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Elsa Schiaparelli - Reloaded

Elsa Schiaparelli - Reloaded

Corsi e ricorsi, il fenomeno del vintage, i restyling più o meno simbolici (e altrettanto più o meno CONvincenti) dei nomi gloriosi che tappezzano la Walk of Fame modaiola nazionale e internazionale.

Il succo della faccenda è il seguente: il vecchio non è mai sembrato così nuovo. Ci agitiamo, annaspiamo alla folle ricerca di qualcosa di rivoluzionario, di diverso, di spiazzante…per poi ritrovarci a rimettere in piedi, come tanti Lazzari, pezzi di storia che improvvisamente appaiono come l’unica, o forse solo la più facile, via d’uscita di un estro che pare aver perso la bussola.

Intendiamoci, non si vuole qui certo criticare il valore storico di un capo Chanel piuttosto che un Halston, anzi. L’intento è piuttosto quello di sottolineare come da qualche anno a questa parte il fatto di riproporre, rieditandoli, gli archivi di grandi nomi del passato sia diventato più “alibi” che “trend”. Ma tant’è.

Mister Tod’s, altrimenti detto Diego Della Valle, si fa quindi vendicatore (non) mascherato di un potente simbolo della scena modaiola italiana. Probabilmente IL più potente, essendo la donna in questione dotata di una portata rivoluzionaria paragonabile a quella di Madame Coco.

Dopo averci provato tempo fa con il marchio francese Roger Vivier, è ora giunto il turno di Elsa Schiaparelli, talento di natali italici ma formazione estera. Ma il miliardario, imprenditore e fashion-filantropo marchigiano ha lanciato il proverbiale sasso nascondendo subito dopo la mano: la cosa si farà, e verrà ufficializzata in occasione della prossima Alta Moda parigina  in giugno, ma non ci è ancora dato sapere quale sarà il talento creativo incaricato di riportare in auge, attualizzandola, l’eredità artistica del marchio.

C’è chi dice Galliano, pietra dello scandalo in perenne bilico tra la condanna e il perdono, oppure Rodolfo Paglialunga, già direttore creativo di Vionnet – tanto per continuare il “gioco delle eredità”.

Certezze poche, ma la speranza è una e ben chiara: quella di veder rivivere sotto i nostri occhi il guizzo surrealista di un talento che fece dell’irriverenza il proprio marchio di fabbrica, senza far vincere marketing e sensazionalismo fine a se stesso.

 

The the ever-recurring cycles, the vintage phenomenon, the more or less symbolic (and successful) restyling of big names from the fashion Walk of Fame.

The point is that “old” never seemed so “new”. We stress out, grope in the neverending search for the revolutionary, the different, the astonishing…just to bring back to life,as an army made of countless Lazaruses,pieces from a not so recent history that suddenly look like the only, or maybe just the easiest, way out for a disorientated inspiration.

But we’re not here to criticize the historic value of a Chanel rather than a Halston item. On the contrary. The aim is to highlight how, these later years, the rebirth of certain brands has turned out to be more an “alibi” than a “trend”.

Mister Tod’s, aka Diego Della Valle, is the un-disguised avanger of a powerful symbol belonging to the Italian fashion scene. Which could be called THE symbol, since we’re talkig about a woman whose influence was often compared to Madame Coco’s.

After trying to relaunch French footwear brand Roger Vivier, now’s the turn of Elsa Schiaparelli, Italian talent with an international educational background. But the billionaire, enterpreneur and fashion-philanthropist has given the news without revealing a few key points: the official launch of the project will take place in Paris, the next June, during fashion week. But we’re not allowed yet to know the name of the creative director who will be running the label.

Some say Galliano, still trying to keep balance between conviction and forgiveness, some others Rodolfo Paglialunga, former creative director of Vionnet – just to keep playing the “inheritance game”.

Only a bunch of certainities, against one only and firm hope: that of seeing revived the surrealist flash that used to animate the genius of a woman who made irreverence her own signature, without making marketing and self referenced sensationalism prevail.