L'importanza di essere Converse
Da quasi cento anni le sneakers del brand fanno la storia dello streetwear e della cultura giovanile
08 Giugno 2017
Se ripenso alla mia adolescenza, e ai simboli che l'hanno accompagnata, il mio pensiero vola subito alle mie inseparabili Converse “All Stars”. Non ricordo con precisione quando ho comprato il mio primo paio di Converse, ma ricordo perfettamente i chilometri che ho percorso con le mie fedeli scarpe ai piedi, i concerti che ho visto, le corse, i pomeriggi con le amiche e le frasi che ci ho scritto sopra col pennarello indelebile. Ricordo tutto dei pomeriggi passati al parchetto del mio paese, delle ore sui banchi di scuola, dei primi sabato sera con gli amici e ricordo soprattutto che avevo sempre ai piedi quelle Converse, sporche ormai logore, che mia madre minacciava di buttare, ma che per me erano bellissime.
Un sentimento che accomuna molti di noi, immagino. Perché quelle sneakers di tela con le stringhe bianche non erano semplici scarpe, ma molto di più: erano il simbolo di una generazione. Ovviamente non è facile conquistare un titolo così prestigioso, ci vogliono anni, decenni di lavoro, miglioramenti e la capacità di creare un prodotto che soddisfi le esigenze, e i gusti, dei clienti. E Converse ci è riuscito.
L'azienda Converse Rubber Corporation è stata fondata nel 1908, ma solo nei primi anni venti che il brand, cavalcando l'onda del successo del basketball, decide di realizzare delle calzature adatte per questo sport. Nascono allora le Converse Chuck Taylor All Star, dedicate al campione di basket Charles “Chuck” H. Taylor, che in poco tempo conquistano il largo pubblico.
Nel corso degli anni questo modello è stato declinato in diversi colori e tessuti, conquistando tutte le generazioni che incontrava e diventando un elemento chiave di molte sottoculture giovanili, dai punk anni Settanta ai seguaci grunge di Kurt Cobain negli anni Novanta.
Nel 1971 Converse fa un altro passo avanti e lancia le sneakers Converse One Star. Nata per essere una scarpa da basketball, questa sneaker conquista il largo pubblico solo nei primi anni Novanta, diventando un pezzo iconico come la sua “sorella” All Star. Perché proprio negli anni Novanta? Ve lo spiego subito: in quegli anni molti collezionisti giapponesi di capi streetwear vintage erano alla ricerca di rarità, incluse le Converse One Star. La ricerca e la richiesta fu così martellante che nel 1993 Converse rilanciò il modello sul mercato, che subito conquistò skaters e riviste come Thrasher.
Se il modello All Star è un evergreen di ogni guardaroba, un capo iconico senza tempo, le scarpe One Star sono invece la variate “di nicchia”: must-have di ogni collezionista di sneakers e fans del brand, questo modello sembra essersi affermato soprattutto nello streetwear più recente e soprattutto nella comunità skater. Ne è una prova la collaborazione con lo skater professionista Sage Elsesser e il coinvolgimento di molti musicisti, artisti e writers nel mondo Converse One Star.
Dunque, da circa cento anni Converse fa la storia dello streetwear. E lo fa nel migliori dei modi, riuscendo a capire e interpretare le tendenze del momento, dando ai suoi fedeli seguaci prodotti sempre di qualità, sia nel design che nellle prestazioni della scarpa, che conquistano ogni generazione che nasce. Dagli anni Venti ai giorni nostri, ogni ragazzino ha avuto almeno un paio di Converse. Non solo, queste scarpe racchiudono lo spirito giovanile del passato e di oggi, rappresentano la musica indipendente, la ribellione che nasce dalla strada e l'amicizia condivisa su una tavola da skateboard.
Quanti altri brand possono vantare simile successo? Credo nessuno, a parte Converse.