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Le migliori uniformi delle premiazioni e della Cerimonia di Chiusura a Parigi2024

Le ultime cartoline di una meravigliosa edizione olimpica

Le migliori uniformi delle premiazioni e della Cerimonia di Chiusura a Parigi2024 Le ultime cartoline di una meravigliosa edizione olimpica

I Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono volte al termine, e dopo diciassette giorni di abbuffata sportiva la capitale francese ha salutato i Cinque Cerchi olimpici con un gran finale allo Stade de France. Davanti a più di 80.000 spettatori, in un impianto che per l’occasione “è stato trasformato in una gigantesca sala da concerto” (si legge nel programma ufficiale), si sono esibiti nella serata di domani un centinaio di artisti, acrobati, ballerini e performer da tutto il mondo; e come da tradizione, l'ultimo atto è stato celebrato con spettacoli coreografici “aerei” e fuochi d’artificio. Si è chiuso così il cerchio aperto con la scintillante cerimonia d'apertura sulla Senna dello scorso 26 luglio, sancendo la fine della trentatreesima edizione dei Giochi e il passaggio del testimone a Los Angeles 2028.

In occasione della cerimonia di apertura avevamo fatto su queste pagine una rassegna degli outfit più originali, creativi, simbolici e in alcuni casi stravaganti - se non eccentrici - con cui gli atleti avevano sfilato sulla Senna. La maggior parte di quei kit li abbiamo ritrovati nella parata di domenica sera, ma non tutti, perché al solito ci sono delegazioni che si sono presentate con divise ad hoc per entrambe le situazioni (e non solo). E così, anche noi oggi chiudiamo il nostro cerchio - anzi, i cinque cerchi - dando un’occhiata ai look da non perdere nell’evento di chiusura, ma anche a quelle che ci sono rimaste negli occhi dalle premiazioni delle ultime settimane (le cosiddette “podium uniforms”). Ai Giochi Olimpici, d’altronde, c’è un outfit davvero per ogni occasione, e come atteso l’edizione parigina non ha fatto eccezione in tal senso. 

 

Chiudere in bellezza

Mentre i performer dell’evento sono stati vestiti dallo stilista svizzero Kevin Germanier, ogni delegazione ha scelto il proprio stile e “concept”, talvolta andando anche in controtendenza rispetto all’outfit mostrato nella cerimonia d’apertura. Tra i Paesi che hanno mostrato una veste inedita spiccano le scelte estetiche di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, pensate e firmate rispettivamente da Ralph Lauren, Lululemon e Ben Sherman.

Dopo l’abbinamento blue jeans-blazer dell’apertura, gli USA hanno vestito un’uniforme molto più sportiva, ma altrettanto legata ad elementi tipici del costume americano. Ecco dunque un completo che ricorda le tute del circuito NASCAR (piloti di automobilismo), se non quelle della NASA (astronauti), abbinate a jeans bianchi. Un altro look che porterà un po’ di iconoclastia a stelle e strisce, insomma, nella serata in cui la fiaccola olimpica inizierà il suo viaggio verso gli States.

Anche i vicini di casa, i canadesi, hanno reso visibilmente omaggio al patrimonio locale con il look di congedo da Parigi. Il completo che è stato usato da atlete ed atleti, come accaduto anche nelle premiazioni sul podio, è impreziosito infatti dal disegno dell’artista indigeno Mason Mashon (Saddle Lake Cree Nation), e nei tratti si notano alcuni elementi naturali che caratterizzano il “Grande Nord” tra cui le luci tipiche dell’Aurora Boreale.

I britannici infine hanno sfilato con una vivace - decisamente vivace - camicia blu con disegni a fantasia floreale, che richiamano i simboli di Inghilterra (rosa), Scozia (cardo), Galles (narciso) e Irlanda del Nord (trifoglio). Sotto, pantaloncini Oxford color avio e calze realizzate in collaborazione con Happy Socks. Se concettualmente il rimando è lo stesso della cerimonia d’apertura - all’unità, alla storia e alla ricchezza culturale dei popoli britannici - dal punto di vista estetico la scelta di Ben Sherman è ricaduta in questo caso su un look meno londinese, più casual e di sicuro non banale.

 

Sul podio con stile

“W Italia”: partiamo dai kit da podio della delegazione azzurra, ovvero dalle premiazioni che a prescindere ricorderemo con piacere, e che EA7 ha reso - un’altra volta, l’ennesima - iconiche. La scritta sul petto, con “ITALIA” a caratteri cubitali e la “W” piccola disegnata al suo interno, rappresenta uno dei tanti marchi all’insegna dell’orgoglio patriottico che Giorgio Armani ha voluto incidere sugli outfit di questa spedizione; tra cui l’immancabile tricolore, che si intravede all’interno del cappuccio e sui polsi. Un solo rimpianto rimane non aver visto questa divisa più volte. Non per il medagliere, che è stato senz’altro soddisfacente, ma per la sfortunata abbondanza di quarti posti.

I nostri vicini d'oltralpe, francesi e svizzeri, hanno scelto invece di portare più colore sul podio. I padroni di casa con una linea di magliette, polo, canotte, tute e felpe firmate Le Coq Sportif, che ha ripreso la raffinata sfumatura della bandiera proposta da Berluti nella cerimonia d’apertura. Uno stile sicuramente di tendenza in questi Giochi, come conferma anche la “podium uniform” della Repubblica Ceca, ad esempio. “Swiss Team”, invece, ha optato un’uniforme - realizzata da ON - in cui salta all’occhio l’esplosione di colori effetto-pulviscolo sul petto e sulle scarpe. Un riferimento al mix di paesaggi, lingue e culture che contraddistingue la Svizzera.

Un grande classico che non stufa mai? L’orange degli olandesi, che nel 2024 - a differenza di quanto avvenuto a Tokyo tre anni fa - hanno portato il proprio tratto sportivo più identitario sul podio, relegando i colori della bandiera a polsi, collo e vita. Aggiungeteci quel tocco un po’ nineties di FILA, e se riuscite trovate qualcuno a cui questo outfit non piaccia. Sulla stessa lunghezza d’onda l’albiceleste dal retrogusto vintage confezionata da Le Coq Sportif per la spedizione dell’Argentina.

Alcune scelte meno “convenzionali”, invece, sono state messe in mostra dagli atleti di Australia, Thailandia ed Ecuador, tutte ispirate ai colori nazionali (rispettivamente: verde-oro, bianco-rosso-blu, giallo-blu) ma con disegni e motivi particolarmente creativi. Quella australiana l’avrete vista quasi sicuramente nelle ultime settimane, considerando le oltre 50 medaglie raccolte dalla delegazione oceanica; per aver scovato thailandesi ed ecuadoregni sul podio, invece, è necessaria una certa familiarità con discipline quali lotta, taekwondo, sollevamento pesi e badminton. Una nota interessante, resa nota dal produttore thai (Grand Sport): tutte le maglie della spedizione di Bangkok sono state realizzate con tessuto ricavato da bottiglie di plastica riciclate.

Restiamo in Asia per le ultime quattro divise da podio che abbiamo scelto. La prima è quella dell’Uzbekistan, ispirata all’architettura tradizionale locale, con mosaici e geometrie tipiche delle moschee e delle madrase di Tashkent. Poi quella della Cina, realizzata da Anta e anch’essa ispirata alla simbologia tradizionale, come suggerisce il nome “Dragon Champion Outfit” e la fantasia a scaglie di drago, il tutto in un elegante bianco con dettagli rossi. Infine, le divise di Corea del Nord e Corea del Sud: le proponiamo insieme non per somiglianza - la prima è un total-white con geometrie dei colori della bandiera nazionale, la seconda ha una fantasia più “fluida” con uno sfumato dal blu al bianco - ma come omaggio allo storico selfie scattato sul podio dopo la finale di ping pong. Una delle immagini più significative e “potenti” di queste Olimpiadi, in contrapposizione alle tensioni politiche che intercorrono tra Pyongyang e Seoul: la giusta istantanea con cui metterci alle spalle Parigi 2024, e iniziare il countdown che ci porterà in California tra quattro anni.