Milano sta prendendo una direzione ben precisa
Lo streetwear sta per dominare la città
17 Settembre 2018
Ieri siamo stati all’apertura del primo consignment store di Milano dedicato allo streetwear, Dropout.
Abbiamo realizzato un reportage che mi ha subito fatto riflettere su un aspetto.
Per un appassionato di sneakers come il sottoscritto, Dropout è un assoluto paradiso, potete trovarci le release più fiche e più ricercate fino ad arrivare a veri e propri pezzi unici o quasi, come la Nike Air Mag (quelle di Marty McFly in Ritorno al Futuro, mio film prefe della vita) e le Air Jordan 1 Retro Reverse Shattered Backboard. Queste ultime, oltre ad essere un mio sogno che per adesso resta proibito, sono forse una delle colorways più azzeccate dal 1985 ad oggi. C’è però una particolarità che rende unico il paio in questione che potete vedere o comprare, nel caso foste milionari, da Dropout, la scarpa sinistra ha lo swoosh cucito al contrario.
Ho scritto in precedenza che per portarvele a casa dovete avere un conto in banca con svariati zeri, infatti il prezzo di questo pezzo unico è decisamente esorbitante e io non ve lo dirò, andate a chiedere di persona. A prescindere dalla questione meramente economica la presenza di questa scarpa unica è spunto per una riflessione come dicevo. Tra pochi mesi spegnerò 36 candeline e la passione per le sneakers è una costante della mia vita sin dalla tenera età, il primo paio di Jordan che ho comprato, e che custodisco ancora gelosamente, è una 9 comprata grazie all’ottima pagella che portai a casa. Avevo 11 anni.
Ricordo che ero ossessionato dalla pulizia della scarpa, volevo rimanesse perfetta, senza un minimo difetto.
Proprio quella sensazione mi ha portato a chiedermi, se quindici anni fa io avessi aperto il box delle mie Air Jordan 1 e avessi trovato lo swoosh cucito al contrario, sarei stato in grado di comprenderne il valore? Avrei capito la fortuna che mi era capitata? O proprio perchè ossessionato dalla perfezione sarei tornato indietro a cambiarle? Come si dice, il tempo passa e se ne porta il tutto, ora la direzione delle cose è abbastanza chiara. Il fortunato che ha fatto quella che per me all’epoca sarebbe stata forse un’amara scoperta, oggi si ritrova con una scarpa che vale quanto un monolocale. Lungi da me stare qui a sentenziare se sia giusto o sbagliato, non credo sia il discorso corretto da fare ne tantomeno credo abbia senso, quello che voglio sottolineare è il completo stravolgimento delle regole in un senso ben chiaro ed evidente. Ciò che prima potevamo ritenere un errore, un difetto, ora è un pregio che regala alla scarpa un’unicità che la rende un gioiello che potrebbe essere venduto da Bulgari o da Cartier.
Una cosa resta però, l’amore. I prezzi potranno continuare a salire, potrà essere sempre più difficile riuscire ad accaparrarsi una scarpa che desideriamo tanto ma aprire il box, scartare e prendere la scarpa in mano per la prima volta resterà sempre l’emozione più bella di tutte.
La direzione di cui parlavo prima non riguarda soltanto una piccola fan base di appassionati di sneakers ma ha travolto in pieno tutta la città. Milano a breve ospiterà il più grande evento dedicato alle sneakers, Sneakerness, precisamente il 6 e 7 Ottobre, questo è evidenza marcata della strada che la città sta percorrendo. La direzione è quella di rispondere ad un'esigenza sempre più forte, da parte sopratutto dei più giovani, di possedere gli oggetti del desiderio della nostra contemporaneità, le sneakers.
A tale esigenza Milano sta rispondendo alla grande, basti pensare a realtà come One Block Down che è passato dai 20 metri quadrati scarsi in corso 22 Marzo ad un super negozio in piazza Armando Diaz, oppure proprio a Dropout che ha fatto un passo che in città non aveva fatto ancora nessuno diventando il primo store nel suo genere a Milano.