





















































L’anno scorso avevamo il mondo idilliaco di Barbie, quest’anno la sfrontatezza impertinente di Brat. Come un pendolo che oscilla da un opposto all’altro, i trend del 2024 si sono scagliati con cattiveria contro tutto ciò che apprezzavamo nel 2023, dalla lotta al consumismo con il fenomeno TikTok del de-influencing all’ascesa caotica dell’estetica Indie Sleaze in risposta al perfezionismo ostinato del coquette-core. Quest’anno tutte le potenze che il mondo contemporaneo ha costruito, e che pensava di potere tenere sotto controllo, hanno cominciato a vacillare, forse proprio perché diventate dei carichi troppo pesanti per una società fissata con l’apparenza: i social media hanno iniziato a dare segni di cedimento proprio nei primi mesi dell’anno, tra l’ingresso in campo sempre più prepotente dell’AI, gli scandali legati alle finanze degli influencer e il conseguente disinnamoramento del pubblico per il fantastico (e spesso falso) universo chiamato internet. Nel frattempo, le più grandi aziende tecnologiche al mondo sono entrate in declino: si tratta della famosa “Big Tech Recession”, la crisi che ha spinto aziende come Meta, Amazon e Microsoft a imporre tagli del personale, mentre la Commissione Europea designava ulteriori regole al fine di limitare il loro sviluppo.
Persino il lusso, un settore che insieme al Big Tech per anni non aveva dato segni di cedimento, nel 2024 ha dovuto fare i conti con la stanchezza dei consumatori, che hanno tirato il freno sugli acquisti portando giganti del lusso come LVMH e Kering a registrare gravi perdite di fatturato. Effettivamente, questo 2024 il grande acquario che è la moda di lusso sembra aver iniziato a perdere acqua da tutte le parti: il Made in Italy non è riuscito a proteggere la propria reputazione, finendo al centro di una pesante questione etica legata alle produzioni illegali; il conflitto tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina hanno influito gravemente sulle catene di approvvigionamento, scuotendo persino l’inattaccabile mercato dei diamanti; intanto il tracollo dei mercati grigi, network semi-sommerso di prodotti legittimi distribuiti attraverso canali non autorizzati, ha portato alla luce le dubbie pratiche applicate dai rivenditori per rimanere a galla in un’economia che barcolla. Il tutto condito da un notevole aumento dei prezzi, che ha spinto maggiormente i consumatori a voltare le spalle a un lusso che fino a poco prima rincorrevano ciecamente.
Insomma, il 2024 verrà ricordato negli anni a venire come la data dell’inizio della crisi, della rottura dell’incantesimo; il pubblico, ultra-informato grazie a mezzi di informazione diretta come i social media e i podcast, ha ormai raggiunto uno stato di consapevolezza tale da poter decostruire qualsiasi fenomeno nel giro di pochi istanti. Che si tratti di trend social (ricordiamo tutti quanto poco sia riuscito a durare sui nostri schermi il termine demure) o di mode (che ne è stato del quiet luxury?), questo 2024 è stato composto da piccole grandi tendenze che, come una cometa, hanno emanato troppa luce e sono finite per bruciare prima del loro tempo. Eppure, in questi ultimi dodici mesi il mondo ha accolto a braccia aperte a qualsiasi stramberia capace di diventare virale: così come a demure e al quiet luxury, un momento sotto i riflettori è stato dato anche ai punti aura, al marketing autoironico dei brand, ai video behind–the-scenes degli atleti durante le Olimpiadi di Parigi, nonché al memorabile dissing tra Drake e Kendrick Lamar. Nel 2024 il nostro telefono è stato così carico di argomenti, il nostro algoritmo così indaffarato, che adesso l’unica cosa che ci rimane da fare è spegnere tutti i dispositivi. E qualcuno l’ha già reso un trend.
Del resto, siamo nell’era della post-woke culture, in cui i paradossi sociali riescono a convivere armoniosamente nonostante le critiche: il second-hand ha raggiunto l’apice del successo tra la Gen Z (7 giovani su 10 acquistano capi usati) ma le piattaforme di rivendita pullulano di articoli di fast fashion; le celebrity pubblicizzano i loro prodotti salutisti ma tutta Hollywood è salita sul treno Ozempic senza conoscerne realmente i suoi effetti collaterali a lungo termine; su internet si celebrano la personalizzazione e lo stile personale, ma online si possono comprare bundle di portachiavi e di accessori preconfezionati per la “birkinification”. Il bello di internet sta proprio nelle sue contraddizioni, specchio cristallino della nostra bizzarra e prevedibile vita – sempre che il contenuto non sia stato creato con l’Intelligenza Artificiale.
Questo dicembre, la seconda edizione di Fashion Alphabet di nss magazine torna a fare chiarezza con un abbecedario dei più grandi fenomeni del 2024. Realizzato attraverso un’analisi approfondita del panorama della moda contemporanea, il report pone l’accento sui trend di maggiore rilievo su Instagram e Tiktok, coinvolgendo anche alcune delle forze creative che hanno segnato i traguardi artistici più importanti dell’anno.