Addio Karl.
La fine di un'era, ci lascia il direttore creativo di Fendi e Chanel
19 Febbraio 2019
La fine di un era, niente di più vero. Karl Lagerfeld è morto all'età di 85 anni. Lasciando un senso di spaesamento e vertigine, una perdita di coordinate che negli ultimi anni avevano tenuto la moda fedele a se stessa. Nasce ad Amburgo e le radici tedesche, sono sempre state mascherate da una personalissima e raffinata francité, oltre che da un certo snobbismo, in qualche modo proprio della moda. La moda che Karl ispezionava da occhiali scuri e grandi, per permettergli di guardare altrove, nel caso si fosse annoiato ai fashion show, come lui stesso ha dichiarato in più interviste.
Una personalità che rigettava le convenzioni, un'indipendenza di pensiero artistico che gli hanno permesso di essere e rimanere probabilmente per sempre una delle più grandi personalità della moda mondiale. Karl era un sergente (non a caso soprannominato Kaiser) barocco, con quel codino basso il colletto bianco e i guanti da biker, diventati icona e simbolo di sofisticatezza. Una sfera di valori che è sempre trasparsa nelle collezioni di Chanel, di cui era direttore creativo e Fendi, anche in questo caso alla guida artistica, per quella che è la più lunga collaborazione nella storia della moda e per il quale ha creato il famoso logo a doppia F.
Tutto era iniziato da autodidatta a Parigi, dopo aver vinto International Wool Secretariat (quello che oggi si chiama International Woolmark Prize), al quale aveva patecipato anche Yves Saint Laurent. Da li l'apprendistato alla maison di Pierre Balmain e Jean Patou, prima di spostarsi fin da subito in Italia, collaborando con Krizia e Mario Valentino.
È l'approdo alla maison delle sorelle Fendi nel 1965 che segna una svolta nella carriera dello stilista, così come la chiamata da Chanel nel 1982, del quale fino all'ultimo ha curato le collezioni di alta moda, accessori e Pret-a-porter.
Le voci sulle sue condizione di salute circolavano da qualche mese, soprattutto dopo l'ultima sfilata Haute Couture di Chanel, lo scorso gennaio a Parigi, in cui Karl non si era presentato durante il finale lasciando gli applausi a Virginie Viard, che già molti vedono come suo successore. Non sono bastati i comunicati ufficiali che parlavano di un karl Lagerfeld "stanco" a togliere i dubbi su una sua possibile malattia, confermata tristemente nella mattinata di oggi.
Oltre a quello provato per la gatta birmana Choupette, l'amore di Karl era rivolto a tutte le arti. Design, pittura, ma anche cinema e fotografia, la sua preferita, quella che gli permetteva di osservare un mondo sospeso. Un personaggio ostinato, come dimostra la dieta che gli fece perdere oltre 40 kili nel 2001, per poter indossare gli abiti di Hedi Slimane, tra gli stilisti contemporanei più amati da Lagerfeld.