Cosa è successo alla sfilata SS19 di Off-White
Virgil ha portato in passerella Swoosh e ampie gonne in tulle
28 Settembre 2018
Dopo foto in anteprima, post su Instagram e stories dall’atelier, ieri sera è andata finalmente in scena la sfilata Off-White SS19 firmata Virgil Abloh in occasione della PFW.
Lo show era intitolato “Track and Field” e fin dagli inviti l’ispirazione è stata chiara: al posto delle classiche buste, Abloh ha realizzato delle vere e proprie pettorine, di quelle che gli atleti indossano durante le gare, attaccandole alle divise con delle spille da balia. La conferma è arrivata al primo sguardo al setting della sfilata, una riproduzione di una vera e proprio pista di atletica, con tanto di corsie, ciuffi d’erba che spuntano dall’asfalto, tabellone con nomi e nazionalità degli atleti (in questo caso le modelle) e quadranti a tenere il tempo. “Track and Field” è anche il nome della linea di Nike dedicata all’atletica, in particolare con sneaker disegnate appositamente per la pista, e lo Swoosh ha avuto un ruolo di primo piano in questo show.
Come ha raccontato lo stesso Virgil l’idea alla base della collezione era quella di “celebrare tutte le donne che corrono”, e per farlo il designer ha scelto un cast di modelle di eccezione. Oltre alle top fedelissime Bella Hadid e Kendall Jenner che hanno aperto la sfilata, e Kaia Gerber, Karlie Kloss, Jourdan Dunn e una rediviva Bianca Balti (ufficialmente ritiratasi dalle passerelle), Abloh ha arruolato infatti vere e proprie atlete Nike, otto medagliate olimpiche, come la sprinter inglese Dina Asher-Smith, la campionessa colombiana di salto triplo Caterine Ibarguen o la eptatleta inglese Katarina Johnson-Thompson. Abloh ha voluto in qualche modo omaggiare anche l’amica e tennista più forte del mondo, Serena Williams, realizzando un abito con top in tessuto tecnico e un’ampia gonna asimmetrica in tulle, una sorta di rivisitazione in chiave haute couture della divisa indossata dalla Williams durante gli ultimi US Open.
Tutti i 48 look della collezione erano costantemente in bilico tra lo sportswear più puro e l’idea di una moda veramente indossabile. Si passava da eteree camicie trasparenti abbinate a pantaloni sartoriali, a veri e propri leggings da corsa coordinati con blazer bianchi, giacca e shorts in pizzo San Gallo hanno sfilato prima di vere e propri bodysuit da corsa. Abloh sembra aver seguito la lezione di Margiela, il primo ad utilizzare calzini per realizzare capi di maglieria: Kaia Gerber, infatti, ha sfilato con un top costituito da diversi calzini Nike cuciti insieme, operazione ripetuta poi anche per i pantaloni. Non si può non notare, però, la somiglianza tra questo top e quello realizzato da Mini Swoosh, maestra nel sovrapporre tessuti e Swoosh diversi, postato sul suo Instagram mesi fa.
Lo show si è aperto con una serie di look total white, che variavano sempre in materiali, trame e sfumature, per poi passare al nero, utilizzato per i capi più prettamente da corsa (firmati Nike Pro) così come su coordinati pantaloni e vest con maxi logo colorato; dopo le sfumature grigie del denim, è arrivato il giallo fluo, che sul finale si è trasformato in una stampa rettile con venature nere, che decorava giacche, abiti midi, lunghe camicie, minigonne, pantaloni oversize, per poi dare un tocco di colore al look finale, come inserto in un scenografico abito di tulle nero.
Probabilmente il vero pezzo forte sono stati gli accessori. Innanzitutto i guantini sempre a stampa rettile, poi gli orecchini che sono delle piccole fibbie, i marsupi iridiscenti e quelli mini legati intorno alla coscia. L’attenzione maggiore, ovviamente, era riservata alle scarpe. Oltre alle Zoom Fly, classiche scarpe da corsa rivisitata in chiave Off-White, Abloh ha dato vita alle nuove sneaker “Waffle Racer”: il designer voleva espressamente una scarpa che sembrasse ancora un prototipo, cucita a mano con pezzi di materiali diversi. La sneaker, inoltre, in base all’usura dei tacchetti sulla suola rivela la distanza percorsa, 10 miglia il primo livello di tacchetti, 30 il successivo e 75 per finire. Virgil si è misurato anche con le scarpe col tacco, stiletto con infradito, stringhe (le famose Shoelaces), sempre con la Red Tag.
La sensazione, alla fine della sfilata, è che Off-White senza Nike non avrebbe molto senso di esistere, e che anzi, potrebbe essere addirittura considerato la linea luxury del gigante dello sportswear. I look più interessanti, infatti, erano quelli che giocavano maggiormente sul contrasto tra capi sportivi e capi più eleganti e adatti ad una sfilata, un’estetica che ha sempre fatto parte del DNA di Off-White, che ne ha fatto il suo simbolo e punto di forza, o come in questo caso, punto debole. Virgil non ha saputo rinnovarsi e ha portato in passerella trend già visti, dai marsupi alla stampa rettile ai colori fluo, mentre i capi più basic sono stati ravvivati dal classico logo o dalle scritte, che Virgil ama molto. Tutto l’hype che ruota intorno al mondo dello sportswear e più in generale l’attenzione che viene riservata a questo tipo di moda la dobbiamo in larga parte proprio a Virgil Abloh, che in tempi non sospetti aveva capito che il futuro della moda era lo sport. Gli anni però sono passati e lo sportswear è diventano il trend più dominante del decennio. Abloh sta cercando di far evolvere ulteriormente il concetto di abbigliamento tecnico, ma per questa stagione almeno i risultati non sono stati così innovativi o sconvolgenti, perché non basta più mettere uno Swoosh su una maglia o scrivere “LOGO” su un top per dire di aver fatto una collezione convincente.