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Allen Iverson The Answer

Do the right thing

Allen Iverson The Answer Do the right thing

E’ complicato, a tratti impossibile spiegare Allen Iverson, “The Answer”. E’ stato certamente il giocatore preferito di tutti i nati tra l’88 e il 91 (io in prima linea). Il 30 Ottobre 2013 però AI he detto basta, ed il 1 Marzo di quest’anno, la sua maglia, la mitica 3, è stata ritirata da Phila. Ho aspettato fino ad oggi, e questa è la mia lettera ad Allen Iverson.


Non riesco a comprendere il perché, ma raccontare solo delle tue gesta sul parquè mi pare davvero riduttivo, come se immaginarti come un uomo di sport fosse quasi oltraggioso. Eppure era semplicemente irreale come un individuo di 180 cm e 70 chili potesse primeggiare cosi violentemente. Già perché, non accontentandoti di essere il migliori in tutto ciò che facessi, dovevi pure farlo con distacco. Eri nettamente il giocatore più spettacolare del globo, la tua jersey numero 3 era nettamente la più venduta, e sapevi spendere quei pezzi di carta con le facce dei presidenti USA decisamente peggio degli altri. “Se io mangio, tutti mangiano”. Questo è quello che più mi ha impressionato di te. Perché quel talento te lo da Dio, ma la personalità, il carattere, il tuo carattere, quello te lo costruisci da te. Crescendo a Hampton, Virginia. Figlio solo di mamma Ezail, e del tuo amato ghetto. Mai ti sei allontanato definitivamente da lì, e quella è stata insieme la tua più grande forza e la più grande debolezza. Per tanti non hai saputo compiere il passo in più, quello che ti permettere di scrivere il tuo nome nell’oro, di portarti a casa anelli. 
Ma sei stato un messaggio, la risposta. Il pur banale simbolo della rivincita dei buoni, di quelli veri. Ti è riuscito di mettere a nudo tutte le debolezze dell’America, il tuo arresto, la prigione, ha evidenziato tutte le interne lacerazioni razziali di un paese nato dagli schiavi, forgiato nell’odio, e diventato poi grande. Come te.
Ho sempre voluto chiederti perché avessi scelto il basket. Guardando i video liceali di te che spadroneggiavi nei campi da football, perché il basket? Forse tutti conosciamo la risposta. Nessuno aveva mai pensato che tu potessi farcela per davvero. Dimmi come hai fatto a far avverare, quella possibilità su un milione, che ti voleva professionista in NBA. 
Non so quanto, e se, tu sia cattolico, o se credi in qualcosa. Ma chiunque ti abbia mai visto giocare credeva in te. Davide contro Golia come Allen Iverson contro Shaquille O’Neal.

Un santo afro-americano, con le treccine e lo stile hip-hop. 

Sono certo che avresti voluto tanto vincere un titolo, per rinfacciarlo a chi pensava non sarebbe mai potuta andare cosi. Che poi magari avevano ragione loro. Che senso aveva vincere un titolo? Avrebbe forse macchiato la tue immagine? Lì, tra i belli e perdenti, tra i geni ribelli, il tuo nome è visibile più in alto di tutti. Ci sei riuscito Allen, nessuno dimenticherà mai il modo in cui mandasti al bar Michael Jordan. Tutti hanno bisogno di vincere, ma tu no. Tu sei la risposta a tutto.
Take care Bubbachuck”