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La dolorosa estinzione dei giudici di linea nel tennis

Anche a Wimbledon arriverà l'occhio di falco

La dolorosa estinzione dei giudici di linea nel tennis Anche a Wimbledon arriverà l'occhio di falco

Sono giorni di grande nostalgia per gli amanti del tennis. Oltre all’annuncio del ritiro di Rafael Nadal - uno dei rari casi in cui la “fine di un’era” non è una forzatura - un comunicato diffuso mercoledì scorso ha reso noto l’arrivo al capolinea di un’altra istituzione di questo mondo. No, non ci ha salutati anche Novak Djokovic, unico superstite della Santissima Trinità che ha forgiato la recente età dell’oro per l’ATP, ma un pezzo a suo modo insostituibile del presepe tennistico: i giudici di linea di Wimbledon, l’evento più prestigioso ed esclusivo del circuito. Il loro posto, dopo anni di progressi tecnologici e sperimentazioni, sarà definitivamente preso dall’Electronic Line Calling, l’intelligenza artificiale che un po’ alla volta, partendo dal cosiddetto “occhio di falco” (Hawk-Eye), ha assunto un ruolo sempre più centrale nella gestione degli incontri tennistici. Fino a diventare l’unico assistente dell’arbitro per le close call, ovvero le decisioni più complesse in merito a palline che cadono a ridosso delle linee del campo.

La matrice nostalgica di questo cambiamento si snoda su due strade distinte. Da una parte, verrà meno una peculiare componente estetica di un appuntamento che da questo punto di vista non ha eguali nell’intero panorama sportivo; dall’altra, la mera sostituzione di persone in carne ed ossa con infallibili e gelidi computer - a Wimbledon come in tanti altri tornei ATP e WTA - è un’istantanea del momento storico attuale, in cui sull’altare del progresso tecnologico si sta sacrificando una fetta sempre più consistente delle interazioni tra esseri umani. Al di là del dibattito antropologico in cui inevitabilmente si inserisce questa seconda nostalgia, nel contesto tennistico fa largo a una domanda: siamo davanti all’estinzione dei line judges, e che impatto avrà tutto ciò sul percorso formativo dei giovani arbitri? Sullo sfondo, c’è anche la questione del valore dei dati rilevati dall’AI, un tema sempre meno marginale per gli stessi organizzatori dell’evento.

Un pezzo di tradizione

Il comunicato di mercoledì, firmato da Sally Bolton (Wimbledon’s Chief Executive), ha posto fine a una consuetudine secolare. “C’è un po’ di tristezza naturalmente”, ha commentato Malgorzata Grzyb, presidente dell’Association of British Tennis Officials, aggiungendo che “è la fine di una tradizione, ma un qualcosa che ci aspettavamo”. E così, nell’edizione del 2025 non sentiremo più le urla “out” cui siamo stati abituati per 147 anni di storia del torneo, ma non solo; non vedremo più nemmeno la sfilata dei giudici di linea, con le loro iconiche giacche blu, camicie a righe, pantaloni e gonne bianche. Figure che, pur con un ruolo defilato rispetto al centro dell’azione, rappresentavano uno dei pezzi più distintivi del puzzle estetico di Wimbledon. Dopo l’adozione dell’occhio di falco per giudicare la regolarità dei servizi, su tutti i 18 campi dell’All England Club si utilizzerà quindi la tecnologia anche per la valutazione dei colpi durante gli scambi. “La decisione di introdurre la chiamata elettronica in tempo reale è stata presa dopo un lungo periodo di riflessione e studio”, spiega Sally Bolton.

Dopo aver esaminato i risultati dei test effettuati durante l’edizione di quest’anno, riteniamo che la tecnologia sia sufficientemente robusta e che sia giunto il momento di compiere questo passo importante per cercare la massima precisione nel nostro arbitraggio. La scelta è dettata dalla serietà con cui cerchiamo di bilanciare tradizione e innovazione a Wimbledon”. La decisione di abbandonare i giudici di linea in favore dell’intelligenza artificiale riflette un trend globale nel tennis e più generale nell’universo sportivo. Altri due tornei del Grande Slam, l’Australian Open e gli US Open, avevano già abbracciato questa tecnologia negli ultimi anni, seguendo l’impulso dettato dalle esigenze di distanziamento sociale durante le edizioni “pandemizzate”; e con l’allineamento anche di Wimbledon agli standard suggeriti da ATP e WTA - che vedono nell’ELC una strada verso un futuro con decisioni più rapide e uniformi - ora resta il solo Roland Garros a difendere la dimensione più umana del gioco. La sensazione, però, è che sia semplicemente una questione di tempo.

Il sopravvento dell’intelligenza artificiale

L’adozione definitiva dell’Electronic Line Calling non solo segna una rivoluzione estetica e tecnologica, ma induce anche a un importante momento di riflessione per l’intero settore. Le figure dei line judges, spesso non a tempo pieno ma di cruciale importanza durante le due settimane dell’evento, rappresentavano infatti per molti aspiranti arbitri una porta d’accesso per il mondo del tennis professionistico. Come verranno formati ora, invece? Se fino ad oggi il percorso tradizionale iniziava da eventi minori e culminava con tornei dello Slam come Wimbledon, la radicale trasformazione all’orizzonte getta delle ombre sugli sviluppi di questa professione. La Lawn Tennis Association (LTA) ha già espresso preoccupazioni in merito, tanto per il percorso formativo in senso stretto, quanto per gli incentivi che il movimento avrà più difficoltà a fornire ai giovani.

Di pari passo, infine, anche le opportunità economiche si stanno trasformando con l’avvento e l’utilizzo massiccio della tecnologia. Il tracciamento dei dati di gioco, che fornisce input preziosi per le piattaforme di scommesse, apre infatti nuove strade di profitto per i partner del circuito tennistico. Wimbledon stesso potrebbe ottenere notevoli benefici finanziari dalla vendita delle licenze per i dati generati dall’ELC, seguendo le orme di quanto fatto recentemente dall’ATP. Ed ecco come l’avvento di questa tecnologia non solo può ridefinire alcune dinamiche di campo, ma anche il modello economico sovrastante. Che ci piaccia o meno, il tennis del futuro è (anche) questo.