Quali brand italiani sono ancora italiani?
Resterete sorpresi
01 Maggio 2021
Il 2020 e 2021 sono stati un biennio importante per la moda italiana, che ha visto il formarsi di una serie di nuove forze commerciali interne al Paese che, dopo una lunga stagione di acquisizioni da parte di gruppi d’investimento stranieri, ha portato all’acquisizione italiana di brand internazionali: parliamo di brand come Jil Sander o Ann Demeleuemeester, acquisiti rispettivamente dall’OTB Group e da Claudio Antonioli. Nel frattempo Moncler ha acquisito Stone Island con il desiderio di far rimanere il business del brand fondato da Massimo Osti in Italia, mentre un brand storico come Armani ha ventilato l’idea di un’alleanza commerciale del Made in Italy.
Ma anche se molti dei brand italiani più celebri hanno CEO e direttori creativi italiani e basano in Italia le proprie operazioni, essi battono la bandiera dei paesi dei loro proprietari: che si tratti della Francia, della Corea o del Qatar. Ecco quali sono i principali brand italiani rimasti italiani e quelli che sono invece diventati internazionali.
Internazionali
Versace
- Anno di fondazione: 1978
- Fondatore: Gianni Versace
- Anno di Vendita: 2018
- Acquisito da: Michael Kors - USA
- Costo: 2.1 miliardi di dollari
Gucci
- Anno di fondazione: 1921
- Fondatore: Guccio Gucci
- Anno di vendita: 1999
- Acquisito da: Kering - Francia
- Costo: 3 miliardi di dollari
Fendi
- Anno di fondazione: 1925
- Fondatore: Adele Casagrande e il marito Edoardo Fendi
- Anno di vendita: 1999
- Acquisito da: LVMH France
- Costo: 850 milioni di dollari
Fila
- Anno di fondazione: 1911
- Fondatore: Johan Fila
- Anno di vendita: 2007
- Acquisito da: Fila Korea Ltd. Korea
- Costo: non dichiarato
Valentino
- Anno di fondazione: 1957
- Fondatore: Valentino Garavani
- Anno di vendita: 1998
- Acquisito da: Mayhoola - Qatar
- Costo: 700 milioni di euro
Bottega Veneta
- Anno di fondazione: 1966
- Fondatore: Renzo Zengiaro e Michele Taddei
- Anno di vendita: 2001
- Acquisito da: Kering - Francia
- Costo: 156 milioni di dollari
Bulgari
- Anno di fondazione: 1884
- Fondatore: Sotirio Bulgari
- Anno di vendita: 2012
- Acquisito da: LVMH - Francia
- Costo: 4.3 miliardi di euro
Oltre a quelli presenti nella lista qui sopra, anche La Perla, Brioni, Fiorucci, Krizia, Miss Sixty, Pucci, e YOOX sono controllati da compagnie internazionali. Quali invece sono ancora gestiti da italiani?
Italiani
Prada
- Anno di fondazione: 1913
- Fondatore: Mario Prada
- Gestita da: Miuccia Prada e il marito Patrizio Bertelli
- Sede: Milano
Armani
- Anno di fondazione: 1975
- Fondatore: Giorgio Armani e Sergio Galeotti
- Gestita da: Giorgio Armani
- Sede: Milano
Dolce & Gabbana
- Anno di fondazione: 1985
- Fondatore: Domenico Dolce e Stefano Gabbana
- Gestita da: Alfonso Dolce, CEO
- Sede: Milano
Stone Island
- Anno di fondazione: 1982
- Fondatore: Massimo Osti
- Gestita da: Carlo Rivetti
Acquisita da: Moncler - Sede: Originariamente Ravarino, ora Milano
Moschino
- Anno di fondazione: 1983
- Fondatore: Franco Moschino
- Gestita da: Angela Missoni
- Sede: Milano
Max Mara
- Anno di fondazione: 1952
- Fondatore: Achille Maramotti
- Gestita da: Luigi Maramotti
- Sede: Reggio Emilia
Anche i marchi Salvatore Ferragamo, Etro e Missoni sono ancora in mano italiana. Ermenegildo Zegna, invece, quest'anno è andato nella direzione opposta, acquisendo il brand americano Thom Browne.Un caso particolare è quello di Moncler, brand francese di abbigliamento outdoor fondato nel 1955, acquistato poi nel 2003 dall'imprenditore italiano Remo Ruffini, ed ora considerato a tutti gli effetti un marchio italiano che ha anche acquisito Stone Island.
Se si guarda più in profondità alla questione, molti dei brand che ora sono controllati da grandi gruppi e compagnie hanno tutte le loro buone ragioni per trovarsi lì. Marchi come Gucci e Fendi traggono beneficio da tutte le possibilità e le tecnologie che questi grandi gruppi offrono, elementi che il mercato globale e una grande rete di distribuzione richiedono. Prada e Stone Island, nonostante non possano essere definiti brand 'piccoli', hanno un approccio più da boutique: le collezioni, solitamente con un numero minore di capi, si concentrano soprattutto sullo sviluppo tecnologico e la ricerca dei materiali, e sono quindi più adatte a rete di vendite più piccole. Sempre più persone in ogni parte del mondo vogliono poter comprare beni di lusso che siano anche di grande qualità, una richiesta questa che può essere soddisfatta solo dai grandi gruppi commerciali, passaggio inevitabile in un mercato globale del lusso in costante espansione.