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Kappa Kontroll SS17 - Intervista a Jacopo Pozzati

Il consulente di Kappa ci ha raccontato come il brand anni '90 ha riconquistato tutti noi

Kappa Kontroll SS17 - Intervista a Jacopo Pozzati Il consulente di Kappa ci ha raccontato come il brand anni '90 ha riconquistato tutti noi

Kappa ha lanciato da poco la collezione Kontroll per la stagione SS17. Noi abbiamo incontrato Jacopo Pozzati, consulente del brand, per farci raccontare come il marchio ha riconquistato tutti noi.

 

#1 Nell’ultimo anno, diversi marchi sportswear italiani sono tornati in voga. Pensi che questo sia passeggero, e forse legato al fenomeno Gosha Rubchinskiy, o sia un vero e proprio processo di rebranding? 

Come tutte le cose è un bel mix: rebranding, fenomeno Gosha ed affini, e sicuramente un colpo di fortuna per quei brand storici che però sono stati bravi a mantenere una loro identità. Dico questo perché ce ne sono altri, senza fare nomi, che hanno ritirato fuori il loro heritage solo perchè hanno visto che è questo che è richiesto dal mercato, ma a mio modesto parere non hanno fatto un lavoro degno di nota.

 

#2 Entrando nello specifico, quanto Kappa attinge dai propri pezzi d’archivio e quanto si sta rinnovando? 

Diciamo 50 e 50 per la collezione Kontroll. Ho attinto sempre dall’archivio soprattutto per le prime uscite, rivisitando fitting, grafiche e rendendo tutto un po’ più 3.0. Con il passare del tempo, la mia visione ha preso sempre più forma e nella FW17 vedrete un po’ di archivio, ma anche tanto Jacopo Pozzati, nel bene e nel male. Per non parlare della SS18 su cui sto lavorando.

 

#3 Nello specifico, la linea Kontroll per la SS17, a quali capi d’archivio ha attinto? E come sono stati attualizzati?

Qui c’è molta storia da raccontare, perchè ci sono due capsule all’interno della collezione. La TO80, che si ispira a team storici sponsorizzati Kappa negli anni ’80, la Juventus e la nazionale di calcio. Ho attinto soprattutto dalle vecchie divise da calcio jacquard di fine anni ’70 inizio ’80 creandogli un collo ad hoc. Ho puntato anche molto sul forte impatto grafico delle righe per creare tracksuit, tee e shorts in materiali premium che rimandano al calcio, ma possono diventare anche pezzi iconici ed iper fashion. Nella LA84 è presente molto dell’archivio, ma per forza! Sono tornato bambino, a quando i miei idoli, Magic Johnson a parte, erano Carl Lewis ed Edwin Moses, tutti e due sponsorizzati da Kappa durante le Olimpiadi del boicottaggio Russo a Los Angeles. Stiamo parlando del figlio del vento…basta quello, il resto non conta. La parte d’archivio da cui ho preso ispirazione per questa era già fortemente cool, attuale e quasi perfetta, spero di averci messo del mio ed averla resa ulteriormente hot!

 

#4 Abbiamo di recente visto la collaborazione di Kappa con Marcelo Burlon, oltre che ovviamente quella con Gosha Rubchinskiy. Ce ne sono altre in previsione per il 2017?

Beh, diciamo che abbiamo finito con la bomba Faith Connection durante la scorsa Paris Woman Fashion Week. Direi che tre pietre miliari così bastano e avanzano, però in serbo abbiamo una piccola chicca che i più addicted ed insider ameranno, non così mainstream ma altrettanto meravigliosa.

 

#5 Come ha preso vita il tuo progetto? Come è stato lavorare per un brand con un immaginario così delineato alle spalle?

Volete sapere come è nato? Per caso! Durante l’Art Basel a Miami due anni e mezzo fa, tramite amicizie comuni. Da lì immediatamente è nata un’amicizia con Lorenzo Boglione e giorno dopo giorno abbiamo iniziato a lavorare su vari fronti assieme, dal progetto Kontroll, Superga Sport, alla distribuzione e le varie collaborazioni.

 

#6 Di recente sei entrato in contatto con la realtà asiatica. Quanto questo mercato è importante, al giorno d’oggi, per questo genere di progetti?

Tanto e poco. Diciamo che marchio, hype, logo e social sono elementi "purtroppo" importanti, per il resto penso ancora che il cliente finale più cool e bello lo abbiamo ancora noi in Italia, anche se siamo la minoranza ovviamente. Però sicuramente l’Asia per chi non c’è mai stato per lavoro, rappresenta una Neverland irripetibile.