Raf Simons FW18 Moodboard
Tutte le ispirazioni dietro la collezione del designer belga presentata durante l’ultima NYFW
09 Febbraio 2018
New York come Berlino.
Il 2018 come la seconda metà degli anni ’70.
Uno spazio industriale scarsamente illuminato del Westside come la stazione della capitale tedesca.
“Youth in Motion” come “Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo”.
Raf Simons come Christiane F..
Il designer belga chiude l’ultima fashion del menswear con una collezione fortemente ispirata al cult film tedesco, tratto dall’altrettanto famosa biografia di Christiane Vera Felscherinow, racconto che l’uomo ha conosciuto da adolescente e che si è fissato indelebile nella sua mente.
La cruda storia personale di una tredicenne che precipita nella dipendenza da eroina diventa il veicolo perfetto per ricordare che un animale creativo ha bisogno di lavorare, pensare senza paura. E senza paura, senza pregiudizi e moralismi parlare della società, dei suoi lati più oscuri, anche di droga.
Bastano i visi, bellissimi e fragili, di Natja Brunckhorst e Thomas Haustein aka Christiane e Detlef del film e parole scritte in grassetto come "LSD", "XTC", "GHB" e "2C-B", impressi sugli abiti per aprire una finestra sul mondo, spalancata anche attraverso il riferimento al libro “DRUGS” di Cookie Mueller e Glenn O’Brien.
"In definitiva, 'Youth In Motion' non cerca né di glorificare né di approvare la/le cultura/ culture della droga” – spiega una nota ufficiale di Simons –“cerca invece di considerare la presenza persistente, quasi onnipresente di narcotici (prescritti o meno) all'interno della nostra società e riconoscere le nostre relazioni spesso conflittuali con loro; a sua volta aprendo un dialogo più sfumato sulle implicazioni per una società in cui la dipendenza e le cause della dipendenza rimangono in gran parte argomenti tabù, con - come dimostrano sia Christiane F. che l'attuale crisi oppioide - spesso conseguenze umane non indicibili”.
Droga, gioventù, ma anche tradizione, passato riletto con una chiave contemporanea.
Il passato inteso come l’ingenua decadenza europea anni ’70, la NY alternativa degli anni ’80 e come le collezioni passate di Simons.