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The NSS Guide To The World Cup

Il Re del Mondo

The NSS Guide To The World Cup Il Re del Mondo

Il 30 giugno del 2002, Luis Nazario da Lima diventa il Re del Mondo, quello calcistico almeno. Siamo a Yokohama, ma, nelle intenzioni iniziali di Sepp Blatter si sarebbe dovuto giocare al Rungado May Day Stadium, in Korea del Nord, davanti a 150.000 persone. Poi le cose tra le due Koree non sono andate proprio nel verso giusto, e siamo arrivati al primo Mondiale organizzato da due nazioni insieme Korea (del sud) e Giappone. E’ un evento di portata planetaria (oltre che la prima coppa del mondo che non si disputa in Europa o America). E’ un Mondiale che verrà resterà a lungo nella memoria di chi l’ha giocato, da chi cerca di dimenticare in fretta a  chi invece su quelle notti asiatiche ci ha costruito una più che dignitosa carriera. E’ il Mondiale delle grandi fuori al primo turno, come accade a Francia, Portogallo e Argentina, della Svezia di Larsonn e di un giovanissimo Ibra e del Messico di Blanco. Della prima storica partecipazione della Cina e degli scandali arbitrali. 

 

Africa Power

Non è certo la prima volta che una squadra africana stupisce. Il Camerun ad Italia ’90 e la Nigeria nel 2000 sono esempi più che lampanti dell’immenso processo di crescita del calcio africano. Si, ma qui stiam parlando del Senegal. Una rosa incredibile, arresasi solo ai golden gol contro la super Turchia poi arrivata terza. La partita inaugurale contro la Francia fu un evento surreale: Zidane assente, e tutti (addetti ai lavori e non) guardavano al Senegal come alla tenera mascotte del Mondiale. Finirà due ad uno. Per il Senegal però. Era la generazione di Diuof, Papa Bouba Diop, dei Camara, e del tanto atteso fenomeno Fadiga.

Tutta colpa di Moreno

Che sia stata davvero tutta colpa di Byron Moreno? Certo, il losco figuro saltato fuori improvvisamente dall’Ecuador non ha aiutato un’Italia comunque non brillante, e che quella partita avrebbe tutto sommato meritato di perderla. Un girone stentato, aggrappati a Bobo Vieri, alle invenzioni di Totti, di una squadra che accendeva e spegneva con troppa incostanza per poter davvero puntare ad una vittoria mondiale. Dopotutto, eravamo fuori fino a 5 minuti prima della fine dell’ultima partita col Messico. Tuttavia il seguito della vita di Moreno, le accuse di corruzione, la droga e tutto il resto hanno offerto un terreno fertile sul quale gli italiani si son potuti adagiare e giustificare il gol di Ahn (che verrà cacciato dal Perugia di Gaucci). In fondo, è stata colpa di Moreno.



 

 

I tedeschi vincono sempre, ma non contro il RoRiRo

Certo che, con Cafù e Roberto Carlos a spingere più che coprire le fasce, Ronaldinho, Rivaldo e Ronaldo  in avanti, fare gol non dovrebbe essere un gran problema. Ed infatti non lo è stato. 18 gol fatti e solo 4 subiti, per una cavalcata a tratti inarrestabile. Non avevano un gran difesa, ma quando la palla ce l’hai sempre tu dei grandi difensori ti servono a poco. Tante partite memorabili: la vittoria allo scadere contro l’Inghilterra, con la famosa punizione di Ronaldinho, la doppia sfida sudatissima contro la Turchia, e il 2-0 netto in finale contro la Germania. Il marchio indelebile di Ronaldo, il Fenomeno, su quella partita, la sua doppietta e la rivincita dopo l’incubo di Parigi di 4 anni prima, Ronaldo del triangolo (l’originale capigliatura poi copiata in tutto il mondo) e del doppio passo andando sempre a sinistra. In genere vincono sempre i tedeschi, non stavolta, non contro il RoRiRo.

 

Due miracoli diversi

In pochi, credo, avrebbero previsto una finale per il terzo e quarto posto Tra Corea del Sud e Turchia. Se è vero che tutti i Mondiali contengono sorprese ed imprevisti, nel 2002 si andò decisamente oltre. Senegal e USA ai quarti, Corea e Turchia addirittura in semifinale, ad un passo dal sogno. Due risultati simili, raggiunti però in maniere diametralmente opposte. Il punto forte della nazionale turca fu la “generazione d’oro turca”. Emre, Rustu, Nihat, Ilhan, Basturk e soprattuto Hakan Sukur. Tutti insieme, tutti in campo per un obiettivo. La Turchia ha messo sul piatto tutto il talento della sua migliore nidiata, raggiungendo un risultato storico. La Corea invece è stata lasciata nella mani del santone olandese Hiddinck. Un talento medio decisamente inferiore a tante squadre, ma un’organizzazione invidiabile. Il fatto di essere la nazione ospitante aiutò non poco, per un’impresa che agli occhi del mondo, non risultò mai limpida.

 

 

Trouble in paradise

Ci sono modi e modi di prendersi rivincite. Uno è quello di David Beckham. Nel 1998, durante Argentina – Inghilterra venne espulso, lasciando i suoi in dieci ed in difficoltà. Quell’errore non gli verrà perdonato per 4 anni, fino a che, realizzando il rigore che sancì la vittoria dei sudditi di sua Maestà sull’albiceleste, mandò a casa l’Argentina, estromettendola dal “girone della morte”. Stessa sorte toccò al Portogallo, cui fu fatale la sconfitta contro i padroni di casa koreani. Quello francese invece, fu un discorso diverso. Mai i campioni in carica di un Mondiale erano tornati a casa senza vincere neanche una vittoria, e totalizzando un misero punto, riuscendo nella titanica impresa di concludere la coppa del mondo con lo 0 accanto alla voce “gol segnati”. Anche questo, se volete, è..fare la storia.