La nuova brand experience di Valentino a Shanghai
Di nome “Valentino: Re-Signify Part One”, durerà fino al 17 gennaio
08 Gennaio 2021
Il concetto di ri-significazione era stato alla base dell’ultimo show milanese di Valentino. Il suo significato sta tutto nel processo, avviato dal direttore creativo Pierpaolo Piccioli, di rinnovamento e interpretazione dei codici e dei linguaggi dello storico brand. Un processo durante il quale la forza creativa di Valentino entra in dialogo con tutte le altre forme e discipline artistiche e da cui è scaturito Valentino: Re-Signify Part One, la prima (e non ultima) brand experience inaugurata dalla maison a Shanghai negli spazi della Power Station of Arts che si concluderà il prossimo 17 gennaio.
Con il termine di brand experience si vuole definire un tipo di percorso multimediale fisico in cui le diverse personalità creative che gravitano nell’orbita della maison dialogano in un sistema aperto ed espansivo, nel quale il passato e il presente del brand interagiscono con la storia recente e contemporanea della ricerca artistica e visuale, dalla video arte al cinema underground, e dalla fotografia alla computer grafica. Il percorso, curato da Mariuccia Casadio e Jacopo Bedussi con un allestimento di Kennedy London, rappresenta una messa in atto del concetto stesso di re-significazione e include architetture illusorie, capi della maison dal passato remoto o recente, dalle ultime collezioni Valentino Garavani Rockstud e Atelier fino ai capolavori della Couture, insieme a opere degli artisti Jacopo Benassi, Cao Fei, Jonas Mekas, Stanley Mouse, Robby Müller, Quayola, Anna Ridler, Rachel Rose, Sølve Sundsbø, Natália Trejbalová e Weirdcore.
Quello di Shanghai è solo il primo capitolo di un’esplorazione di questa ri-significazione tramite cui i temi di Valentino sono stati estratti dall’archivio e dall’oggi per essere innestati in ambiti nuovi, concentrandosi sulla Stud, una delle signature del brand più amate da Piccioli, dalla sua nascita fino alla collezione Valentino Diary; e, più in generale, sull’universo estetico dell’Atelier e sul codice fondamentale e ubiquo è quello della Couture, o meglio del significato che Pierpaolo Piccioli dà del concetto di Couture, cioè quello di libertà di espressione e di immaginazione.