Chi è Jean Paul Gaultier?
Tutto quello che dovete sapere su "l’Enfant terrible della moda"
11 Aprile 2019
L'annuncio è arrivato qualche giorno fa: Jean Paul Gaultier realizzerà una capsule collection con Supreme. Dopo la fortunata collaborazione con Louis Vuitton, il brand skate di New York sceglie un altro gigante della moda, uno degli stilisti contemporanei più importanti per la sua prossima collezione. L'eclettico artista francese da quando ha fondato il suo omonimo brand nel 1976, con spirito sovversivo ed ironia, ha mescolato strada e couture, trasformando i suoi show in happening dove a sfilare sono uomini e donne di ogni età, etnia e forma fisica. JPG ha vestito punk e marinai, ha fatto indossare la gonna e il make up agli uomini, giocato con i codici dell'abbigliamento maschile e femminile e reso Madonna iconica grazie al suo cone bra. La sua carriera straordinaria da qualche anno è focalizzata sulla couture, dove Gaultier può lasciare libera la propria creatività.
Ecco tutto quello che dovete sapere su Jean Paul Gaultier.
Non ha mai frequentato nessuna scuola di moda
Fin da piccolo sapeva che sarebbe diventato uno stilista. La prima intuizione arriva con un castigo come racconta lui stesso:
"Un giorno la maestra si accorse che stavo disegnando delle ballerine delle Folies Bergère, tutte piume e paillettes. Mi picchiò sulle dita con la riga e per punizione mi attaccò il disegno sulla schiena obbligandomi a fare il giro della classe".
I suoi compagni amano i disegni di Jean-Paul e cominciano a volerne versioni su richiesta. Quell’esperienza gli fa capire che ha la dote di saper parlare alla gente. Poi, crescendo, la nonna e la madre diventano le sue prime modelle per le quali ispirato dal film Falbalas, una pellicola francese del 1945 su un couturier che impazzisce d'amore per la sua musa, crea capi usando cose trovate in giro per casa. Poco più che adolescente comincia a disegnare bozzetti e a inviarli ai principali atelier parigini. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, il 24 aprile 1970, arriva una proposta di lavoro come assistente da Pierre Cardin: è l’inizio della sua carriera.
Il corsetto è il suo item simbolo
Il primo prototipo di corsetto Jean Paul lo disegna quando ha solo 6 anni per Nana, il suo orsacchiotto, a cui applica due reggiseni a cono di cartoncino, ispirato dalle pubblicità Maidenform degli anni '50 in cui le modelle avevano vitini di vespa e seni appuntiti, ma quello più famoso lo crea per Madonna. Per lei Gaultier realizza i costumi del Blond Ambition Tour, del Confessions Tour e il body nero indossato nel video di Vogue. In seguito collaborerà con altre star come Marilyn Manson, Kylie Minogue e Lady Gaga, ma il suo lavoro più iconico resterà sempre quello per Miss Ciccone. Declinato in molteplici versioni in tutte le sue collezioni, il corsetto diventa l’item più rappresentativo del designer e da indumento privato che costringe il corpo delle donne evolve in simbolo di libertà sessuale e potere femminile. A chi gli domanda l’origine dell’ossessione per questo capo Jean Paul risponde:
"Trovai questo bellissimo corsetto color salmone di mia nonna nella sua credenza e le chiesi cosa fosse. Lei me lo spiegò, e mi si impresse nella memoria. Quando ho iniziato la mia collezione, era il periodo del movimento di liberazione delle donne. Le donne volevano indossare pantaloni e bruciare i reggiseni per protestare dicendo: "Non siamo oggetti femminili". Ma le loro figlie, che avevano la mia età, volevano indossare reggiseni per essere sexy, perché avevano scelto di essere sexy, e non erano obbligate ad essere sexy, il che è molto diverso. Mi è piaciuto, e mi ha fatto ripensare a mia nonna. Ho pensato, “Perché non indossare un corsetto o un reggiseno sotto una giacca?” Così ho iniziato a mescolare un sacco di giacche maschili con il corsetto."
La gonna è per l'uomo
Nel 1985 per la collezione Et Dieu Créa l'Homme Gaultier porta in passerella un capo tromp-l’oeil, un pantalone a gamba extra large con una falda ripiegabile sul davanti, introducendo così uno dei suoi capi simbolo: la gonna da uomo. Da molti visto come un gesto sovversivo per mettere in discussione i clichè legati alla classica virilità maschile, questa scelta ha avuto un’altra origine come spiega il designer:
“La mia prima gonna per uomo era in realtà un pantalone/gonna. Non ho mai voluto scioccare, ho solo pensato che fosse il momento giusto. Quando stavo pensando a questo spettacolo, uno dei miei amici è tornato dalle vacanze ed è entrato nel mio studio indossando un pareo. Mi ha mostrato che avevo ragione e che la gonna per gli uomini era nell'aria.”
È stato il primo designer ad abbinare biker jacket e graziosi vestitini
"Sono stato preso da un'emozione che non avevo mai provato prima".
La sua moda ha sempre promosso diversità e inclusione
"Belle donne sexy con curve, donne etniche, donne androgine. Non voglio avere un'immagine specifica di una donna nei miei spettacoli, voglio presentare ciò che esiste realmente. E lo stesso per gli uomini. Mi piace anche mostrare l'attitudine."
Questa è la filosofia dello stile di Gaultier. Molte delle sue creazioni abbattono le barriere di genere, mescolando femminile e maschile alla perfezione, con gli uomini che indossano gonne e le donne che indossano smoking. La moda genderless che ora vediamo in tante proposte è radicata nel suo dna. Influenzato dalla strada, dalla scena del club e dalla cultura parigina, JPG ha sconvolto le regole scegliendo per le proprie sfilate, quasi degli happening gioiosi dove si balla e si sorride, modelli multi-etnici, spesso non convenzionali come anziani, donne curvy, persone ricoperte di piercing e tatuaggi, transgender.
Mai senza Mariniere.
Le sue ispirazioni vanno dalla religione alla pop music
Ha disegnato i costumi per Il Quinto Elemento
Nel mondo del cinema JPG non ha lavorato solo a Il quinto elemento, ma ha creato i costumi anche per Kika-Un corpo in prestito di Pedro Almodóvar e La città perduta di Jean-Pierre Jeunet.