Interessante anche la versione firmata Heron Preston.