It's Christmas Time!
do the right thing
02 Dicembre 2013
It’s Christmas Time!
Si, lo so che è un po’ presto, ma quelli dell’NBA vanno sempre di fretta ed allora si sono anticipati un po’. Sono infatti disponibili negli store le speciali casacche da gioco della notte di Santa Claus. Ansia natalizia penserete. La verità, o almeno quella che il sottoscritto pensa sia la verità (ma fidatevi), è che l’NBA si è anticipata un pochino sulla tabella di marcia perché ha in mente un progetto ambizioso sebbene inspiegabile. Convincere la gente che le jersey a mezza manica sono anche solo lontanamente carine.
Eh già, perché per Natale quest’anno i campioni di Golden State, Clippers, Brooklyn Nets, Miami Heat, LA Lakers, Spurs, Rockets, Chicaho Bulls, OKC e Knicks scenderanno in campo con dei comodissimi pigiami, con la sola differenza che questi non saranno comodi ed in pile, ed avranno un logo gigante del roster di appartenenza sulla parte anteriore della divisa. Le reazioni online non sono state particolarmente carine, cosi come non lo erano state per i Warriors l’anno scorso e i Clippers ad inizio stagione.
La voglia d’innovazione tipica della lega che da Febbraio sarà in mano ad Adam Silver, va oltre le tradizione che pure sono pane quotidiano nello sport. A loro difesa però c’è l’attenuante “scusate siamo Americani” e l’aver portato il basket in Cina ieri, nelle Filippine oggi, e in India domani, quindi magari alla fine hanno ragione loro. Si sono anche parati il didietro con un divertente, quanto irreale, video promo dove le star di 5 delle squadre sopracitate fanno canestro a ritmo di Jingle Bell, e se per Stephen Curry ci si crede pure, gli altri ricordano tanto Ronaldinho che colpisce le traverse, in una parola: fake.
Fatto sta che per adesso nessuno ha la ben che minima idea del perché di questa enorme cattiveria stilistica, ed il bello è che la lega ( e chi gli produce le maglie, cioè l’Adidas) è recidiva. Le divise del 2012 era possibilmente più brutte di queste, per il più classico dei “sbagliare è umano, ma perseverare è americano”.