Le maglie adidas per Euro 2020 sono un flop?
Il brand tedesco ha scelto di ispirarsi all'arte, toppando in termini di gusto senza riuscire a valorizzare l'identità nazionale
14 Novembre 2019
Tra le 24 partecipanti ad Euro 2020, la prima edizione itinerante nella storia del massimo torneo continentale dedicato alle squadre nazionali, ci sarà una nutrita rappresentanza di squadre sponsorizzate da adidas, alcune delle quali saranno tra le favorite: Russia, Belgio e Spagna si sono già qualificate, la Germania al momento è in vantaggio nei confronti dell'Irlanda del Nord (altro team adidas), mentre ci sono buone chance di vedere anche Svezia e Ungheria, in piena corsa per ottenere il pass. Oltre al fornitore ufficiale, molte di queste squadre hanno in comune la data di presentazione (sono state tutte svelate contemporaneamente, una scelta dettata dalla volontà di trattare tutte allo stesso modo ma che non ha permesso di concentrarsi bene sulle singole creazioni, penalizzando la loro visibilità) ma soprattutto l'ispirazione principale, l'arte.
Unite in play.
— adidas Football (at ) (@adidasfootball) November 11, 2019
Introducing the official @euro2020 Home jerseys for:
@DFB_Team
@SeFutbol
@BelRedDevils
@TeamRussia
Exclusively available now: https://t.co/OQ7c8eohvS pic.twitter.com/7udXNSazvP
Chiaro sin dal primo sguardo e poi anche dichiarato dal Senior Designer Director di adidas Jurgen Rank sulle pagine della rivista tedesca 11 Freunde, la volontà del brand tedesco è stata quella di puntare forte sui richiami all'arte, il grande comune denominatore della nuova maxi-campagna ma anche il giusto collante in grado di unire il mondo calcio e i tifosi attraverso le emozioni, scommettendo sulla capacità di stuzzicare la sensibilità e i sentimenti degli appassionati. A tal motivo, un po' come si faceva una volta (ricordate Drake Ramberg e gli altri grafici americani spediti in Europa per mesi a studiare le caratteristiche dei Paesi prima di realizzare i kit?) si è deciso di istruire meticolosamente l'equipe di creativi:
"Abbiamo visitato le mostre internazionali di arte per trovare ispirazione e poi abbiamo chiesto a designer di diversa provenienza di provarci!"
Ma se la scelta di fondo poteva anche risultare azzeccata (anche perché, finalmente, era il momento perfetto in cui smettere di puntare sull'effetto nostalgia e sulle maglie vintage e sperimentare qualcosa di nuovo), nella realizzazione dei concept c'è un grosso deficit in termini di estetica, soprattutto rispetto ai canoni attuali. Le pennellate di colore che 'sporcano' Uniforia, il pallone ufficiale di Euro 2020 appena presentato, figurano in maniera meno marcata anche sulla maglia della Nazionale tedesca, che solamente in pochissime occasioni aveva rinunciato al tradizionale completo bianco e nero se non per indossare le maglie versione Away a righe orizzontali (come il kit tipo maglia del Flamengo sfoggiato in Brasile per i Mondiali del 2014 o quello verde di Euro 2016). Le pennellate, questa volta ben più grossolane e meno uniformi, figurano anche su quella del Belgio, letteralmente tracciata da tracce scure in modo da formare una lettera B stilizzata, sulla parte frontale e sul retro. Nel caso della casacca della Spagna, invece, l'intento è quello di voler rendere la maglia un quadro, per ricordare la geometricità e le forme della corrente dell'astrattismo iberico, e non è un caso che il commissario Robert Moreno abbia annunciato le ultime convocazioni in un insolito show in programma all'interno del Museo del Prado di Madrid. La prima impressione è un'opera d'arte del Neoplasticismo, peccato che Piet Mondrian fosse olandese.
BIG news out of Russia today.
— Phil Delves (@phildelves) November 13, 2019
According to @worldsoccertalk, the national team are refusing to wear their new home shirt because the sleeve cuffs resemble an upside down Russian flag, or as some fans have suggested, the Serbian flag... https://t.co/xt4sq0LYze pic.twitter.com/LNmIsRBYGO
Il calcio e l'arte insieme, ma dove l'avevamo già visto? Sicuramente sulle maglie dell'AS Velasca, il club milanese che ha fatto del connubio tra sport e creatività il proprio credo, nonché la via principale per trovare la propria identità in un mare di repliche e progetti troppo simili tra di loro. Si tratta comunque di un progetto, quello proposto da adidas, che oltre a far rimpiangere i recenti e coraggiosi progetti creativi, decisamente più accattivanti (l'utilizzo del tie-dye, la reinterpretazione del celebre Bruised Banana, la collezione Juventus x Palace, la nuova maglia camouflage del Giappone) risulta troppo debole per rievocare al meglio l'identità di un popolo calcistico, quando invece proprio grazie alla risonanza di una manifestazione del genere si sarebbe potuto provare a realizzare delle maglie 'immortali'. Tutto ciò nonostante il tentativo di non rinunciare all'inserimento di simboli cari alla tradizione delle Nazionali, limitandosi ad applicare i colori della bandiera sulla maglia, alle estremità delle maniche o sul colletto. Una scelta un po' populista ma anche banale, che ha causato qualche problema di troppo nel caso della Russia, vista la confusione creata con l'accostamento dei colori sulle maniche che ricorda la bandiera serba, una complicazione imprevista per cui i giocatori sarebbero addirittura pronti a boicottare la maglia in nome del nazionalismo.
Il risultato frutto dell'ultima sterzata creativa è un po' un pasticcio, anche perché tutt'altro che coerente con le soluzioni proposte recentemente: quella pensata per la celebrazione dei 70 anni del marchio e che riguarda tanti top club sudamericani (San Paolo, River Plate, Universidad de Chile) per cui è stato rielaborato un template visto e rivisto, il Campeon 19; ma soprattutto le maglie della Russia, della Colombia (away) e dell'Argentina (away), una combo di elementi attuali (la maglia 'macchiata' simile ai camouflage visti recentemente, sia sulle maglie da gioco che su quelle d'allenamento) e di vecchi template dal gusto minimal e moderno, come il modello Condivo 20. Insomma, un altro flop dopo quello su cui avevamo già discusso la scorsa estate riguardante le maglie dei portieri (tutte uguali e nessuna idea di fondo, dalle franchigie di MLS alla Juventus, dal Manchester United alla Virtus Entella), realizzate con lo stesso pattern e differenti solo per il colore utilizzato. Tutto ciò proprio durante il boom dei rivali nazionali di PUMA, che invece sono riusciti a mescolare al meglio elementi e simboli nazionali con un gusto moderno ed efficace senza cadere nella 'trappola' di dover caricare eccessivamente la maglia di significati per rispondere alle critiche recenti (la poca fantasia, la mancanza di idee convincenti e soprattutto innovative): stiamo parlando delle nuove maglie Rinascimento dell'Italia, quella verde e quella bianca svelata proprio lo stesso giorno di quelle adidas, ma anche quella dell'Austria e della Svizzera, due piccoli capolavori.