@subwayhands: raccontare l’epidemia attraverso le mani dei newyorchesi
L’ansia del Coronavirus negli scatti di Hannah La Follette Ryan
17 Marzo 2020
“Ogni pena può essere sopportata se la si narra o ne si fa una storia” diceva la scrittrice Karen Blixen.
Questo è esattamente ciò che ha fatto la fotografa Hannah La Follette Ryan, che tramite lo storytelling visivo del suo account @subwayhands documenta l’ansia da coronavirus vissuta dei newyorchesi che viaggiano in metro attraverso scatti ravvicinati delle loro mani. Le nuove misure cautelari e di distanziamento sociale che da qualche settimana sono entrate nella vita di tutti passano anche e soprattutto dalle nostre mani: guanti di lattice, fazzoletti, disinfettanti, la paura di toccare una superficie estranea. Attraverso questi dettagli solo in apparenza minimi si manifesta il cambiamento che il virus ha portato nella nostra società.
L’account esiste da prima del Coronavirus. Ma questo rende solo più evidente il cambiamento che si percepisce attraverso le fotografie: da una concentrazione su dettagli di tipo estetico, si è passati bruscamente a scatti che evocano l’insicurezza di questo periodo storico. In una metro come quella di New York, sovraffollata e piena di individui di ogni estrazione sociale e provenienza, la nuova paura del contagio è evidente. Ecco cosa ha detto la fotografa Hannah La Follette Ryan al The New York Times:
Non credevo che avrei vissuto abbastanza da vedere estranei rispettare lo spazio personale reciproco.
Fra tutti i cambiamenti che il Coronavirus ha portato, infatti, il più importante è forse quello nel modo in cui interagiamo con lo scenario cittadino e gli oggetti quotidiani. La paura del contagio ci ha reso anche più soli, e tutto ciò traspare dalle fotografie di @subwayhands, una piccola ma significativa cronaca di cosa significa vivere in una città contemporanea ai tempi della pandemia.