La storia dei pattern più iconici della moda
Come sono nati e perché hanno così successo
17 Maggio 2024
Parlando di moda, spesso sentiamo citare il termine “motivo” o, più nello specifico, “pattern”, ma non tutti sanno esattamente di che cosa si tratta. Sono quei segni distintivi che una maison adotta per farsi riconoscere, per “firmare i propri capi”, quella trama d’archivio senza tempo, capace di donare identità ad un item, o a intere collezioni. Pensiamo al pattern di Vuitton, nonostante siano trascorsi cento anni dalla sua creazione, esso continua a essere di tendenza. Come mai? Perché non si tratta di nostalgia, di passione per il vintage o per i dettagli old school, i pattern non invecchiano perché la storia, il fascino delle radici di un brand è ciò che ha reso il brand stesso un’icona. Un classico trench Burberry con il motivo tartan non passerà mai di moda perchè ha segnato la moda, in un futuro prossimo ci ricorderemo della trama BAPE perché BAPE sta incidendo sul mondo di oggi.
In un momento storico in cui le maison giocano con gli archivi, le collezioni diventano sempre più riconoscibili e riflesso del creative director che ne è a capo, vi raccontiamo la storia di 9 pattern iconici, riusciti, ma soprattutto atemporali.
Louis Vuitton
Il celebre monogram (iniziali del brand ripetute molteplici volte che caratterizzano il pattern) Louis Vuitton ha ben 122 anni ed è stato disegnato da Georges Vuitton ispirandosi al simbolismo giapponese, in onore del padre fondatore della maison parigina. L’iconico motivo LV nei classici toni del marrone damier rende la casa di moda francese la più contraffatta della storia per via della sua fama e importanza. Questo monogram è stato protagonista di numerosissimi capi e accessori, dai bauli alle borse, dalle giacche ai maglioni, dalle cinture alle sneaker. I creative director si susseguono, ma il motivo più celebre del mondo non scompare.
Gucci
Il motivo con la doppia G di Gucci è stato disegnato nel 1964 da Aldo Gucci con l’intento iniziale di apporlo solo su alcuni degli articoli di pelletteria del marchio toscano. Nel tempo, Gucci ha saputo evolversi grazie alle mani dei designer susseguitisi nel tempo, restando sempre al passo e rendendo così il tradizionale pattern con le due G una pietra miliare della moda. In meno di un secolo, il brand italiano è passato dagli articoli da viaggio e per l’equitazione alle sfilate, mantenendo intatti i canoni stilistici e i simboli di una volta, come il logo intrecciato – ora sovrapposto -, la fibbia verde-rosso-verde e, appunto, il pattern ripetuto “doppia G”.
Fendi
La doppia F è al momento tra i loghi più riconoscibili al mondo. Recentemente il grafico Hey Reilly ha riproposto l’iconica F di Fendi col font FILA, logo accolto dal marchio sportivo in occasione del lancio della collezione Fendi Mania. Questa mescolanza può essere vista come un ulteriore avvicinamento dell’high fashion allo streetwear, due mondi una volta distanti ma ora impossibili da dividere.
Dior
Creato da Marc Bohan negli anni ’70, il monogram di Dior è tra i più caratteristici in assoluto, pur avendo meno fama rispetto ai precedenti. Negli ultimi tempi è stato riportato in auge da Maria Grazia Chiuri e Kim Jones. La sua prima comparsa nel terzo millennio, però, la fa con John Galliano nella SS00. A tal proposito, non possiamo non citare il denim bikini storico disegnato proprio dall’attuale creative director di Maison Margiela, lo stesso che ha vestito Gisele Bündchen in quella celebre campagna per la collezione AW del 2004.
Burberry
L’immortale motivo tartan della maison inglese è rinato negli ultimi tempi, riportato sotto i riflettori prima da Christopher Bailey, lo stesso che agli inizi degli anni 2000 lo aveva bandito per combattere la contraffazione e la perdita di valore che stava subendo Burberry a causa dei chav londinesi, e poi con Riccardo Tisci. Proprio il designer tarantino, aiutato da Peter Saville, ha ridisegnato il pattern del brand fondato da Thomas Burberry, rinnovandolo e modernizzandolo, con un occhio di riguardo verso i millenials, beige, arancione e avorio. Le critiche non sono mancate ma in questo modo il pattern precedente non ha guadagnato maggiore importanza e pregio?
A Bathing Ape
L’unico marchio streetwear a possedere un proprio motivo è il giapponese BAPE. Noto anche come “Cloud Camo”, il BAPE Camo assume tutti i tratti della cultura nipponica, stravolgendo la classica trama militare e dandogli quel singolare e originale aspetto cartoonesco che ha permesso al brand di Nigo di diventare un colosso dello streetwear mondiale. Le scimmie impresse e i colori proposti negli anni dal BAPE Camo sono frutto della creatività del designer, noto estimatore della cultura novecentesca: le scimmie sono ispirate al film del 1968, Planet of the Apes, mentre le nunace del motivo nascono dalla passione di Nigo per l’artista americano Andy Warhol.
Goyard
Le origini di questo pattern non sono certe. Alcuni pensano che il motivo (dipinto a mano), simboleggi la Y del nome della maison, altri credono che la lettera rappresenti le tre generazioni della famiglia Goyard. Cosa pensiamo noi? Amiamo l’alone di mistero attorno al goyardine: esclusivo e per pochi. D’altronde, è a questi canoni che la casa francese si è sempre rifatta nel corso della sua lunga storia dedicata alla creazione di borse e valigie di lusso.
Givenchy
Uno dei motivi più affascinanti è quello di Givenchy: quattro G si incrociano, poste l’una al fianco dell’altra, formando quadrati che si ripetono all’infinito su borse, sciarpe e quant’altro. Nel 2016, Riccardo Tisci l’ha ridisegnato affiancando le lettere del nome della maison a un insieme di stelle, a testimonianza del valore incisivo e universale impresso dallo stilista italiano al marchio transalpino.
Neil Barrett
Chiudiamo con l’efficace motivo “a saette” proposto dal designer inglese. Fantasioso e particolare, il Lightning Bolt di Neil Barrett ha assunto importanza negli ultimi 10-15 anni dopo che lo stilista cresciuto da Gucci ha vestito artisti come Justin Timberlake, Lenny Kravitz e Madonna e fornito le proprie creazioni per la produzione di film di successo come Spider-Man 2, Spider-Man 3 e Ghostrider. Oggi possiamo trovare il motivo su molti degli item ideati dal creativo britannico, il quale adotta per la sua label nata nel 1999 uno stile maturo, classico e moderno.