Cosa rappresenta lo Hijab nella moda occidentale?
Molto più di una semplice "tendenza"
09 Marzo 2017
Recentemente Nike ha annunciato il lancio del Nike Pro Hijab per le atlete musulmane, cioè un velo tecnico realizzato con una maglia leggerissima e dotata di appositi fori per facilitare la traspirazione. La notizia è stata accompagnata da un video-promo, intitolato What Will They Say About You?, che anticipa l'uscita del prodotto, fissata per l'estate 2018.
"The Nike Pro Hijab may have been more than a year in the making, but its impetus can be traced much further back, to an ongoing cultural shift that has seen more women than ever embracing sport",
ha dichiarato Nike. Un altro punto a favore del colosso dello sportswear, che la scorsa settimana ha anche lanciato una linea plus-size, ma oggi non vogliamo concentrarci solo su questo questo brand, piuttosto sul vero protagonista della notizia: l'Hijab.
Nike non è il primo marchio che si interessa al velo delle donne islamiche. Poco tempo fa anche Kanye West ha mostrato interesse verso questo capo d'abbigliamento includendo nella sfilata di Yeezy Season 5 la modella Halima Aden, che ha sfilato con indosso proprio un Hijab.
Non solo, nel 2016 Dolce & Gabbana ha lanciato una collezione di Hijab e Abaya indirizzato ai suoi clienti musulmani, mentre nel 2015 H&M per la prima volta ha "sdoganato" il velo islamico, includendo nel suo video pubblicitario la modella ventitreenne Mariah Idrissi, che appare all'ingresso di un locale con maxi occhiali da sole e Hijab. Ancor prima era stato il centro commerciale inglese House of Fraser a lanciare i primi Hijabs per l'attività sportiva.
Dunque, la comparsa dello Hijab nella moda non è storia recente, ma oggi sembra più che mai interessante. Perché il velo islamico sta catturando l'attenzione dei marchi d'abbigliamento e dei media?
A parte la questione "tendenza", ovvero lil successo di un capo dopo che un brand ha lanciato, provocando un effetto domino con altri marchi simili, il fenomeno Hijab include fattori molto più ampi. In primis, coinvolge le dinamiche economiche che riguardano il mercato della moda. Non è una novità che da qualche tempo i marchi di lusso stanno guardando con sempre più interesse al Medio Oriente, nuovo e fiorente terreno per incrementare le vendite, come poco prima era stato l'Estremo Oriente. Secondo un'indagine di Thomson Reuters, solo nel 2013 la clientela mediorientale ha speso circa 266 miliardi di dollari in abbigliamento e calzature, e questa cifra potrebbe arrivare a 484 miliardi di dollari nel 2019. Vien da sé che, per conquistare potenziali clienti dal mondo arabo, i brand occidentali devo avvicinarsi il più possibile alle tradizioni e agli standard stilistici di questi paesi. Ed ecco spiegato perché tanto interesse per lo Hijab. Ma il boom del velo ha un altro aspetto da non sottovalutare, ovvero quello socio-culturale. In un momento storico in cui il mondo arabo è sotto i riflettori mondiali, in cui si innalzano barriere per dividere le popolazioni e le diversità razziali appaiono come ostacoli insormontabili per la convivenza pacifica, l'introduzione di capi specifici e con una forte connotazione religioso-culturale, come lo Hijab appunto, può solo rappresentare un passo avanti verso l'accettazione e la condivisione delle tradizioni di paesi diversi.
Se da un lato, quindi, lo Hijab nel mercato occidentale dell'abbigliamento costituisce una forma "alternativa" di avvicinamento tra tradizioni culturali diverse, non tutti sono dello stesso parere. In una non troppo recente intervista, la scrittrice musulmana Shelina Janmohamed ha fatto emergere un punto interessante sulla questione.
"My issue is this: why is the hijab "acceptable" only when it's appropriated and managed by major corporations and Western regimes that, in other words, have the power to permit and regulate what is deemed tolerable, capitalisable and not?”.
Considerando l'introduzione dello Hijab dalla moda globale come incoraggiante e positiva, la scrittrice ci ricorda comunque che il velo è un simboloreligioso e un potente strumento di appartenenza di cui le donne musulmane vanno fiere. Quindi, perché il mondo occidentale deve iniziare ad accettare lo Hijab solo perché lo dice la Nike?