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The Upcomers

The Upcomers

La mia storia è comune a quella di tanti altri. Vengo da una famiglia, dove la moda non era assolutamente contemplata come impiego, ma semplicemente come passione comune alla mia bellissima nonna e alla mia mamma.

Non ricordo nemmeno come sono arrivata a scegliere il costume come percorso di studi universitario, è stata una sorta di istinto a guidarmi. Ero al liceo classico e negli ultimi mesi dell'ultimo anno tutti i miei compagni avevano scelto facoltà "normali", mentre io ero la matta che sprecava la sua media alta per studiare i vestiti, ma che non voleva fare la stilista, una scema per tutti.

Sono sempre stata testarda e ho voluto seguire a tutti i costi il mio istinto. Sono fortunata, perché nessuno ha mai provato a ostacolarmi o deviarmi, mia mamma ci ha provato una sola volta, ma poi mi ha lasciato libera, dicendomi che ad oggi tanto tutto è difficile, è meglio provare a fare qualcosa che almeno ci piaccia.

Ho cominciato la mia avventura, attraverso anni di studio prima nella mia città, poi a Londra, poi a Milano, seguendo il corso delle cose. Studiando e guardandomi attorno ho compreso la mia indole e ciò per cui ero propensa.

Il lavoro poi è arrivato piano piano, fato, fortuna, destino, non lo so, fatto sta che ad oggi il mio impiego è la mia scrittura che io definisco Kaotica (si con la K), una sorta di necessità e di sfogo, attraverso cui cerco di esprimere al meglio il mio punto di vista.

Durante il mio master in styling ero sempre pronta a dire che non volevo fare la stylist, che volevo solo scrivere e che mi trovavo lì per una sorta di eventi sfortunati… ad oggi sono una delle poche ragazze del corso che fa anche la stylist, un lavoro che non si può imparare, si deve nascere con la capacità di comunicare attraverso immagini e abbinamenti di abiti. Io non mi sento di dire di essere nata con questa dote, si forse ci sono portata, ma grazie alla mia migliore scuola, quella per cui non pago nè rette, nè tasse, ho imparato con gli occhi e con il cuore che lo styling maschile mi risulta facile, che mi emoziona e mi soddisfa e per questo non finirò mai di ringraziare la persona a cui devo tutto questo.

Sono parte integrante del tema che ho scelto per il mese di Aprile: Gli Upcomers. Ci sono molti giovani a mio avviso che meriterebbero di essere citati e noi faremo il possibile, raccontando varie storie, sperando di portare fortuna ai nostri compagni di categoria e auspicandoci che tutti quelli che si sentono chiamati in causa senza avere realmente le carte in regola lascino perdere….

Amo le persone che osano in maniera consapevole, ma con educazione, che sono pronte a comunicare qualcosa in cui credono dando vita a un caso, una sorta di affascinante scompiglio generale e che portano avanti la loro tesi anche davanti a un pubblico che apparentemente potrebbe non condividere, ma che alla fine apprezzerà lodevolmente il lavoro svolto da quello sconosciuto soggetto che ha provato a far amare anche quello che i tanti avrebbero definito un suicidio.

 

"Be a failure, but a beautiful one"

Malcolm Mclaren

This month we are going to tell you some stories about the ones that we love to call upcomers, the ones that are not afraid to bring ahead their own theory even in front of an audience that apparently wouldn't agree. We love those ones who provocate with elegance and charme. We are involved in this cathegory and we hope to celebrate the ones that ought to be mentioned and bring down the fools that thought to be upcomers, but onestly they are not upcomers at all.

"Be a failure, but a beautiful one"

Malcolm Mclaren