Nike & Kevin Durant: innovare per vincere
New Sport Side
11 Marzo 2016
Quando sei Kevin Durant è difficile smettere di pensare alla vittoria, difficile frenare la voglia di non entrare nel team degli eterni sconfitti di talento, di cui pur fanno parte leggende NBA come Barkley, Stockton & Malone, Allen Iverson. Ogni minimo dettaglio, ogni più piccola sfumatura diventa essenziale nonché finalizzata a quell’unico obiettivo. KD deve averne discusso anche con Nike fin dal primo approccio nel 2009, quando con il trasferimento della franchigia a Oklahoma City, comincia il contratto che porta Kevin Durant, dopo aver rifiutato anche più soldi da adidas, a diventare uno dei cavalli di punta della compagnia di Palo Alto.
L’approdo di Kevin Wayne Durant nella lega è infatti datato 2007/2008, quando viene scelto alla posizione numero 2 del Draft dai Seattle Super Sonics, uno dei più amati e storici team della NBA. Neanche il tempo d’ambientarsi però e Durant deve volare ad OKC; c’è in programma un’intera cultura da mettere in piedi, la squadra di OKC è piena di giovani dalle prospettive dominanti. Di Seattle resta solo il ricordo nella prima signature che la Nike mette a disposizione del talento di Washington DC: la KD 1, in una particolare edizione bianca dagli inserti verdi e gialli. I gusti di KD vengono da subito affidati a Leo Chang, uno dei più importanti e riconosciuti designer NBA di sempre. Insieme decidono il colore basic della linea, che resterà sempre nero con inserti blu e arancio. La particolare edizione arancio è quella con cui KD brilla per la prima volta, quando durante l’All Star Weekend, vince il primo torneo di H.O.R.S.E. – una tradizionale sfida di tiri a canestro – della storia della lega.
Nonostante la KD 3 resti una delle scarpe a cui Durant (e Chang) sono più affezionati – è in questa edizione infatti che vengono inseriti per la prima volta i 5 fulmini, che simboleggiano i compagni di squadra di Durant che spesso (in particolare Westbrook) lo aiutano nel design – il salto di livello, il passaggio al futuro avviene con la Nike Zoom KD IV. Da questa signature in poi infatti Durant entra nell’Olimpo delle sponsorship degli atleti, le sue vendite superano quelle di Kobe, affermando la sua presenza come spalla perfetta per Lebron James. Vengono moltiplicate le colorazioni (se ne contano almeno dieci, tra cui l’introduzione della linea femminile “Aunt Pearl” per la lotta al cancro al seno, fino alla “Scoring Title” che celebra il sugello sulla principale caratteristica di KD, fare canestro). Le Nike è fortunata abbastanza da vedere i sue due campioni sfidarsi in finale. L’ultima edizione della squadra più hipster della Lega (OKC) arriva alle Finals a sfidarsi contro i superfavoriti di Miami, guidati dal Prescelto: LeBron James, finendo schiantati per 4-1.
Dopo la delusione della finale persa e l’abbandono di James Harden, Kevin Durant si rifugia nel suo innegabile talento da consigliere del fido Chang. Nei primi mesi del 2013 la Nike utilizza ancora una volta la signature di Durant per anticipare i trend di mercato. Adattandola al suo gioco perimetrale, Nike produce una sneaker bassa, piena di dettagli maniacalmente cuciti (l’ispirazione primaria deriva dalla precisione dei meccanismi di un orologio) addosso al numero 35. La KD VI è infatti una fusione tra scarpa da calcio e elementi Air Max e Zoom più soliti delle linea cestistiche.
«La KD VI ha il perfetto mix di composizione elegerezza che io e Leo abbiamo concepito fin dall’inizio. Non vedo l’ora di cominciare a giocarci», dice Kevin. E la VI gli piace così tanto da ritardare l’utilizzo della KD VII. I suoi gusti però non sono l’unico motivo dell’attesa. Dietro c’è il maxi accordo che Jay Z (nel frattempo diventato agente di Durant) sta provando a strappare alla Nike, facendo leva sull’interesse e sulle disponibilità economiche della Under Armour, che dopo aver convinto Curry (ne parlavamo qui) prova a replicare.
L’argomento tiene banco per diverse settimane, si scatenano addirittura diversi giocatori sui social – Ken Bazemore, atleta UA, prova a convincerlo su Twitter, e Andre Iguodala, atleta Nike, gli risponde “la UA non ha una singola occasione con KD, potrei averne di più io con Halle Berry". Alla fine ci vogliono 30 milioni di dollari (contratto più alto anche di quello di Lebron) per garantire la permanenza di Durant fino al 2024.
«C’è solo un titolo che mi interessa e quello è il titolo NBA». Il tempo passa veloce e l’ossessione di Durant comincia a diventare reale. Qualche mese fa le voci di una possibile dipartita da OKC (direzioni terre più fertili) hanno cominciato ad aleggiare, rendendo inquieti i tifosi. Per tutta risposta KD e la Nike hanno rilasciato una nuova, incredibile, versione delle KD 8 elite, la Heightened. Ancora una volta l’innovazione, in casa nike, passa per i piedi di Durant che nell’ultima parte di stagione calzerà la prima sneaker NBA con la calza di compressione al polpaccio – per proteggere il gioco di Durant dall’infortunio che lo scorso anno l’ha privato della parte più bella della stagione – e di una innovazione ulteriore della tecnologia Flywire, introdotta con le KD VI e sempre presente in tutte le successive versioni. A OKC o altrove, le condizioni per Durant sono finte «Voglio portare il mio gioco a un livello superiore, ho lavorato con Nike per essere certo che anche le mie scarpe facciano lo stesso: veloci, di sostegno a colpo sicuro per tutti i 48 minuti, fresche e di aiuto con le coperture. Così mi sento comodo e sicuro per il mio obbiettivo: vincere».