Lana Del Rey Previews Big Eyes
the new Tim Burton movie
03 Dicembre 2014
A volte le persone non sono fatte propriamente della “stessa sostanza dei sogni”, a volte quella sostanza è più simile a qualcosa di viscido e subdolo, come una bugia, un inganno o la superbia.
Educazione, carattere, poca empatia, cosa-scaturisce-cosa? E’ un lavoro freudiano capirlo, ma è tanto evidente che in realtà le persone sono equilibri fragili e instabili, e i loro atteggiamenti sono spesso inaspettati, assurdi.
Margaret Keane oggi ha ottantasei anni, e solo ora ha trovato nella luce delle Hawaii la tranquillità, dopo una vita tormentata e frustrata, persino artisticamente espropriata. Da un marito, Walter, che per anni l'aveva ridotta a catena di montaggio del proprio business miliardario, piazzando ovunque, nei supermarket e nelle stazioni di servizio, oltre che in musei e collezioni private, i quadri da lei eseguiti a getto continuo e su cui lui si limitava a mettere la propria firma. Costringendola al silenzio sui loro segreti aziendal-coniugali con minacce pesantissime.
Questa vita viene poi raccontata dal grandioso Tim Burton: hanno avuto la stessa infanzia, solitaria, schiva, leopardiana. E le loro opere ci guardano con gli stessi occhi, smisurati e infelici.
Margaret Keane, la pittrice dei figli di nessuno dallo sguardo di bambola, diventa la musa ispiratrice di Tim Burton, il regista dei mostri infantili.
A dare ulteriore suggestione a questo racconto tormentato, è l’animo fragile e la personalità un po’ umbratile di Lana Del Rey, il cui lato oscuro pervade le sue canzoni, quasi come un inno alla malinconia.
Il match perfetto, il trittico degli irregolari, racchiuso in un solo film: Big Eyes.