Fridamania
Quando l'icona supera l'opera d'arte
24 Marzo 2014
La sua avvincente vita decorata di successi artistici e macchiata da terribili avvenimenti, e poi la forza della sua indole battagliera, passionale, che l'ha portata ad amare senza limiti e tradire: affascinante, dannata, segnata da un destino insolito e crudele che ha coinvolto la sua natura di donna, in tutte le accezioni del termine; i suoi quadri, i suoi vestiti, le sue acconciature, e tutti i suoi colori forti, senza mezze tonalità, hanno contribuito a catturare l'attenzione su di lei, a partire dagli anni Ottanta con l'ascesa del Neomexicanismo e il trionfo del linguaggio figurato ispirato alla cultura messicana, e continuando poi negli anni Novanta, quando l'icona divenne 'celebrità' e Madonna, Jennifer Lopez e Salma Hayek si contesero la parte nel film sulla sua vita; divenne la donna-simbolo del movimento femminista di tutto il mondo, essendo stata lei stessa una pioniera del movimento e una ribelle ai tipici costumi dell'epoca, a partire dal ruolo di moglie che cerca di emergere dall'ingombrante figura del marito-artista, Diego Rivera.
La "Fridamania" che è esplosa negli ultimi anni, però, rischia di svilire e banalizzare il valore intrinseco smisurato della sua arte, spesso limitandosi solo ad alcuni aspetti, molto commercializzati ed origine di una mobilitazione turistica di massa, che ha un atteggiamento molto passivo e poco analitico, tipico di quest'era 2.0.
Nei lavori di Frida, pregni di tutto il suo vissuto e delle più intime sfumature della sua anima quasi come un'allegoria della difficoltà del vivere, si respira tutta la cultura precolombiana, e i simboli divisi tra vita e morte, tra cultura pre-ispanica ed Europa medievale, con accezioni però positive e non catastrofiche; un dialogo aperto con la morte segno della voglia di vivere immensa che aveva Frida, e che non smetteva mai di trasmettere nelle sue lettere e nei suoi dipinti.
Tutto questo non dovrebbe sfuggire all'occhio curioso del pubblico e alla sua coscienza ipercritica; tutto questo dovrebbe essere parte integrante del pellegrinaggio al Museo-ospite delle opere, per poter vivere un'esperienza non solo meramente visiva, ma anche evocativa per percepire Frida nella sua completezza :
"en todas las líneas, en todos los colores, en las vitrinas, en sus mañas, en sus ojos, en su boca en sus mentiras..."