Ci fa le scarpe: Robert Clergerie
20 Gennaio 2011
Il mondo della moda, ma sarebbe più corretto dire il mondo, è fatto di storie.
Storie che si incrociano, si intrecciano, si fondono tra loro, superando i limiti del tempo e prolungandosi all’infinito, grazie ad altre storie, altre vite. La storia che vi vogliamo raccontare oggi è quella di un marchio, Robert Clergerie, che è prima di tutto una storia di una vita, anzi di più vite, che affonda le sue radici – e scusatemi la ripetizione, la sua storia- nel 1885.
E’ a quel tempo che Joseph Fenestrier, giovane di belle speranze e figlio di un commerciante compra una piccola fabbrica di scarpe, a Romans, nel sud della Francia. Seguono i primi anni del Novecento, la piccola industria introduce la gomma e la suola americana nella sua produzione, arrivando così a conseguire riconoscimenti internazionali e ad intensificare la produzione.
Passano gli anni e velocemente si arriva ai formidabili ’60 e ’70. Intanto, un negozio prestigioso è stato aperto a rue Saint Honorè e mister Fenestrier è deceduto, facendo in modo che la storia della sua fabbrica si legasse a quella di un altro uomo, con un’altra storia, Robert Clergerie.
Dinamico, imprenditore di se stesso, dal fiuto infallibile, monsieur Clergerie nel 1978 decide di creare una sua linea di calzature, acquisendo la Societe Romanaise de la Chaussure (SRC) di Fenestrier, per l’appunto.
Dopo soli tre anni inaugura il primo negozio in Saint-Germain-des-Pres e debutta la sua prima collezione donna: il successo è immediato e internazionale. Nel 1983 viene aperto anche il primo negozio esclusivo J. Fenestrier. Seguono, anche questa volta, anni di successi e di riconoscimenti per la società che a metà anni ’90, ha una distribuzione vastissima che copre gran parte della Francia e coinvolge svariati paesi Europei, gli Stati Uniti e l’Asia.
Il resto, va da sé, è storia di questi tempi.
Oggi la maison, impegnata su più fronti, tra collaborazioni, nuove collezioni e speciali iniziative, continua a fare della qualità e della ricerca dei materiali la sua arma vincente, sfida il mercato a colpi di dinamismo e originalità, mai seguendo le mode, sempre inventandole.
Basta dare uno sguardo, infatti, all’ultima collezione dell’autunno inverno 2010/11, per comprendere come il suo uso sapiente e inedito dei materiali, la combinazione mai banale degli accenti e degli accessori, il gusto urbano che si mescola ad un’eleganza senza tempo, si fondono in creazioni che hanno un senso stilisticamente profondo, una ricerca alle spalle e soprattutto una storia.
Bella e di sostanza, proprio come quella che – se siete arrivati fin qua- vi siete lasciati raccontare.
Alla prossima.