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La nuova arena dei Clippers arriva dal futuro

Si chiama Intuit Dome ed è già stata assegnata come sede per l’All-Star Game

La nuova arena dei Clippers arriva dal futuro Si chiama Intuit Dome ed è già stata assegnata come sede per l’All-Star Game

Quando i Los Angeles Clippers vennero acquistati da Steve Ballmer nel 2014, fu chiaro fin da subito che la franchigia californiana stava per entrare in una nuova era, allontanandosi dall'ombra dei Los Angeles Lakers. Tuttavia, a dieci anni di distanza, manca ancora qualcosa sul campo: il traguardo più importante e atteso, il primo titolo di campioni NBA, è ancora un miraggio, nonostante gli sforzi della proprietà e gli arrivi di Kawhi Leonard e Paul George (e, prima di loro, l'era Lob City guidata da Chris Paul e Blake Griffin). Non solo: i Clippers non hanno mai raggiunto le Finals NBA, nonostante siano stati spesso considerati tra i favoriti nei power ranking autunnali delle ultime stagioni. Fino a quando non riusciranno ad appendere quel tanto desiderato banner, i Velieri dovranno convivere con l’etichetta di franchigia perdente, non più per la storica mancanza di competitività, ma per la recente incapacità di compiere l’ultimo passo. Fuori dal campo, però, l’avvento di Ballmer – oltre ad allontanare il ricordo della precedente proprietà guidata da Donald Sterling, rimossa a seguito dei gravi fatti del 2014 – ha effettivamente trasformato il panorama.

@60minutes This month, Steve Ballmer christens the LA Clippers’ new arena, the Intuit Dome. #Clippers #adoption #intuitdome original sound - 60 Minutes

L’ex CEO di Microsoft, uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti, acquistò la franchigia per la cifra record di due miliardi di dollari, una somma che all'epoca fu considerata eccessiva dalla maggioranza degli esperti. Oggi, secondo Forbes, il valore dei Clippers è più che raddoppiato. Fin dal suo insediamento, Ballmer ha messo al centro del suo progetto la costruzione di una nuova arena nonostante al momento del suo arrivo fosse stato appena firmato un rinnovo decennale con l’allora Staples Center (oggi Crypto.com Arena), per continuare a condividere la struttura con i Lakers (NBA) e i Kings (NHL). Già in un’intervista del 2015, però, le sue intenzioni erano chiare: voleva una nuova casa per i Clippers entro la scadenza di quel contratto. «Siamo i terzi arrivati qui, e per quanto riguarda date e scelte di calendario siamo chiaramente la terza opzione», commentava l’owner dei Clippers, riferendosi al trattamento privilegiato da sempre riservato a Lakers e Kings. «Se sei un buon uomo d'affari, non arrivi alla fine di un contratto di locazione senza avere un’alternativa migliore: noi avremo quell’opzione».

Flash-forward all’estate 2024, ed eccoci all’inaugurazione dell’Intuit Dome di Inglewood, Los Angeles, la nuova casa della Clipper Nation. E guardando ancora più avanti, l’arena è già stata assegnata come sede per l’All-Star Game 2026 e per le partite dei Giochi Olimpici del 2028.

Una nuova era

@carlothebroadcaster

The Team Benches at Intuit Dome are Next Level

original sound - Carlo Jiménez

Il possesso di un nuovo impianto e il suo utilizzo esclusivo rappresentano per Steve Ballmer e soci un enorme valore aggiunto sotto diversi punti di vista. Non soltanto come asset e patrimonio della franchigia, ma anche per una questione identitaria e culturale, come conferma la centralità rivestita dal coinvolgimento del pubblico. In quest’ottica si inserisce The Wall, il settore da 4.500 posti (51 file) riservato esclusivamente ai tifosi Clippers e pensato - attraverso la politica dei costi (32 dollari a partita, terza fila inclusa) e le regole d’accesso (c'è una sorta di dress code che per escludere i tifosi avversari) - per accendere l’atmosfera dell’Intuit Dome. L’idea di fondo è quella di plasmare una cultura del tifo ispirata al modello europeo, insomma, simile a  quello del Borussia Dortmund, e farne un proprio tratto distintivo. Se i Lakers sono il punto di riferimento delle celebrità di Hollywood, i Clippers vogliono diventare sempre più la squadra della gente di Los Angeles.

Una sorta di rebranding, dunque, che passa anche attraverso l’immagine consegnata agli spettatori di tutto il mondo durante le partite. Ma anche ai giocatori della stessa NBA, che già di recente hanno mostrato una crescente attrattiva verso la squadra; dopotutto, pur essendo un mercato saturo o quasi, Los Angeles garantisce una serie di vantaggi non trascurabili. «Staccarsi dall’ombra dei Lakers non è un’impresa semplice, ma noi stiamo lavorando per costruire e rafforzare la nostra identità», ha detto Ballmer in una recente intervista. Successivamente si è rivolto alla fanbase, sottolineando la centralità della nuova arena nel processo: «Tutti voi, tifosi ma anche addetti ai lavori, meritate il miglior campo di gioco: lo avrete qui, a Inglewood». Dopo il classico taglio del nastro ad agosto e poi l’inaugurazione con un concerto di Bruno Mars, seguito dall'esordio in pre-season contro Golden State Warriors, l’Intuit Dome è atteso ora al debutto in regular season: la data è il 23 ottobre, giorno in cui per i Clippers inizierà molto di più che una nuova stagione.

L’arena del futuro

@sports.illustrated Steve Ballmer is a man for the people The Clippers new arena, the Intuit Dome, will have over 1100 TOILETS

Costato complessivamente due miliardi di dollari, di cui il 25% circa è stato finanziato da Intuit Inc. (società specializzata in software aziendali) per i naming rights fino al 2047, l’impianto rappresenta un unicum nel mondo NBA e non solo. Oltre al campo che verrà utilizzato per le partite e ai 18mila posti a sedere che compongono gli spalti, la struttura è comprensiva di quattro campi d’allenamento e una outdoor plaza con bar, ristoranti, maxi-schermo, store ufficiale del team, piscina e svariate aree destinate ad attività commerciali. Per arricchire l’esperienza degli spettatori, poi, è stata predisposta una presa della corrente per ogni singolo posto, oltre alla bellezza di 1.500 bagni all’interno del palazzo (un record ovviamente), «per far sì che nel tempo di un timeout tutti possano andare e tornare senza fare code e senza perdersi neanche un possesso», si legge nel comunicato ufficiale dell’organizzazione.

E il bello deve ancora arrivare, perché non si è detto nulla fin qui del vero e proprio fiore all’occhiello dell’arena. Si tratta dell’Halo Board, un maxischermo senza eguali - per dimensioni e specifiche tecnologiche - nel panorama sportivo mondiale. Ovvero, un double-sided display a 360 gradi di forma ovalizzata, che svetta sopra il terreno di gioco e su cui scorreranno una varietà infinita di informazioni sulla gara in corso: statistiche base e dati avanzati, mappe di tiro, replay, highlights, contatore di decibel, video e contenuti vari durante le pause, e addirittura una Ballmer Cam per monitorare le reazioni del proprietario alle giocate più spettacolari. Insomma, una rivoluzione pensata per integrare l’esperienza dal vivo con il supporto che la tecnologia fornisce - di solito - a chi guarda la partita da casa. Vedere per credere, buon viaggio nel futuro.