La rivoluzione di Riccardo Tisci
“Il lusso moderno non può prescindere dalla responsabilità sociale e ambientale”
06 Settembre 2018
Da Burberry è iniziata una nuova era.
L’arrivo nella storica casa di moda inglese di Riccardo Tisci come creative director e di Marco Gobbetti come CEO coincide con una nuova visione fatta di piccole e grandi rivoluzioni.
La prima è il re-branding ad opera del graphic designer Peter Saville, che ha rivisitato il logo in un mood accattivante e moderno in carattere Sans Serif, accompagnato da un rinnovato monogram: un lettering a incastro ispirato ai disegni d’archivio della Maison.
Ok il desiderio di proteggere l'immagine di un marchio, ma davvero lo sconto sulla merce fa più paura della decisione di incendiarla, generando così, secondo quanto riporta BoF riferendosi ad una lettera scritta dal retailer ThredUp, "il 10% delle emissioni globali di carbonio"?
Non per Gobbetti che in una nota ha detto:
"Il lusso moderno significa essere socialmente e ambientalmente responsabili. Questa convinzione è fondamentale per noi di Burberry e la chiave del nostro successo a lungo termine.”
“Avere collezioni più frequenti e più rigorose che possono essere davvero mirate […] ti permette di essere molto più preciso nel modo in cui progetti, acquisti e vendi”. Un esempio perfetto di questa filosofia? La capsule collection con Vivienne Westwood.
Per sapere le prossime rivoluzioni di Burberry, soprattutto dal punto di vista stilistico, dovremmo però aspettare fino al 17 settembre, quando Riccardo Tisci presenterà la sua prima collezione come direttore creativo della label durante la London Fashion Week.