La moda è una delle industrie che contribuisce di più alla schiavitù moderna
Il costo della fast fashion?
30 Luglio 2018
È orribile, ma certo non inimmaginabile: la moda è una delle industrie che contribuisce di più alla schiavitù moderna.
Secondo il Global Slavery Index 2018 della Walk Free Foundation, insieme a tecnologia, zucchero di canna, cacao e mercato ittico, la moda è tra le cinque industrie che trae il maggior vantaggio dalla diffusione capillare della schiavitù moderna, di cui si stima siano vittime circa 40 milioni di persone in tutto il mondo (il 71% delle quali sono donne). Riportando la notizia, Teen Vogue afferma che, soprattutto a causa della fast fashion
"dai 354 miliardi di dollari che sono stati importati nei paesi del G20, gli indumenti hanno rappresentato un valore di $ 127,7 miliardi di importazioni potenzialmente prodotte attraverso il lavoro degli schiavi".
La Corea del Nord, l'Eritrea e il Burundi sono le prime tre nazioni con la più alta prevalenza di schiavitù moderna, ma le importazioni più a rischio, secondo quanto riferito, provengono da Cina, India, Vietnam, Tailandia, Malesia, Brasile e Argentina.
"Oltre 40 milioni di persone in tutto il mondo sono vittime di schiavitù, che può assumere modalità e forme diverse" - spiega la fondazione Walk Free - "È nostra responsabilità fermare questo crimine."
Come? Assicurandoci che le nostre abitudini d'acquisto siano il più etiche possibili, ad esempio comprare meno fast fashion, ma, in primo luogo, è necessario che le prime nazioni del mondo siano responsabili dei loro contributi alla schiavitù moderna.
"Troppo spesso, l'onere di eliminare la schiavitù moderna è posto solo nei paesi in cui il crimine viene perpetrato" - ha scritto l'organizzazione sul suo sito web - "Hanno certamente una responsabilità, ma non sono soli in questo senso: un'atrocità tanto grande e pervasiva quanto la schiavitù moderna richiede una risposta unitaria e globale".