Martin Margiela è tornato
Dopo 12 anni, il leggendario designer belga debutta una mostra a Parigi
20 Ottobre 2021
«Fin da giovane ero ossessionato dalla moda», ha scritto Martin Margiela in una mail al The New York Times, «e ho sviluppato la mia visione presentandola nella maniera più concettuale possibile. [Ma] dovevo esplorare altri mezzi espressivi, godere di creatività pura e senza limiti». Così il leggendario designer belga, ritiratosi dal mondo della moda da 12 anni dopo averne cambiato per sempre lo scenario, spiega la sua svolta verso l’arte – una svolta che oggi è diventata la mostra Martin Margiela organizzata alla galleria parigina Lafayette Anticipations che durerà fino al prossimo 2 gennaio.
Le opere esposte esplorano i temi della corporeità e dell’assenza, osservano da nuovi angoli di lettura i dettagli banali della quotidianità trasformandoli in opere estremamente tattili o perturbanti – tutte opere che mostrano come l’interesse di Margiela per la decostruzione, l’inconoclastia, gli approcci inediti alle nozioni estetiche attraverso l’uso non convenzionale di materiali non sia cambiato. E in effetti già dall’ingresso della mostra, che non è il principale della galleria ma un’uscita di sicurezza, si nota il gusto della sovversione, dell’inaspettato. La mostra, fra l’altro, è il secondo e più importante segnale di attività creativa di Martin Margiela dal documentario Martin Margiela: In His Own Words del 2019 e, secondo il New York Times, «è un altro passo di Martin Margiela nella riconquista del suo lascito culturale».
Margiela non è l’unico designer leggendario degli ’90 a essere uscito dalle ombre a reclamare il proprio lascito culturale: l’anno scorso Helmut Lang aveva collaborato con Saint Laurent per un’installazione d’arte e la pandemia aveva spinto Jil Sander a tornare a disegnare per Uniqlo. Quest’anno c’è stato invece il ritorno sulle scene di Ann Demeulemeester, diventata advisor del suo stesso brand oltre che designer di ceramiche e arredamento, e di Thierry Mugler che ha portato a Parigi la sua mostra Couturissime. L’arrivo di Margiela nel mondo dell’arte, comunque, avverrà comunque rispettando il famigerato anonimato del designer, che alla sua prima mostra personale non si è nemmeno presentato. Il curatore belga Chris Dercon, una delle poche persone ad aver effettivamente incontrato Margiela e uno dei principali fautori di questa mostra, ha spiegato: «L’anonimato gli ha dato una libertà completa. Anche se mi domando se durerà ancora molto».