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Give me five: the best fashion shows of Paris Haute Couture FW17

Paris Haute Couture FW17-18

Give me five: the best fashion shows of Paris Haute Couture FW17 Paris Haute Couture FW17-18

La fashion week dedicata alle collezioni più preziose si conclude lasciando uno strascico di tessuti unici e silhouette teatrali, paillettes e ricami floreali, chiffon e pellicce, minidress scultorei e trench fatti con vecchie scatole di cartone.

Uno dopo l’altro, i designers hanno trasformato luoghi diversi della capitale francese in giardini incantati, terre da esplorare abitate da giraffe e elefanti, quadri impressionisti, set di un film noir anni ’40.

Scegliere le suggestioni più belle è difficile, nss ci ha provato. 

 

Viktor&Rolf

La realtà è così strana al momento, quindi perché non mostrarne il lato surreale, magari con delle bambole giganti? 
Questa la bizzarra domanda che si sono posti Rolf Snoeren e Viktor Horsting, meglio conosciuti come Viktor & Rolf, al momento di progettare la loro collezione di alta moda.

Detto, fatto. In passerella, accanto a modelle in carne ed ossa arrivano action dolls dall’enorme testa di pezza, un elemento disturbante che serve a ricordarci che la rivoluzione fa parte della realtà. E qual è il capo perfetto per combattere per un mondo migliore?

Secondo il duo di designers è il piumino da indossare con t-shirt, jeans patchwork e Dr Martens. Viktor & Rolf declina questo capo outwear in decine di varianti couture, tutte dal sartorialità impeccabile, ma con dettagli diversi: maxi fiocchi, ruches, maniche a sbuffo, cappe, sovrapposizioni, asimmetrie.

Il risultato? Surreale, originale, interessante, impeccabile. 

  

Iris Van Herpen

Parigi. Cirque d’Hiver. Una stanza buia, illuminata soltanto da 5 vasche, all’interno, immersi nell’acqua, i musicisti del gruppo danese Between Music. Sulla passerella Aeriform la collezione Haute Couture di Iris Van Herpen.

La designer olandese cerca luce nell’oscurità, esplorando con la sua visione romantica le nuove frontiere della moda. 

"L’aria e l’acqua sono le componenti strutturali e visive delle 18 silhouette elaborate, influenzando sia lo sviluppo dei tessuti, sia quello della costruzione degli indumenti che si riflette nel volume, nei motivi increspati e nella stratificazione traslucida",

spiega Van Herpen.

Arte, scienza, ingegneria e tecnologia digitale plasmano materialità aerea e leggerezza, diventano abiti di acciaio tagliato a laser e modellato come una ragnatela o nuvole d’argento circondate da un pizzo di metallo leggero come piume che disegna motivi floreali geodetici.

Più che una semplice sfilata, un’installazione d’arte, un viaggio emozionale.

 

Christian Dior

Nel cortile antistante la Dôme des Invalides, la cappella barocca dove è conservata la tomba di Napoleone, spunta un bellissimo giardino con cipressi, abeti, olivi, canne di bambù e grandi scheletri di legno di rinoceronti, elefanti e giraffe.
Qui una platea in mezzo alla quale si riconoscono Jennifer Lawrence,  Karlie Kloss, Olivia Palermo, Elizabeth Olsen, e Robert Pattinson aspetta di vedere l’ultima collezione haute couture di Dior creata da Maria Grazia Chiuri

Per realizzarla, la designer italiana rievoca figure di donne coraggiose ed irrequiete, pioniere come la saggista e cartografa inglese Freya Stark, l’esploratrice austriaca Ida Pfeiffer, l’aviatrice Amelia Earheart o Harriet Adams giornalista che si batté per entrare a far parte della società dei geografi.

Prende queste eroine e le contamina con una rilettura del lavoro di Monsieur Christian Dior, della silhouette che lo ha reso famoso, del tailleur T-Bar, ma non solo.

Così la tuta da aviatore in pelle e pelliccia convive con abiti-cappotto accessoriati con cappelli homburg, con abiti da sera di gazar di seta con altri in velluto o tulle, splendidi cappotti in tessuti maschili stretti in vita da sottili cinture di coccodrillo con pantaloni fluidi, giacca in tessuto di lana con gonne in flanella costruite con una piega cucita due volte in modo da diventare tridimensionale.

Ognuna di queste sessantasei moderne esploratrici vestite da Maria Grazia Chiuri è un piccolo capolavoro di sartorialità, portabilità e stile.

  

Maison Margiela

Guardando la nuova collezione realizzata da John Galliano per la linea Artisanal di Maison Margiela è chiaro che il connubio tra queste due entità della moda è nato sotto una buona stella.

Nel regno dell’enigmatico Martin, il designer di Gibilterra continua la sua indagine della struttura dell’abito: decostruisce, scarnifica, taglia, incolla, ricompone, ribalta.

Come un Picasso dello stile dipinge figure ibride. La giacca mannish diventa un corsetto; cartoni di imballaggio si trasformano in trench e bustier; i cappotti mackintosh si riempiono di tagli geometrici; le macro paillette vengono velate da strati di tulle sovrapposti. C’è una sorta di mood da work in progress che avvolge queste creazioni, amplificato dalla location dello show, uno spazio all’interno della sede della maison in 163 rue Saint Maur, tra l’ufficio-laboratorio di Galliano e l’adiacente sala prove.

 

FENDI

Dopo aver creato la torre Eiffel per Chanel, da Fendi Karl Lagerfeld coltiva un giardino incantato che sembra uscito da un quadro di Monet.

Gli abiti indossati da Bella Hadid, Kendall Jenner e le altre modelle sbocciano uno dopo l’altro: i trench coat in astrakan, i tailleur bianchi e neri, gli abiti di pizzo intagliato, le cappe con ricami floreali, i minidress con corpetto di pizzo e gonna di pelliccia, il completo di pelle effetto pizzo per il quale ci sono volute 2.600 ore di lavoro.

Ognuno dei 42 capi di Flowers From Another World è un esempio di maestria sartoriale e opulenza. Ognuno è decorato con cascate di petali, inserti di piume che formano corolle di iris, pennellate acquarellate di tele impressioniste, visone intrecciato con tessuto, intarsi ispirati ai papaveri, merletti in pelle.

Visoni, zibellini e agnelli pregiati nelle mani di Lagerfeld diventano la tela di un giardino fiorito, tanto bello e vivido da essere quasi più bello dell’opera di madre natura.

 

BONUS

 

Rodarte

Kirsten Dunst, Miranda July, Brie Larson e Tracee Ellis Ross assistono all’esordio parigino di Rodarte.

Le sorelle Mulleavy restano fedeli al loro stile e ricreano un romanticismo stemperato da influenze folk e mood da motociclista. Riempiono l’austero chiostro dell’abbazia di Port-Royal con piante e fiori opera del celebre fiorista Debaulieu.

Fiori che adornano anche gli abiti e le modelle, intrecciati attorno alle loro braccia, alle spalle, ai fianchi e attorno alla testa.  Le ragazze sembrano moderne Veneri di Botticelli, groupies hippy della California in vacanza nella Ville Lumiere.

Indossano abiti da flamenco, creazioni in chiffon trasparente tempestati di nastri metallici, romantici capi di tulle a balze, abiti con stampato un uccello del paradiso, tute da biker. 

Sono libere, giovani, fresche, romantiche, ma non sdolcinate.