Intervista a Michele Wad Caporosso
"Il fatto stesso di appassionarsi a qualcosa mi fa impazzire"
14 Marzo 2018
Perchè porre limiti all'arte? Perchè pensare di trascorrere l'intera vita categorizzati all'interno di un mestiere, di una sola passione, di un luogo? Spostarsi e sperimentarsi per poi conoscersi sempre più e magari sbagliare, ma con la consapevolezza di poter crescere solo in questo modo.
Oggi vi presentiamo Michele Wad Caporosso, voce della sera di Radio Deejay, figura influente dell'urban world italiano ed ora pronto a lanciarsi nel fashion con una capsule di t-shirt che nascono dal profondo concetto di "gang". Ecco cosa ha voluto raccontarci di lui, del suo lavoro e del suo "sbagliare in continuazione".
#1 Michele Wad Caporosso: conduttore, blogger, esperto di strategie digital, voce di “Say Waaad?” e “1212” su Radio Deejay. Sei quel non-rapper che passa dai magazine alla radio con estrema scioltezza, usi non solo la tua voce ma anche la tua penna ed ora il senso estetico con il lancio delle tue nuovissime tees. Sei un amante dell'arte in tutte le sue sfaccettature oppure non ami farti classificare all'interno di una sola categoria?
"Sei un amante" è la sintesi di tutte le descrizioni, cioè sì, sono un amante. Per esempio delle passioni, il fatto stesso di appassionarsi a qualcosa mi fa impazzire, che sia il giornalismo o la moda, la musica o la street culture. Il senso di urgenza che un essere umano è capace di far esplodere attraverso le proprie passioni è la mia categoria. La penso così: se c’è una cosa che unisce tutte le passioni possibili e immaginabili di una persona, nel 2018 è proprio il senso estetico. E poi c'è la radio che è tutto fascino, è storia, è futuro, è magia al 100%.
#2 Da dove è nata la tua passione per la radio e come si è trasformata poi in un lavoro?
Penso che non considererò mai la radio un vero e proprio "lavoro", nemmeno ora che sono nella radio più potente in Italia. Ho sempre concepito la radio come un sentimento e i sentimenti sono sacri, non si dicono, non si "parlano". Premesso ciò, radiofonicamente parlando devo tutto ad Albertino, alle radio inglesi tipo BBC1Extra, a Hot 97, a Beats1 e a tutto quello che ha fatto Radio Deejay su Radio Deejay da quando ero bambino ad oggi che sono un “bambino” a Radio Deejay.
#3 E per il design? Hai da poco lanciato le tue prime t-shirts #WadGang. Come sei arrivato a tutto questo e perchè scegliere come tema la "gang"?
La parola "gang" ha una storia lunghissima, l'ho studiata prima di collaborare con Chris di GDTL e Davide al primo drop di t-shirt che è andato sold out in 24 ore. Storicamente "gang" non aveva quell'accezione negativa che ha avuto poi nel 900 per via della criminalità. Ora sta tornando ad avere una sfumatura positiva, quasi di auto-affermazione. In America è così dai tempi di Ice Cube, in Italia è tutto merito di fenomeni generazionali come Dark Polo Gang o BHMG se la parola "gang" è entrata nel linguaggio comune. La mia t-shirt è solo una celebrazione "instant" di questo periodo, e infatti l'intenzione è di trasformare queste celebrazioni figlie del tempo che passa in edizioni limitate. “Limitate” come tutte le cose che facciamo noi nati negli anni 80/90/00.
#4 Secondo te la moda, ai giorni d'oggi, può essere considerata un canale di comunicazione? Quali vantaggi ha rispetto ad altri 'mezzi'?
La moda oggi, come anche la musica, è tutta-comunicazione. Sono due dei canali più influenti per trasformare i linguaggi delle sottoculture in fenomeni pop. Il mass appeal non esisterebbe senza la credibilità dell’underground, la moda è tutto, qualche mese fa Coez mi ha detto questa frase che a sua volta gli era stata detta da qualcun'altro: "la moda è come un liquido versato su una piramide. La parte superiore gode degli effetti più belli, poi man mano che che scende il liquido si disperde. E si aspetta che qualcuno faccia cadere un nuovo liquido sulla piramide". La piramide è la comunicazione, il liquido è il pensiero che corre tra la gente grazie anche a chi fa il mio e il tuo lavoro.
#5 Osservando il tuo percorso sembri una personalità in costante trasformazione, pronto ad accettare sfide sempre diverse, senza timore di sbagliare. Cosa ci sarà dunque nel tuo futuro?
Ho talmente poco timore di sbagliare che sbaglio in continuazione. A tutti i livelli, questo perchè tra le tante lezioni che ho imparato ultimamente c'è quella di non valutarmi in base a quello che ho ottenuto ma in base a quello che avrei potuto ottenere ma sopratutto in base a quello che potrò ottenere se la smettessi di avere paura di sbagliare. La paura è il vero problema come insegna Breaking Bad, per questo cerco di fare mille cose in continuazione, per non pensarci: alla paura, al percorso e nemmeno al futuro.