I 5 peggiori item della New York Fashion Week SS19
Quel filo sottile che collega la provocazione all'esagerazione
13 Settembre 2018
Durante questa New York Fashion Week abbiamo avuto modo di osservare emergenti e colossi del fashion system che, tra passerelle e presentazioni, hanno presentato la loro proposta per la prossima SS19. Ma non sempre dopo uno show bisogna dare per scontato applausi e recensioni positive. Ad emergere non a caso sono sempre quei capi, accessori o shoes che più di tutti hanno generato perplessità e fatto imbronciare i più accaniti fashionisti. Il "peggio" cattura sempre l'attenzione più del del dovuto. Perché? Semplice, ai designer piace esagerare e alle persone piace chiacchierare.
Ecco i 5 peggiori item SS19.
#1 Jeremy Scott
Andando in ordine cronologico, Jeremy quest'anno ha deciso di proporre una collezione ispirata al Jeremy degli anni '90 quando, scattandosi da solo delle fotografie, si cimentava con i suoi look estremi tra make up eccentrici e capelli da rocker ribelli. Un Mr Moschino po' David Bowie ha deciso ancora una volta di strafare con colori forti e look sexy ma il concetto di "osare" forse gli è un po' sfuggito di mano in fatto di boots. Una folle fusione tra una Nike Air Mag e dei Moon Boot.
#2 Brock Collection
La giovane label newyorkese (fondata nel 2014 da Laura Vassar Brock e Kristopher Brock) ha sfoggiato in passerella la femminilità nella sua forma più classica, presentando un trionfo di nastri, abiti avorio e voilant. Ma la sua partecipazione a questo articolo è dovuta al basso decolleté piumato proposto in passerella. Ricordate gli avvoltoi de Il Libro della Giungla?
#3 Coach
Da Whoopi Goldberg a GoldLink, numerose sono le star che hanno deciso di prestare il loro supporto alla label di Vevers, ma ciò che dobbiamo ancora capire se supportiamo o meno è la scelta che il designer ha fatto di accostare al pizzo e a dress stile vittoriano Bambi, gli Aristogatti e Dumbo.
#4 Kota Okuda
Questo brand ha debuttato con la sua prima collezione al Parsons MFA Show 2018 e, come ci si poteva aspettare, ha catturato l'attenzione di tutti dal momento in cui ha deciso di far sfilare le modelle con indosso solo ed esclusivamente soldi e carte di credito. Denuncia sociale? Lotta del sistema? Forse, ma affidandosi alla dichiarazione rilasciata sul profilo IG il marchio mira a "[ridefinire] la moneta americana trasformandone il valore in un sistema di abbigliamento". Una catwalk che non si vede tutti i giorni.
#5 Gypsy Sport
Il podio delle stranezze va però (da qui a qualche anno) a Gypsy Sport. Il brand, che ha aperto ufficialmente la strada di Lourdes Leon nel mondo delle passerelle, dopo aver commosso il suo pubblico con un omaggio alle vittime dell'11 settembre, ha deciso ancora una volta di puntare tutto sullo shock, sulla provocazione e sulla diversità. Abiti strappati, cappelli a forma di palma, dread verdi, tubini provocanti e quell'effetto vedo non vedo che fa vedere decisamente abbastanza.
"Io prospero nelle avversità e nella diversità“ ha dichiarato lo stilista Rio Uribe.
Bisogna però ancora capire una cosa: il mondo di Gypsy Sport rappresenta la realtà o una sua variante estrema, implicitamente catastrofica e provocatoria?