London Men’s Fashion Week SS20 Moodboard
Le ispirazioni direttamente dalle passerelle
11 Giugno 2019
Tre giorni per raccontare come gli stilisti vivono una Gran Bretagna divisa dalla Brexit e la società contemporanea. La London Men's Fashion Week ha portato in passerella angoscia politica, preoccupazione per l’invasione di social media che rendono i rapporti sempre più virtuali, vulnerabilità e nostalgia. Tante sono le collezioni che per vestire la prossima SS20 hanno guardato al passato, attingendo all’estetica delle sottoculture degli anni ’80 e ’90: dagli industrial rocker di John Lawrence Sullivan ai modelli con volto dipinto di Charles Jeffrey Loverboy, dalla critica dell’attuale situazione politica di Martine Rose all’evoluzione chic della borghesia inglese ispirata a Edward Crutchley da un vecchio spot del 1996 di Ikea. C’è chi come C2H4 ha ipotizzato un futuro distopico post umano, con una serie di look influenzati dal movimento punk e dall’abbigliamento utilitaristico, e chi come Xander Zhou è talmente proiettato verso il futuro da abbandonare la classica sfilata ed optare per grandi schermi digitali che mostrano le nuove creazioni. La LFW dedicata all'abbigliamento (che in realtà dura tre giorni e mezzo) non può competere con l’appeal di Milano o Parigi ed i loro calendari pieni di brand affermati, ma ha ancora qualcosa da dire. Qualcosa che cerca di disegnare con gli abiti la società che stiamo vivendo e le sue possibili diramazioni future, ma sta perdendo il twist ribelle e creativo che la ha sempre caratterizzata e, forse per questo, cercano ispirazione nel passato.