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Il collezionista di Supreme che sfida il governo cinese

The Roots è qualcosa di più di un semplice negozio

Il collezionista di Supreme che sfida il governo cinese The Roots è qualcosa di più di un semplice negozio

Supreme è forse uno dei brand di streetwear più influenti e conosciuti nel mondo. Eppure, non è così.
Difficile da immaginare, ma esiste un luogo in cui Supreme è un marchio quasi sconosciuto: la Cina. La scena dello streetwear cinese sembra infatti avere una lacuna conoscitiva che riguarda proprio il famoso brand newyorkese. Carenza non più tollerata da Hu Peng, il giovane cinese che ha deciso di portare Supreme nel suo paese.  
Hu Peng, conosciuto anche come Hood P, è il più importante collezionista di articoli di Supreme dell'Asia aprendo nell'estate 2016 il negozio The Roots, la sua personale boutique di Supreme, per promuovere e diffondere il brand in Cina. They don't know the brand. They think it's called Super Me, spiega Hu Peng durante un'intervista a Racked.com. Più che un'impresa economica, quella di Hu Peng sembra una vera e propria missione, che il ragazzo ha deciso di accettare da solo e spontaneamente, ma che nè Supreme né il governo cinese sembrano apprezzare.

Ma facciamo un passo indietro.
Prima del 2006, il nostro eroe non aveva mai sentito parlare di Supreme. Nonostante la sua precoce passione per lo streetwear, è grazie a un lavoro presso il magazine Size, focalizzato sul NBA, che Hu Peng legge per la prima volta il nome Supreme tra le pagine della rivista. E fu subito amore. 
Per Hu Peng Supreme era il simbolo di tutto ciò che aveva sempre amato, arrivando alla decisione di collezionare ogni articolo che portava impresso la firma di Supreme.
Un anno dopo, Hu Peng lancia la sua personale rivista LOOC, attiva fino al 2010, quando il governo cinese ne impedisce la pubblicazione causa suoi contenuti considerati "immorali". In questo periodo, però, Hu ha continuato a collezionare capi Supreme online, allargando a dismisura la sua collezione – che oggi vale circa 1.5 milioni di dollari.

Dopo cinque anni, Hu Peng decide di dare vita a una clubhouse in grado di diventare un centro d'interesse per la sottocultura giovanile di Pechino, in particolare per la comunità hip-hop e skater. Per Hu Peng questo gesto si concretizzava in un atto di protesta contro il sistema repressivo cinese, come ha confermato nella sua intervista, affermando che “street culture is real culture and not just kids being bad”.
E Supreme? Il brand newyorchese – a conoscenza del progetto di Peng e in contatto con lui – è diventato per Hu Peng un simbolo a cui ispirarsi per perpetrare la sua battaglia per affermare sia se stesso che la cultura giovanile di cui fa parte. In un paese come la Cina in cui nel 2012 il Mistero della Cultura ha bannato la musica ritenuta pericolosa per la società  - lanciando una moderna caccia alle streghe - , diventa difficile per i giovani trovare luoghi di aggregazione e, soprattutto, di espressione. Questo vuole essere The Roots acquistando, da settembre ad oggi, sempre maggiore notorietà e visibilità. Adrianne Ho ha visitato il locale per affittare degli abiti per uno shooting su GQ China, ma anche A$AP Mob e molte celebrità locali, come Luhan, Shawn Yue e Xu Ying, sono entrati in contatto col negozio di Hu Peng.

Dunque, il negozio The Roots di Hu Peng rappresenta qualcosa di più di un semplice negozio di articoli Supreme: un vero e proprio spazio di affermazione per la cultura underground in Cina.

"I know fashion can change, but the roots of a tree cannot change, and I believe the roots of Supreme are the roots of street culture, and I want this shop to be the root of street culture in Beijing" afferma Hu Peng.