Che rapporto c'è tra architettura e trap?

Non sembra essere un connubio immediato e scontato quello tra architettura - intesa come rappresentazione di luoghi simbolici, ma anche dimenticati - e musica rap o trap. I classici video musicali appartenenti al genere erano fino a poco tempo fa associati ad un unico tipo di immaginario, che fa perno sul concetto di show off, e che mette quindi al centro la figura dell'artista, il suo stile, e i suoi successi. 

È tuttavia innegabile che negli ultimi anni ci sia stata un'evoluzione molto importante dal punto di vista estetico, grazie ad una nuova generazione di artisti che si sono allontanati da quegli stereotipi, per raccontare in maniera più autentica e veritiera i propri luoghi di appartenenza. I video clip sono diventati lo strumento comunicativo prediletto in cui viene riservata un'attenzione maniacale per il background, che di back ormai non ha più nulla. Questo shift nella percezione del luogo, inteso in senso assoluto, è avvenuto tanto a livello europeo (pensiamo solo al video di Shutdown di Skepta, meno di tre minuti che da soli raccontano la periferia londinese e i volti che la popolano) quanto italiano, pensiamo solo al sodalizio tra Francesco Lettieri e LIBERATO, e con con artisti come Mecna, Rkomi, Gue Pequeno, Tedua, e molti altri. 

LIBERATO - TU T'E SCURDAT' 'E ME

Regia Francesco Lettieri

Casa del Portuale, Napoli

Di Aldo Loris Rossi

Casa del Portuale, Napoli

Di Aldo Loris Rossi

Casa del Portuale, Napoli

Di Aldo Loris Rossi

LIBERATO - NOVE MAGGIO

Regia di Francesco Lettieri

LIBERATO - NOVE MAGGIO

Regia di Francesco Lettieri

LIBERATO - NOVE MAGGIO

Regia di Francesco Lettieri

Complesso Residenziale Piazza Grande, Napoli

Di Aldo Loris Rossi

Complesso Residenziale Piazza Grande, Napoli

Di Aldo Loris Rossi

È partito proprio da questo punto l'ultimo progetto di Bianca Felicori, architetto e autrice, che fa della ricerca uno dei punti cardini del suo lavoro, come testimoniato dalla pagina IG @forgotten_architecture. Il frutto della sua ricerca è stato al centro di una serie di talk, intitolati TRAP ARCHITECTURE e tenuti presso Triennale Milano insieme al collettivo (ab)Normal, autori peraltro del padiglione DICHO, ad oggi nell’impluvium del Palazzo dell’Arte di Milano, in collaborazione con la Biennale di Tbilisi. 

nss magazine ha raggiunto Bianca Felicori per farsi raccontare meglio qual è l'inedito filo che lega architettura e immaginario trap. 

#1 Come è nata l’idea di questo progetto? Da cosa parte la tua ricerca? 

Il rap prima e la trap oggi, sono generi (e sottogeneri) musicali nati come subculture e oggi parte di un linguaggio universale. Chiunque ascolta la trap, la dodicenne su TikTok quanto il trentenne freelance che lavora a partita iva come art director per qualche agenzia. La trap ci unisce, e noi alimentiamo questo sistema, economico e sociale. Tutti gli artisti trap oggi hanno milioni di views, dischi d’oro, di platino, concerti sold-out, indoor con code infinite. Io ascolto rap da quando ero adolescente ed al tempo era una cosa abbastanza atipica, nonostante sia nata e cresciuta a Bologna, città comunemente riconosciuta come simbolo di questa cultura. Negli anni ho poi imparato ad unire la mia formazione di architetto con le passioni collaterali. Ho iniziato ad indagare sulle architetture, per lo più popolari, che fanno da sfondo ai video musicali degli artisti — emergenti e non — italiani. Artisti che hanno costruito un impero sulla loro carriera senza dimenticare da dove provengono, anzi, salgono sul palco, entrano nello schermo del tuo cellulare e ti fanno vedere dove sono arrivati, quanto oro portano al collo dopo aver sofferto la condizione di isolamento della periferia e della provincia. 

Mara Sattei - Nuova Registrazione 402 (prod. tha Supreme)

Regia di Enea Colombi

Mara Sattei - Nuova Registrazione 402 (prod. tha Supreme)

Regia di Enea Colombi

Tours Aillaud, Nanterre, France

Di Emile Aillaud

Tours Aillaud, Nanterre, France

Di Emile Aillaud

Tours Aillaud, Nanterre, France

Di Emile Aillaud

Tours Aillaud, Nanterre, France

Di Emile Aillaud

Les Arenes de Picasso, Noisy-le-Grand, France

Di Manuel Nunez Yanowsky

Les Arenes de Picasso, Noisy-le-Grand, France

Di Manuel Nunez Yanowsky

#2 Il concetto di quartiere, di luogo di appartenenza, è sempre stato un valore fondante del mondo del rap e della trap, sia a livello narrativo che visuale. Pensi ci sia stata un’evoluzione in senso estetico nella rappresentazione di questi luoghi? 

Penso che questo dipenda molto dall’immagine che l’artista vuole dare di sé e da come il regista sceglie di rappresentarlo. Il contesto periferico rimane un leitmotiv costante anche oggi perché da sempre questi luoghi sono, appunto, il simbolo del riscatto sociale e dell’ascesa dell’artista. È un’appropriazione culturale italiana ed europa nata con l’hip hop in USA. 

C’è stata un’evoluzione estetica, sì, ed è merito dei registi, che stanno assumendo sempre più importanza. All’aumento della loro importanza ha corrisposto anche un crescente impegno per la ricerca nella strutturazione dei video: storytelling, styling, location scouting. Il livello di qualità è altissimo, anche e sopratutto nel location scouting. In particolare i registi negli ultimi tempi si sono inseriti nel dibattito architettonico non solo scegliendo le periferie come contesto ma anche esaltandone le componenti progettuali. Si pensi al video 9 MAGGIO di Liberato girato da Francesco Lettieri o a Fuck Tomorrow (Rkomi x The Night Skinny) di Edoardo Carlo Bolli ed Antonio Ragni. 

Oltre a quello periferico, c’è poi un altro filone interessante da tenere d’occhio ovvero i registi che scelgono come location architetture moderne o contemporanee meno conosciute o addirittura dimenticate, un altro tema che ho molto a cuore. Su questo genere abbiamo ancora pochi esempi in Italia, ma spero che negli anni si spinga sempre di più. Un regista esemplare è Enea Colombi, in tutti i suoi video l’architettura gioca un ruolo fondamentale, mi limito a citare il cortometraggio di Mentre Nessuno Guarda girato al Parco Tecnologico a Fondo Toce di Aldo Rossi. 

Rkomi - Visti Dall'Alto ft. Dardust

Regia di Theodor Guelat

Rkomi - Visti Dall'Alto ft. Dardust

Regia di Theodor Guelat

Rkomi - Visti Dall'Alto ft. Dardust

Regia di Theodor Guelat

Les Arcades Du Lac-Le Viaduc, Montigny-le-Bretonneux, France

Di Ricardo Bofill

Les Arcades Du Lac-Le Viaduc, Montigny-le-Bretonneux, France

Di Ricardo Bofill

Les Arcades Du Lac-Le Viaduc, Montigny-le-Bretonneux, France

Di Ricardo Bofill

Les Arcades Du Lac-Le Viaduc, Montigny-le-Bretonneux, France

Di Ricardo Bofill

Les Arcades Du Lac-Le Viaduc, Montigny-le-Bretonneux, France

Di Ricardo Bofill

Rkomi - Visti Dall'Alto ft. Dardust

Regia di Theodor Guelat

Rkomi - Visti Dall'Alto ft. Dardust

Regia di Theodor Guelat

Rkomi - Visti Dall'Alto ft. Dardust

Regia di Theodor Guelat

Espaces d’Abraxas, Noisy-le-Grand, France

Di Ricardo Bofill

Espaces d’Abraxas, Noisy-le-Grand, France

Di Ricardo Bofill

Espaces d’Abraxas, Noisy-le-Grand, France

Di Ricardo Bofill

Espaces d’Abraxas, Noisy-le-Grand, France

Di Ricardo Bofill

Espaces d’Abraxas, Noisy-le-Grand, France

Di Ricardo Bofill

#3 Cosa spinge registi e artisti verso luoghi e costruzioni spesso dimenticati? 

Credo che a spingere i registi, in particolare, sia il desiderio di andare oltre i cliché dei video musicali italiani per approfondire nuove tematiche. In particolare, questi registi lavorano molto sulle confluenze disciplinari ed è questo che ci porta a leggere i loro lavori come il risultato dell’applicazione di una metodologia ben precisa. Più in generale, ormai grazie o per colpa di Internet siamo abituati a ricevere informazioni a raffica ogni giorno. Non abbiamo neanche il tempo di metabolizzarle che già siamo passati ad una fase successiva. Ugualmente il problema della musica di oggi è che non hai neanche il tempo di finire di ascoltare bene un disco che ne sono usciti altri tre. Il mondo dei video è strettamente correlato (ovviamente) a questo meccanismo e lo soffre allo stesso modo. I registi hanno bisogno di lasciare qualcosa all’utente che scrolla la sua home di Facebook o salta da un link all’altro su Youtube. Per combattere questo problema lavorano minuziosamente sulla ricerca prima di girare. Cercare architetture meno note significa anche questo: spingersi oltre la ricerca che hanno già fatto altri. E noi architetti gioiamo, perché oltre a dare visibilità a edifici spesso lasciati nell’ombra, permette noi di confrontarci con un mondo che idealmente è sempre stato considerato lontano dalla nostra disciplina. 

Mecna - Mentre Nessuno Guarda

Regia di Enea Colombi

Parco Tecnologico, Fondo Toce, Italy

Di Aldo Rossi, Giovanni Da Pozzo, Edoardo Guenzani, Michele Tadi

Parco Tecnologico, Fondo Toce, Italy

Di Aldo Rossi, Giovanni Da Pozzo, Edoardo Guenzani, Michele Tadi

Parco Tecnologico, Fondo Toce, Italy

Di Aldo Rossi, Giovanni Da Pozzo, Edoardo Guenzani, Michele Tadi

Parco Tecnologico, Fondo Toce, Italy

Di Aldo Rossi, Giovanni Da Pozzo, Edoardo Guenzani, Michele Tadi

Tedua - Fashion Week Rmx (Prod. Chris Nolan) ft. Sofiane

Regia di Federico Merlo

Le "Lavatrici" di Genova

Di Aldo Luigi Rizzo, Angelo Sibilla, Aldo Pino

Le "Lavatrici" di Genova

Di Aldo Luigi Rizzo, Angelo Sibilla, Aldo Pino

Calcutta - Kiwi

Regia di Francesco Lettieri

Calcutta - Kiwi

Regia di Francesco Lettieri

Buzludzha Monument, Kazanlak, Bulgaria

Di Georgi Vladimirov Stoilov

Buzludzha Monument, Kazanlak, Bulgaria

Di Georgi Vladimirov Stoilov

#4 Si può parlare di una sorta di rivalutazione delle periferie, almeno da un punto di vista architettonico? 

Sì, ma per rivalutare le periferie ci vuole ben altro. Negli ultimi anni si è diffusa questa passione per il brutalismo (termine abusato) e quindi tutto ciò che è cemento a vista viene considerato interessante anche e soprattutto da chi non è del settore. Questo amore per il “concrete” ha portato anche alla rivalutazione, da parte di un pubblico più vasto, dei contesti popolari italiani e internazionali. Quindi per quanto l’utente medio che guarda un video possa sentirsi attratto dal contesto periferico di Genova, di Napoli o di Milano sono abbastanza certa che non proverebbe le stesse sensazioni trovandosi in loco, anche e sopratutto perché molto spesso questi edifici non hanno avuto la manutenzione necessaria per tenerli in vita e quindi versano in uno stato di degrado. Ovviamente dipende dai casi. 

#5 Ad oggi il videoclip è diventato quasi una forma d’arte a sé stante, una narrazione autosufficiente che spesso trascende la canzone che dovrebbe veicolare. Ritieni che si tratti di un trend passeggero o che anche nelle generazioni future continuerà questa ricerca visuale? 

No, questo trend non sarà mai passeggero, questo è il futuro. Ho iniziato questa ricerca intrigata dalla connessione tra gli artisti e i loro quartieri di provenienza, ma in realtà a mano a mano che andavo avanti mi sono resa conto che il mio interesse era incentrato praticamente soltanto sul lavoro dei registi. Non è un trend, è la naturale evoluzione di una professione ed è un percorso in ascesa. Io sogno un giorno di vedere gli artisti lavorare sempre più con architetti, artisti, sociologi, antropologi. Una conquista per tutti.