Come il Brit Pop ha modellato il calcio inglese
Gli Oasis non se n'erano mai andati, sono sempre rimasti nelle curve della Premier League
18 Settembre 2024
Dopo l'annuncio di una reunion degli Oasis e l'inevitabile isteria di massa intergenerazionale che si è riversata in tutti gli angoli del discorso popolare (e non) negli ultimi giorni. In concomitanza con l'uscita dell'ultima quarta divisa del Manchester City, disegnata da Noel Gallagher, membro del consiglio di amministrazione del club e metà della turbolenta degli Oasis, è arrivato il momento giusto per esplorare il rapporto tra britpop, calcio e moda.
Per evitare di cadere nella trappola di discutere semplicemente di Oasis e Blur quando si parla di Britpop, vale la pena ricordare che, ovviamente, c'è stata una lunga serie di band che hanno avuto un'influenza significativa sul genere, catturando un'essenza di orgoglio nazionale anti-establishment. L'esempio più evidente e forse significativo è quello della famigerata canzone "Football's Coming Home", cantata dai comici David Badiel e Frank Skinner. La canzone stessa è stata raccontata dai Lightning Seeds e, pur facendo arrabbiare i tifosi delle nazioni rivali, è diventata parte dell'arazzo calcistico nazionale che viene srotolato ogni volta che l'Inghilterra gioca in una competizione internazionale - spesso inciampando negli ultimi ostacoli, per la gioia di tutti gli altri, a quanto pare.
La storia del BritPop allo stadio
New @ChelseaFC kit with a familiar face on the wall pic.twitter.com/zvDQjDjQa2
— Damon Albarn Unofficial (@DamonUnofficial) July 10, 2023
Quell'essenza di arroganza imperiale combinata con l'autoironia British si è fusa insieme per inaugurare a metà degli anni Novanta una rivoluzione musicale e culturale, guidata dagli Oasis di Manchester, dai Blur di Londra e dai Pulp di Sheffield. In linea con lo spirito del rock&roll, questi gruppi erano sfrontati, sboccati, non intimiditi e musicalmente eccezionali. A livello globale, in quella che potrebbe essere considerato il vertice della Cool Britannia, il Britpop ha dominato l'etere ispirando più generazioni con il suo stile e la sua sostanza.
Anche il calcio inglese stava iniziando a tornare alle vette sacre delle squadre di Liverpool ed Everton dei baffuti anni '80, mentre il Manchester United di Sir Alex Ferguson si stava affermando come la migliore squadra in Europa. Anche la nazionale maschile inglese cercava di tornare ai vertici del calcio internazionale in vista di Italia '98, con una squadra così buona sulla carta che il solo guardarla ora suscita un sentimento d'amore seguito dalla schiacciante consapevolezza che, come tante altre squadre inglesi, non ce l'avrebbe fatta.
Detto questo, il morale, sia in termini emotivi che alcolici, non era mai stato così alto. La Gazzamania era al suo picco, ill nuovo governo laburista guidato da Tony Blair aveva cacciato un partito Tory stantio e impoverito sotto la guida di John Major, e un senso di ringiovanito orgoglio nazionale si era diffuso in tutto il Regno Unito. Eppure, nonostante l'apparente unione, c'erano rivalità e controversie più che sufficienti per suscitare un interesse sostenuto nei pettegolezzi sempre più frequenti che inondavano ogni bar e caffè della nazione.
Oasis vs Blur
La rivalità di cui sopra era, ovviamente, quella tra Oasis e Blur. Ancora oggi è una rivalità che non si può non conoscere anche se si è scelto di vivere sotto una roccia. Indubbiamente vantaggiosa per entrambe le band, la divisione tra nord e sud ha dato vita a una serie di canzoni e interviste televisive in cui entrambi i gruppi cercavano costantemente di superare l'altro. L'amore di Damon Albarn per la squadra di calcio del Chelsea ha collocato lui e la sua band nel cuore di Londra, in uno dei quartieri storicamente più eleganti della City, mentre il noto amore per il Manchester City del duo degli Oasis è probabilmente il più documentato tra tutti gli appassionati di sport del Regno Unito.
Le due band si sono affrontate nel Britpop Derby delle classifiche, con “Country House” dei Blur che sconfisse il singolo degli Oasis “Roll With It”, e anche sul campo. Le due band, insieme ad altre tra cui Pulp, Reef, Dodgy e Bluetones, furonno invitate a partecipare alla partita di beneficenza Soccer Six a favore del Nordoff-Robbins Music Therapy Centre. L'immagine iconica dello scontro tra Liam Gallagher e Damon Albarn si è guadagnata un posto in prima fila nella galleria del Britpop, e la sua natura ha fornito ai fan della musica e del calcio un nutrimento che durerà tutta la vita. Ora, la terrace culture, pur non essendo nata dal Britpop, è stata influenzata a tal punto dal genere e dai suoi interpreti che potrebbe benissimo esserlo stata.
Gli Stone Roses possono forse essere considerati il collegamento tra il Britpop e le curve. L'influenza di Madchester si riverbera ancora oggi, con canzoni come “I wanna be adored” che vengono ancora suonate in ogni partita casalinga del Manchester United, mentre la squadra esce dagli spogliatoi sotto le note di un'altra canzone degli Stone Roses, “This is the one”. Dall'altra parte del mare d'Irlanda, il gruppo di tifosi del Bohemian FC, i “Notorious Boo Boys”, continua a srotolare uno striscione che include un verso della canzone degli Stone Roses “Beautiful Thing”. Inoltre, l'inno Song 2 dei Blur viene suonato negli stadi di tutto il Paese, in particolare allo Stamford Bridge ogni volta che si gioca in casa, mentre una serie di canzoni dei Pulp viene regolarmente suonata durante le partite dello Sheffield Wednesday. Potrei continuare a elencare le canzoni suonate e in quali stadi, ma per amore di brevità mi asterrò.
Lo stile BritPop
La combinazione di stile Mod e Casual, le sneakers adidas, le camicie Fred Perry, le giacche Harrington, i cappotti Stone Island e CP Company e le sciarpe Burberry sono ancora l'uniforme del tifoso di calcio britannico, in particolare nella Championship e scendendo di categoria, dato che i club della Premier League spesso attirano un numero molto maggiore di turisti a ogni partita. Questi elementi costitutivi dell'abbigliamento da partita sono stati regolarmente utilizzati dalle band Britpop per tutti gli anni '90, insieme, soprattutto, all'uso regolare della maglia da calcio.
Le jersey sono finalmente emerse come un oggetto di moda, da indossare come distintivo di orgoglio regionale, per dimostrare la propria appartenenza a un luogo e a un gruppo. La località è stata probabilmente l'elemento caratterizzante delle principali band Britpop, e quale capo d'abbigliamento può mostrare meglio il luogo da cui si proviene se non la maglia della propria squadra locale? La risposta, ovviamente, è: nessuno. La terrace culture ha rappresentato per chi si occupa di musica un distacco stilistico dalla follia degli anni '80, e l'importanza delle figure di spicco del movimento Britpop e delle loro scelte sartoriali non ha fatto altro che esaltarne ulteriormente lo stile.
Tornando al punto di partenza, l'influenza del Britpop sulla moda calcistica è sempre presente. L'ultimo quarto kit del Manchester City è semplicemente l'ultima iterazione. Guardando questo kit viene in mente il modo in cui i Gorillaz di Damon Albarn hanno partecipato all'uscita del kit Home del Chelsea nel 2017. Sebbene siano tutt'altro che una band britpop, l'atmosfera e il legame con Albarn portano inevitabilmente con sé una spolverata di britpop che non può essere rimossa, a prescindere dalle sue imprese musicali successive ai Blur. Il Britpop ha avuto e continua ad avere un'influenza sulla psiche calcistica britannica, sulla moda e sulla cultura contemporanea. La rinascita del genere dopo l'ultimo annuncio degli Oasis ha solamente sottolineato l'importanza che il genere e i suoi protagonisti hanno avuto sul gioco e sullo stile dei suoi tifosi.