Che cos'è il Camp
Il tema del Met Gala 2019 è più semplice di quello che sembra
06 Maggio 2019
Oggi, come ogni primo lunedì di maggio che si rispetti, si terrà uno degli eventi più attesi dell'industria della moda: il Met Gala, come sempre all'interno del Metropolitan Museum of Art di New York.
Ogni anno l'evento è organizzato dal curatore del Costume Institute Andrew Bolton, in collaborazione con il direttore di Vogue USA Anna Wintour, che ha grande potere decisionale sia sugli ospiti sia sui brand da coinvolgere. Molto spesso ogni celeb viene invitata accompagnata da una specifica casa di moda, ed è diventata una regola non scritta che ogni celebrità crei un look in linea con il tema del Gala in collaborazione con il brand. Ad ogni Gala, infatti, corrisponde un tema, a cui è dedicata un'intera mostra: l'argomento viene scelto da Bolton prima di essere approvato in via definitiva da Anna Wintour. I personaggi che vengono invitati al Gala sono incoraggiati a vestirsi seguendo il tema della serata, ma non sono obbligati. Nel corso degli anni sono state molte le retrospettive allestite al Met, dalla mostra Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic dello scorso anno, a China: Through the Looking Glass del 2015, fino all'approfondimento dedicato alla moda dei supereroi nel 2008.La maggior parte delle volte il tema del Gala è stato chiaro a tutti fin da subito, risultato di un concetto alla base univoco e diretto. Quest'anno, invece, sono molti quelli che sono rimasti piuttosto confusi all'annuncio del tema: Camp: Notes on Fashion. Andrew Bolton, curatore della mostra, ha dichiarato di essersi ispirato ad un saggio della scrittrice americana Susan Sontag del 1964, intitolato Note sul camp. Il saggio è caratterizzato da un linguaggio sicuramente poetico, ma a tratti complesso e contradditorio, che può quindi causare una certa incertezza quando si è chiamati ad identificare il tema esatto dell'opera. Sontag descrive il camp come qualcosa di "non necessariamente cattivo" mentre allo stesso tempo dichiara che il camp è "bello perché è orribile", per concludere poi dicendo che "parlare di Camp significa tradirlo".
C'è un verso in particolare però che sembra chiarire definitivamente perché Bolton abbia scelto l'opera della Sontag come ispirazione per il Gala di quest'anno. "L'essenza del camp è il suo amore per tutto ciò che è innaturale: di artificio e di esagerazione." A ciò si aggiunge la definizione della parola data da Vogue a partire dalle sue origini più antiche, un termine che "ha iniziato a circolare nel mondo della moda nei primi anni del XX secolo, in particolare nel mondo queer, in un momento storico in cui l'omosessualità era ancora un crimine, e dove segnali nascosti e un linguaggio codificato chiamato Polari erano utilizzati proprio dal mondo queer."
La mostra e l'evento saranno co-presentati da Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, e da alcune celeb tra cui Lady Gaga, due figure famose per aver infranto le regole di ciò che viene considerato naturale. Michele ha sempre portato in passerella look gender fluid o modelli con draghi e teste mozzate come accessori; mentre Lady Gaga e il suo vestito fatto di carne - per citarne uno - sono stati una lezione su cosa significhi camp fashion. E' inutile dire che quest'anno sul red carpet un semplice abito nero non sarà abbastanza.
Sto iniziando a pensare che sia ovunque, e che tutta la moda sia in qualche modo 'camp'. Ha guadagnato talmente valore da diventare invisibile, e parte del mio obiettivo è renderlo di nuovo visibile, ha detto il curatore Andrew Bolton.
In occasione del Met Gala di quest'anno, abbiamo raccolto qui alcuni look che rappresentano al meglio il tema di quest'anno.