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K-Way e Team Orient Express protagonisti all'America's Cup

Abbiamo parlato con lo skipper dell'imbarcazione francese alla vigilia della più importante gara velica dell'anno

K-Way e Team Orient Express protagonisti all'America's Cup Abbiamo parlato con lo skipper dell'imbarcazione francese alla vigilia della più importante gara velica dell'anno

L’America’s Cup è la competizione più antica al mondo, una storia di ossessioni, tradizioni e rivoluzioni che risale al 1851, quando la Goletta America vinse la gara attorno all’Isola di Wright e mantenne per quasi un secolo il trofeo presso il New York Yacht Club. Sono passati quasi duecento anni ma la sfida degli uomini al mare conserva in sé la stessa energia atavica nonostante le trasformazioni lunari compiute nel frattempo dalle imbarcazioni in gara. È questa la prima assurdità che salta all’occhio appena si scorgono le barche prima negli hangar e poi sul campo di regata. Degli scafi talmente levigati e luccicanti che assomigliano più a navicelle spaziali di un film di fantascienza rispetto alle imbarcazioni alle quali siamo solitamente abituati. E forse è giusto che proprio una competizione che sta per raggiungere ora i due secoli di sfide sia anche quella più rivoluzionaria e tesa al futuro, come le vele in kevlar che vibrano alle raffiche del vento di Barcellona. Siamo infatti nel golfo che caratterizza la città spagnola, dove da mesi ed in alcuni casi anni, i team che hanno scelto di sfidare il contender Emirates Team New Zealand

Dopo che negli anni ‘70 la competizione fu aperta a più sfidanti divenne immediatamente internazionale con i club velici di tutto il mondo a contendersi la storica coppa. Tra le tante nazioni che decisero di scendere in acqua la Francia non ha mai mancato di proporre uno sfidante, e in questa edizione ha fatto le cose in grande con il Team Orient Express. Abbiamo incontrato Quentin Delapierre, lo skipper dell’imbarcazione francese sul campo di regata di Barcellona poche settimane prima che proprio sulle stesse onde iniziassero le gare ufficiali. “L’America’s Cup è la competizione velica più importante che esista, davvero non c’è niente di neanche confrontabile. Se sei una delle pochissime persone al mondo ad aver l’occasione di poter partecipare non puoi davvero lasciartela scappare” ci dice Delapierre, che nonostante la sua giovane età ha già gareggiato sia nei Giochi Olimpici di Tokyo 2021 nella classe Nacra17 che nel campionato SailGP. E per condurre Orient Express a Barcellona ha scelto anche di saltare l’appuntamento casalingo dei Giochi Olimpici. “È stata una rinuncia molto dolorosa, ma non potevo portare avanti tre progetti allo stesso tempo (Delapierre è ancora lo skipper in SailGP n.d.r.), con Manon Audinet - la skipper dell’imbarcazione femminile di Team Orient Express - volevamo riscattare la delusione della scorsa edizione ma non potevo passare un’opportunità del genere”.

Ma l’emozione dell’America’s Cup, la sensazione di poter guidare una barca che sfiora appena l’acqua, prodigio della tecnica e ambizione dell’uomo, volando ad oltre 30 nodi, è irresistibile. Lo scafo di AC75, l'imbarcazione ufficiale della 37ª Coppa America, è un monoscafo con foil che misura 20,7 metri di lunghezza e può sollevarsi sopra l'acqua a oltre 100 km/h. Richiede un equipaggio di otto persone in grado di coordinarsi alla perfezione per non commettere anche il minimo errore che potrebbe compromettere il match race. “Siamo un gruppo molto affiatato che sta lavorando sodo per arrivare al meglio all’appuntamento che conta. Forse abbiamo avuto meno tempo per lavorare qui a Barcellona rispetto ad altri team ma abbiamo sfruttato ogni minuto”. Tra lavoro in palestra, allenamento con i simulatori e studio delle continue migliorie da apportare alla barca, le giornate trascorse a Barcellona hanno riguardato in modo molto marginale la città catalana. Ma il team francese non si lamenta, pienamente concentrato sulla più importante delle competizioni veliche. 

Un’opportunità resa possibile dall’impegno di K-Way, il primo sponsor a sostenere l’iniziativa dell’armatore francese Stephan Kandler e della Societé Nautiqué de Saint-Tropez, e che ha realizzato tutti i capi da performance e lifestyle per le 200 persone impegnate nel sogno francese dell’America’s Cup. “K-Way inizialmente non conosceva molto il mondo della vela, ma è arrivata con molto interesse e il team sapeva gestire il rapporto tra i tecnici di K-Way e quelli che erano i nostri desideri. Sono abbastanza sicuro che avete visto quello che K-Way ha fatto sul giubbotto di salvataggio e ha semplicemente impressionato la competizione mondiale”. Il lavoro di K-Way ha impressionato Delapierre e il suo staff, realizzando un ampio range di collezione che comprende giacche, fleece, pantaloni e bermuda traspiranti e impermeabili blu scuro o beige, con l’iconico logo di K-Way accompagnato da quello di Orient Express e degli altri sponsor. Poi T-Shirt, pantaloni tecnici, Lycra e underwear termoregolatore.

Perfino il Claude, il windbreaker per eccellenza di K-Way, è stato ridisegnato per l’uso in barca, tingendosi in blu scuro il tessuto LeVrai 3.0 con impresse le grafiche di Orient Express e America's Cup. "Siamo estremamente felici del look per l'intero team, senza ovviamente rinunciare alla comodità ed alla performance richiesta a tutti i membri della nostra squadra". L'estetica dei team infatti è una dei motivi che hanno reso l'America's Cup leggenda ed avere il proprio logo sulle divise dei velisti e sulle chiglie brillanti che fendono l'acqua è motivo d'orgoglio per i brand. E per il Gruppo BasicNet si tratta di un ritorno: dal 2005 al 2010 aveva infatti vestito con il marchio Kappa il team italiano Mascalzone Latino. Ora invece ha scelto il progetto francese, tornando a casa dove la fabbrica di materiale antipioggia e antivento ha avuto origine.