Top e Flop della Milano Men's Fashion Week
Gli show più belli e quelli invece da dimenticare
18 Giugno 2019
Si è chiusa ieri con la sfilata di Armani una Milano Men's Fashion Week senza nomi imperdibili, ma comunque in grado di proporre collezioni interessanti. Le passerelle ci dicono che soprattutto per la moda uomo lo streetwear sta imboccando il viale del tramonto, tornano prepotenti item classici del workwear come i cargo pants, e soprattutto completi sartoriali rivisitati, ridisegnati per diventare una nuova uniforme, casual, morbida ed elegante.
TOP
Quest'edizione più che mai le location hanno avuto un significato e una portata maggiori nell'interpretazione e nell'estetica della collezione. SUNNEI ha presentato il suo progetto più ambizioso: la riqualificazione di una zona alla periferia di Milano a partire da uno spazio denominato Bianco Sunnei - dal nome della tonalità in cui è dipinto -: l'area si trova al centro del parco cittadino e resterà aperta a tutti gli abitanti della zona, affermandosi come un centro culturale per mostre, eventi, aggregazione. Il brand di Messina e Rizzo è riuscito a riportare al centro del dibattito la città e la relazione che l'industria della moda costruisce con essa. Un discorso simile, anche se non totalmente uguale, è quello che riguarda Palm Angels, che è tornato a Milano con uno show organizzato all'interno della fermata della metro di Porta Venezia. Donatella Versace, invece, è partita da un ricordo d'infanzia nel design del setting dello show, in particolare ha voluto ricordare quella volta in cui, a 11 anni, il fratello Gianni la convinse a rubare la macchina dei genitori per sgattaiolare ad un concerto di Patty Pravo. E allora ecco che al centro della passerella troviamo una macchina sportiva nera riempita di fiori rosa, un'opera di Andy Dixon. Silvia Venturini Fendi ha voluto invece recuperare il rapporto con la natura, con il primo show di Fendi organizzato all'aperto.
FLOP
Uno dei temi che ha dominato questa Fashion Week è stato quello della sostenibilità, con risultati più o meno riusciti. Marni ha riempito il soffitto di bottiglie di plastica come monito contro l'inquinamento degli oceani, il monumentale show di Zegna, invece, voleva essere un allarme contro l'inquinamento industriale e ambientale di cui l'industria della moda è largamente responsabile. Belle parole e grandi gesti che raramente nella pratica si traducono in abiti realmente sostenibili. A dare il buon esempio è stato SUNNEI, che da tempo collabora con Albini, azienda leader nella produzione di cotone e tessuti eco-friendly.
TOP
Ma veniamo alle collezioni. Fendi ha mandato in passerella un uomo-giardiniere portavoce di un workwear sofisticato ed elegante, sublimato da accessori imperdibili; da Versace abbiamo visto un grande omaggio agli anni Ottanta, al cantante dei Prodigy da poco scomparso, e ovviamente a Gianni, attraverso stampe d'epoca, spalle importanti, tanto washed out denim e un'attitudine punk che si sposa perfettamente con le iconiche grafiche della Maison. Fresca e interessante, più adulta e matura, la collezione di Danilo Paura.
FLOP
United Standard e SUNNEI, forti di un'estetica già riconoscibile e identitaria, questa stagione non riescono a fare il passo successivo, rimanendo un po' incagliati in item e silhouette già viste. Dsquared2, M1992 e Marcelo Burlon, invece, hanno deciso che l'elastico dei boxer, quasi dei pantaloncini da boxe, si deve vedere sempre e comunque, anche sotto camicie a righe e pantaloni sartoriali.
FLOP
Poche le sneaker viste in passerella questa settimana. Salehe Bembury ha disegnato nuovi modelli della Versace Squalo, anche in versione hiker e proponendo inoltre un nuovo combat boot decorato da una Medusa sulla suola. Tentativi timidi e poco riusciti di sneaker li abbiamo avvistati anche da Burlon e Zegna, ma per il resto a dominare sono stringate maschili e sandali in pelle.