Le 5 case più belle dei fashion designer
Se la passa meglio Armani a Montenapoleone o Rick Owens a Parigi?
09 Maggio 2020
Spesso si dice che i brand di moda non vendono vestiti ma un lifestyle – lifestyle di cui i grandi designer di moda sono i principali interpreti. Non stupisce allora che questi impreditori e creativi vivano in case all’altezza del sogno che vendono. Le case dei grandi stilisti sono spesso così grandi e lussuose che, quando il loro proprietario le lascia, diventano alberghi, come è capitato alla Casa Casuarina di Gianni Versace a Miami, Villa Laetitia a Roma o Il Borro di Salvatore Ferragamo, che non è una semplice tenuta ma contiene un intero borgo medievale al proprio interno. Ma proprio per questo, non potevano trovare posto nella nostra lista.
Qui di seguito nss magazine ha elencato le cinque residenze più belle che portano la firma dei grandi nomi della storia della moda, dalla casa-giardino di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé alla magione surrealista di Pierre Cardin.
La villa orientalista di Yves Saint Laurent
Immaginate di avere una tenuta così grande che il giardino e la villa hanno nomi separati. Questa è la casa di Yves Saint Laurent a Marrakech, ribattezzata Villa Oasis dallo stilista, mentre l’enorme giardino botanico che la circonda ha preso il nome dal proprietario originario, l’artista francese Jacques Majorelle, che diede il proprio nome a una sfumatura di blu da lui creata e usata per dipingere l’immensa villa in stile moresco. Saint Laurent comprò la casa negli anni ’80 e l’amo così tanto che le sue ceneri vennero sparse fra le rose del giardino.
Il Palais Bulles di Pierre Cardin
Progettata dall’ungherese Antti Lovag e costruita fra il 1975 e il 1984 nello stile maison bulle per l’industriale Pierre Bernard, questa imponente villa venne acquistata nel ‘91 da Pierre Cardin che la definì in seguito “un corpo di donna”. Il concept alla base è quello di ritornare alle origini dell’abitazioni, con un’architettura dall’aspetto “naturale” che ricordasse le antiche grotte della preistoria. Ogni aspetto della casa richiama l’elemento della sfera. Nei suoi 1200 metri quadri, la casa include due saloni, uno panoramico e uno per i ricevimenti, un anfiteatro da 500 posti, piscine e cascate e dieci camere da letto, ciascuna decorata da un artista diverso. Di recente inoltre varie immagini della casa sono apparse sui social media di Jacquemus, grande ammiratore di Pierre Cardin.
Lo Chateau di Valentino
Valentino Garavani possiede case sparse nelle principali metropoli di tutto il mondo, incluso uno stupendo appartamento in uno dei palazzi storici di Roma, ma niente potrebbe essere uguale al gigantesco Château de Wideville. Originariamente edificato nel 1580 dal ministro delle finanze di Luigi XIII, Valentino acquistò il palazzo da otto camere da letto nel ’95 e lo ridecorò stanza per stanza, seguendo un tema orientalista ispiratogli dal suo amore per le arti decorative e tessili della Cina. Il proprietario della casa è molto liberale con l’uso dei suoi spazi: spesso sono organizzati balli e ricevimenti, come la raccolta fondi Naked Heart di Natalia Vodianova e il ricevimento pre-matrimoniale organizzato per Kanye West e Kim Kardashian.
Il palazzo di Giorgio Armani in Montenapoleone
Situata in un palazzo storico del XVII secolo nel cuore di Montenapoleone e disegnata da Peter Marino, la casa milanese di Giorgio Armani si estende per ben 2000 metri quadrati che comprendono tre piani e un terrazzo. Il suo arredamento è un mix di influenze che vanno dallo stile anni ’30 e ’40 fino all’arte orientale. A differenza delle case precedenti, che possiedono ispirazioni più coese e unitarie, quella di Armani è una casa bianca e minimalista, dagli ampi spazi aperti, che funge da “cornice” per i singoli pezzi d’arredamento – ciascuno legato in qualche modo alla vita dello stilista, che disse una volta: “Alla base c’è la volontà di riunire i vari oggetti, anche senza valore, se non quello sentimentale, che rappresentano momenti e luoghi speciali della mia vita”.
Il loft brutalista di Rick Owens
Rick Owens acquistò la ex-sede del Partito Socialista Francese nel 2004, in Place du Palais Bourbon – un palazzo che a quanto pare nessuno voleva comprare. “Abbiamo semplicemente strappato tutto via”, ha detto lo stilista commentando i lavori di restauro, “ma abbiamo lasciato i pavimenti di cemento e tutto il resto – le nuda ossa della casa”. Non molti, in effetti, se avessero a disposizione il budget di Owens lascerebbero l’intonaco a pezzi e mattoni esposti, ma l’effetto di contrasto che si crea con le pelli pregiate dell’arredamento, tutto disegnato da Owens stesso, con il suo consueto mix di forme aliene e materiali di lusso non lascia delusi. Il risultato è un minimalismo dark dall’aspetto crudo – un perfetto corrispettivo degli abiti del suo progettista.