Clarks Wallabee: la scarpa di tuo nonno e dei Wu-Tang
Anche Carhartt ha puntato sul modello amato dai cantanti britpop e dai rapper della East Cost
05 Settembre 2019
In occasione del lancio della collezione FW19, Carhartt WIP ha presentato una collaborazione con Clarks, riprendendo uno dei simboli del brand inglese di calzature come le Wallabee Boot. La moc-toe in 50 anni di storia ha creato un ponte tra uno stile casual, adatto a uomini anziani e bambini, e le sottoculture giovanili degli anni ’70, ’80 e ’90. In questi decenni è diventando manifesto estetico dei ribelli Giamaicani legati alla musica Reggae, della Britpop di Oasis e The Verve e di crew che hanno influenzato l’Hip-Hop come il Wu-Tang Clan.
La silhouette essenziale, la suola in crepe e la tomaia scamosciata della conceria Charles F. Stead hanno mantenuto nel tempo la stessa struttura, impassibile davanti alle moderne idee di stile, novità e avanguardia. La collaborazione con Carhartt è il sintomo che le Wallabee non siano solo la roccaforte di uno stile vecchio ma una possibilità per i brand di natura molto diversa da quella di Clarks. Oltre allo stile workwear e militare di Carhartt WIP le Wallabee hanno ispirato in passato brand come Woolrich, Gore-Tex, Beams, Dries van Noten e più recentemente Supreme, con un modello rosso con motivo a bandana che spiega perfettamente come non si sia ancora spezzato il filo tra la ribellione giovanile e Clarks.
Nei primi anni ’60 intorno a Kingston e poi in tutta la Giamaica, si forma un movimento di giovani che non condivideva l’entusiasmo per lo slancio culturale del proprio paese. Le attività di questi gruppi, prevalentemente violente, vennero accompagnate da una precisa impronta stilistica, legata ai generi musicali ska, reggae e dancehall ed a un abbigliamento sartoriale di ispirazione inglese.
I Rude Boys inizialmente adottarono come simbolo i Desert Boot di Clarks, fino a quando non vennero banditi dalla polizia locale in quanto sinonimo di attività criminali. Clarks realizzò così nel 1967 i Wallabee Boot, un’evoluzione del mocassino unita alla suola crepe inventata da Nathan Clark negli anni ’50, utilizzata anche nei nuovi modelli della collezione FW19.
La scarpa si diffuse contemporaneamente anche in Inghilterra come simbolo dei Mod, Beatnik e di quella figura di intellettuale creativo anticonformista che leggeva Kerouac e ascoltava Who, The Jam e Kinks.
Dai creativi agli antieroi, le Wallabee iniziarono ad essere indossate sempre di più come status symbol e, insieme alle cassette dei Rude Boys, raggiunsero negli anni ’80 la East Coast e il South Bronx.
Le foto dei Wu-Tang Clan degli anni ’80 con addosso le Wallabee hanno fatto si che anche negli Stati Uniti questa scarpa superasse la sola accezione casual, tanto da poterla considerare come uno dei primi simboli della neonata cultura Hip-Hop.
L’influenza della Giamaica nella scena rap Newyorkese non portò solo sonorità nuove ma anche una moderna idea di coolness, nel quale rientreranno anche i Kangol Hat indossati da Biggie, MC Shan, Missy Elliott e Samuel L. Jackson a Hollywood.
Nel 1993 i Wu-Tang debuttano con il loro primo album Enter the Wu-Tang (36 Chambers) e ciascuno dei membri della crew indossa un modello di Wallabee, che presto diventano un marchio di fabbrica del gruppo. Nel singolo Gravel Pit, inserito all’interno dell’album The W (2000), i Wu-Tang cantano “Follow me, Wu-Tang gotta be/the best thing since stark and Clarks Wallabees”. Qualche anno dopo Goshtface Killah, membro del clan pubblicherà anche un album da solista nel 2008 intitolato The Wallabee Champ.
Il modello di Clarks nato come upgrade di una scarpa da soldato ha conservato il legame con l’hip-hop anche grazie ad artisti come Drake e Kanye West, che spesso indossava Wallabee prima del capitolo Yeezy. Negli anni ’90 si rinforza anche il legame tra le Wallabee Boot e l’Inghilterra, comparendo ai piedi di Richard Ashcroft dei The Verve nell’album Urban Hymns e nella prima inquadratura del video di Bitter Sweet Symphony.
L’importanza di Clarks nella maturazione del gusto estetico giamaicano è stata descritta nel 2012 dallo scrittore Al Fingers e raccolta nel libro fotografico Clarks in Jamaica. Dagli esteti e ribelli Rude Boy giamaicani fino ai Mods e ai rapper del bronx, le Wallabee hanno scandito alcuni passaggi chiave della nascita delle subculture degli ultimi 50 anni. Clarks in questi anni ha avuto il merito di realizzare modelli uguali a quelle del ’67, e nonostante la grande diffusione e una forma che continua a ricordare l’outfit di vostro nonno, le Wallabee non hanno ancora raggiunto un punto di saturazione.