Mawi: Pop jewellery made in India
03 Novembre 2010
Il profilo personale dell’indiana Mawi Keivom è di quelli che vanno ad ingrossare le già ampie fila degli appartenenti alla cosiddetta categoria dei “trapiantati a”.
Non so se ci avete mai fatto caso, ma spesso e volentieri, nel momento in cui vi ritrovate a leggere la biografia di designer, fotografi, artisti in generale, la prima riga del primissimo paragrafo inizia proprio così: Nome Cognome, di origini taldeitali, trapiantato a. Formula a cui in genere seguono, alternativamente (e in ordine di priorità probabilistica): Londra, Parigi, New York.
Le 3 città si fanno – per ovvi motivi – catalizzatori di talenti, e in fatto di creatività raccolgono il meglio del meglio a livello mondiale.
Mawi, dai suoi uffici di Londra, è senza dubbio in grado di spiccare in quest’universo fatto di stelle e stelline di varia grandezza, grazie alla forza della sua storia personale e alla capacità che ha dimostrato di avere nel saperla proporre in un’ottica originale e saggiamente “Eastern World-friendly”: l’estetica iperelaborata, colorata, quasi barocca che caratterizza l’immaginario indiano si sposa qui con i gusti occidentali senza produrre alcun effetto di stridore nè contrasto “inappropriato”.
La personalità dei suoi gioielli è senz’altro molto forte: vade retro look bonton e chiunque non abbia nel proprio DNA una buona dose di sense of humor e voglia di osare.
Diciamo che, tanto per intenderci, una Anna Dello Russo fornirebbe senz’altro il suo personalissimo placet su questo tipo di suppellettili.
La collezione pensata dalla designer per la P/E 2011 ci vuole quindi raccontare una storia, anzi cinque.
Attraverso altrettanti titoli che ne definiscono le rispettive identità, veniamo accompagnati lungo il percorso creativo che Mawi ha seguito nel concepire i suoi nuovi capolavori.
Avremo quindi Devotion: come il nome stesso suggerisce, in questo caso è la tradizione indiana legata al culto, ai templi, ai riti religiosi che ne ha guidato l’estro per dare vita a collane oversize, pendenti di cristallo, statement earrings declinati in colori come il giallo acido, il magenta, il viola e il verde giada. Strizzando l’occhio ai più classici motivi paisley.
Candy Luxe è la linea più femminile e leziosa di tutte, con le sue perle dai colori immacolati, le catenelle dorate e i dettagli in metallo.
Recuperiamo grinta e carattere con Deco Rocks, linea glamour e urbana ispirata stavolta ad elementi tipici dell’Art Deco, e che si nutre di tratti estetici quasi mascolini come borchie e dettagli “industriali”.
Concediamoci ora un ampio respiro, chiudiamo gli occhi e ripetiamoci mentalmente l’aggettivo “bucolico”. Tuttifrutti è esattamente questo, un richiamo alla natura e ai suoi elementi, ma reinterpretati in chiave allegramente pop. Look plasticfantastic e colori giocosi per ciliegie e altri piccoli frutti.
Infine, un tributo a quella commistione culturale che da sempre caratterizza il continente indiano: elementi tipici hindu si mescolano quindi con quelli provenienti dalla cultura dei loro ex colonizzatori britannici. Gypsy Rani ci regala infatti una cacofonia di quarzi, occhi di tigre, turchesi e agate remixati tra loro in forme iconiche come teschi, grossi pendenti a forma di cuore e camei.
Coolness à go-go, e per tutti i gusti.